21 LUG 2002

Social Forum: Intervento di Luca Casarini

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Bloccare le strade, occupare le case e organizzare reti di sovversione sociale: Questo il progetto di Luca Casarini per il prossimo Forum Sociale Europeo di FirenzeGenova, 21 luglio 2002 - Luca Casarini, con il suo intervento all'assemblea conclusiva del Social Forum, organizzato in concomitanza con le commemorazioni di Carlo Giuliani, intende dare “un contributo piccolo in una discussione grande”, che vuole essere nel segno “del capire cosa succede e del come proseguire”.La “moltitudine” in azione“È straordinario – afferma Casarini - vedere che quando si parla di moltitudine, essa esiste veramente e non è solo un esercizio teorico di qualche intellettuale contro qualche altro che parla di masse”.

Moltitudine “che non si può semplicemente organizzare o dirigere.

È una cosa che semplicemente c’è.

In cui si può stare dentro.”Il movimento comunque “non può ridursi all’autocelebrazione collettiva di quello che si faceva prima.

O ci facciamo attraversare dai dati nuovi o se no lasciamo perdere”.Il problema dello scontroNon si parla però di “crisi del movimento o delle organizzazioni o del modo di percepire lo spazio pubblico”.

Un’altra è la crisi: “Come sosteniamo – si chiede Casarini - uno scontro con un potere in termini omogenei, finita l’epoca delle mediazioni?”Di fronte alla “guerra globale permanente non possiamo pensare che tutto si risolva sul numero.

E sull’unanimità dei processi di decisione”.Protesta e non propostaPiù precisamente: “Come ci scontriamo con questi, perché ci sarà il problema dello scontro”.

Ancora: “conflitto e consenso non si fa organizzando il controvertice”, ma sull’esempio di Seattle, “si blocca il Wto”.Dopo l’11/9Se quindi “siamo entrati in crisi con l’11/9”, con esso è stato reso esplicito “un livello a cui nessun di noi è preparato e dove esso stesso può portare, ma occorre essere aperti su questo nella discussione”.E quindi “quando diciamo che bisogna battere il neoliberismo, non è uno slogan che lo batterà”, ma ci sarà bisogno di “tutte le nostre pratiche che compongono la nostra unità”.Violenza e nonviolenza per CasariniSuperflua, in questo quadro, la discussione su violenza e nonviolenza.

“Sembra pazzesco – per Casarini - dire che da un lato c’è una dimensione che costringe alla morte milioni di persone tutti gli anni, e siamo quindi di fronte a criminali e assassini, e poi aspettarsi che tutto il mondo sia pacifico e ti fanno fare ‘l’altro mondo possibile’, costruendolo così”, senza incontrare problemi.“La violenza dell’altro c’è già: La Bossi-Fini è passata.

Dovremmo quindi articolare delle proposte su come disobbedire alla Bossi-Fini”.Riprenda dunque il conflittoIl contesto descritto da Casarini, non lascia spazio ad altre prospettive: “In questo paese riprenda una pratica di conflitto che sia poco controllabile dal potere che abbiamo di fronte e che sia efficace”.A Firenze, in occasione del Forum Sociale Europeo, bisognerà “produrre azioni di conflitto lì, che mettano in contraddizione e aprano la questione.

Penso su questo siamo tutti d’accordo: Attraverseremo il forum e utilizzeremo tutti noi stessi”.Gli obiettiviIl metodo sarà quello dello “sciopero generalizzato”, che “vuol dire bloccare le strade, vuol dire occupare le case tutti insieme quel giorno, per chi non c’è l’ha.

Vuol dire fare delle azioni contro le banche della guerra, vuol dire chiedere il reddito di cittadinanza”.Vuole dire “organizzare reti di sovversione sociale in questo paese per un mondo più giusto, semplicemente, non so come si fa – conclude Casarini - però proviamoci”.Una via possibile sarà quella di “costruire un meccanismo di condivisione su una pratica di azione diretta” che è “una pratica altamente civile perché va a liberare dei corpi e delle anime, degli spiriti delle persone che sono messi dentro delle gabbie in un meccanismo che noi definiamo da lager”.

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