24 LUG 2002

Servizi Idrici: Relazione Annuale al Parlamento del Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse

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Roma, 24 luglio 2002 - Il Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche ha svolto oggi la Relazione annuale al Parlamento sullo stato dei servizi idrici.

Il vice presidente della Camera Alfredo Biondi ha presenziato alla cerimonia.

I dati sono stati letti e commentati dal Presidente del Comitato Gilberto Muraro, il quale in primo luogo ha parlato dello stato di manutenzione degli Acquedotti italiani.

In media si registrano perdite del 39% sul totale dell'acqua erogata.

Le situazione più critiche in tre regioni: Abruzzo (perdite al 57%), Puglia e Calabria (56%).

"Si tratta di livelli -
ha affermato Muraro - in molti casi assolutamente incompatibili con un sistema moderno di acquedotto".

Questi i dati regione per regione: Piemonte 27%, Veneto 26%, Emilia Romagna 20%, Toscana 41%, Umbria 35%, Marche 28%, Lazio 46%, Abruzzo 57%, Campania 33%, Puglia 56%, Basilicata 23%, Calabria 56%, Sicilia 42%.

''La vera lezione dell'emergenza idrica di questi mesi - ha aggiunto il presidente del Comitato - è che tutto il settore ha bisogno di significativi investimenti (non negli invasi, piuttosto nelle interconnessioni e nelle condotte) ma, soprattutto, di una più razionale e rigorosa gestione".

"Razionalità della gestione significa accelerare l'attuazione della riforma, l'unica via che permette di sfruttare le economie di scala e di scopo, di combattere gli sprechi, di introdurre nella gestione le opportune innovazioni tecniche ed organizzative".

In tal proposito "è doveroso ricordare che a 8 anni di distanza dalla sua approvazione, alcune delle regioni toccate dall'emergenza si trovano di fronte ad un forte ritardo nell'applicazione della legge Galli che riforma il settore (la 36/94)".

La cifra necessaria è di 53 miliardi di Euro, che secondo Muraro potrà subire anche riduzioni significative attraverso la riforma.

La competizione tra potenziali gestori del servizio puo' portare a significativi risparmi.

È comunque certo che il Paese ha di fronte un periodo prolungato di investimenti, con inevitabili riflessi sulla tariffa e quindi con un rafforzato dovere di perseguire, attraverso al riforma, l'efficienza gestionale".

Gli investimenti in opere strutturali per il settore idrico si sono tra l'altro contratti fortemente, di circa il 70%, tra il 1985 ed il 1998.

Il brusco rallentamento si manifesta in tutto il Paese, ma al Sud in maniera più consistente.

La flessione risulta molto più forte di quella manifestatasi in generale nel settore delle opere pubbliche.

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riduci

  • Alfredo Biondi, vicepresidente della Camera dei Deputati

    Introduzione
    0:00 Durata: 4 min 23 sec
  • Gilberto Muraro, presidente Comitato per la vigilanza sull' uso delle risorse idriche

    Relazione
    0:04 Durata: 55 min 17 sec