25 LUG 2002

Quirinale: Berlusconi a Ciampi, resto ministro degli esteri (Audio delle dichiarazioni)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 25 min 9 sec
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Berlusconi non rinuncia all'incarico alla Farnesina e rassicura Ciampi: Il lavoro non è stato portato avanti indegnamente Roma, 25 luglio 2002 - Silvio Berlusconi, nel corso del consueto incontro del Presidente della Repubblica con gli Ambasciatori italiani, ha colto l'occasione per ritornare sulla questione della mancata nomina del ministro degli esteri.

"Con passione e con entusiasmo sono anche lieto, nonostante i tuoi continui inviti alla individuazione di un nuovo ambasciatore degli esteri, di continuare ad aggiungere al mio lavoro di presidente del Consiglio questo lavoro alla Farnesina,
che spero di non aver portato innanzi indegnamente nei mesi che mi hanno visto impegnato".

Queste le parole che il Premier ha rivolto al Presidente Carlo Azeglio Ciampi.

"Con sincerità ho già detto - ha aggiunto - che all'interno della coalizione di governo, perché il nostro è un governo di coalizione, quindi dobbiamo tenere conto delle posizioni di tutti i partiti", non sono ancora "per il momento maturate le condizioni per una nomina di un ministro degli esteri di prestigio".

Berlusconi si è augurato che tali condizioni "possano maturare in fretta".

Ma se "non matureranno io ti dico intimamente che sono e sarò molto lieto e assolutamente felice di continuare a fare quello che ho fatto in questi mesi, e di avere così la possibilità di conoscere direttamente tante professionalità" che rappresentano l'Italia nel mondo.

Il presidente Ciampi, da parte sua ha spiegato che "l'autorevolezza dell'Italia dipende da una capacità di costituire un riferimento sicuro per i Paesi che guardano a noi con fiducia in Europea centrale, nei Balcani, nel Mediterraneo, in Africa, in America Latina".

Inoltre "la presidenza europea chiamerà l'Italia a dare nuovamente prova di affidabilità, responsabilità, mediazione costruttiva.

Sarà un momento cruciale".

Presidenza il cui "obiettivo da perseguire - ha concluso - e da far conoscere fin da ora è un progetto esplicito: la definizione di un nuovo Trattato, lo si chiami Costituzione o Atto Fondamentale".

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