01 SET 2002

Festa dell'Unità: «È possibile un'altra tv» con Santoro, Fabio Fazio, Giulietti, Donzelli

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 7 min

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Santoro invoca Cofferati ed illustra la sua interpretazione del conflitto di interessi Modena, 1 settembre 2002 - La sinistra è priva di "una leadership che vada dal presidente della Repubblica e faccia un discorso semplicissimo: abbiamo perso elezioni e ciò dà il diritto a Berlusconi di legiferare ma non quello di espropriarci del diritto di essere informati".

Michele Santoro spiega la sua idea per il futuro della sinistra italiana intervenendo insieme con Fabio Fazio, Giuseppe Giulietti e Carmine Donzelli al dibattito "È possibile un'altra tv", organizzato in occasione della Festa de
L'Unità.

Avanti CofferatiLa sinistra che ha in mente Santoro dovrebbe dire: "non consentiamo a uno che ha tre tv di poter far sue le tv pubbliche, se non ci metti tu Ciampi una pezza noi chiameremo la nostra gente a ribellarsi".

Quindi appello a "D'Alema Rutelli Veltroni Fassino: abbiamo fiducia in voi ma dovete crederci, perché se voi non ci credete, allora avanti Cofferati".

La costruzione del consenso "Mafia, Tangentopoli e caso Berlusconi: ecco tre fenomeni di costruzione illegale del consenso", spiega il conduttore televisivo che si rivolge poi direttamente "alla borghesia, cioè a coloro che credono nella libertà di impresa", chiedendo loro "di mettere a disposizione i mezzi per far nascere una nuova televisione".

Il ruolo della televisione entra per Santoro a pieno titolo nelle vicende politiche ed economiche dei paesi che vivono l'era della globalizzazione.

"La televisione - spiega il conduttore di Sciuscià - è un prolungamento del nostro cervello, ci rimette in contatto con la realtà e serve per interpretarla".

Mediaset campione di profitti Anche se "la dimensione di Mediaset è quella di un piccolo nano, almeno all'interno del sistema globale della comunicazione", essa rappresenta "la quinta azienda in Ue per produzione di profitti".

E alla fine di ogni anno "distribuisce ai suoi azionisti 500 miliardi di vecchie lire pulite a saldo tasse".

La sua "ragione principe di esistenza è quindi produrre questi soldi alla fine dell'anno".

Ora però "siamo in una fase di recessione in cui le entrate pubblicitarie tendono a regredire".

Ciò nondimeno anche nell'ultimo anno Madiaset "ha registrato un incremento del 14% delle entrate pubblicitarie".

Esistono, ricorda Santoro, "un elenco di molte aziende che hanno interesse a prendere postazioni di vantaggio in conseguenza del cambio di governo e per Mediaset è importante impedire a chiunque altro di fare in maniera competitiva tv e per questo occupa le frequenze".

Una Rai pauperistica Per conseguire questi scopi "non ci rendiamo conto che c'è una produzione di un immaginario".

Ad esempio "quelli che leggono 'Chi', di proprietà di Berlusconi sono abituati ad immaginare la famiglia Berlusconi come una famiglia reale.

Noi ci abituiamo sempre più a pensare a quella come una famiglia reale".

Per realizzare questa "corrispondenza ad un immaginario" che evoca "i finali delle ultime soap delle sue reti", in Mediaset "hanno bisogno di una Rai pauperista, priva di soldi che segue Pier Silvio che ha tagliato 560 miliardi per i programmi".

Tutto ciò per riuscire a produrre lo stesso incremento di utili degli anni precedenti.

Violenza contro Santoro Fabio Fazio dal canto suo parla di "violenza contro Santoro.

Non siamo a discutere di Santoro ma discutiamo - aggiunge - di libertà di espressione, siamo qui a discutere se nella tv pubblica che tutti paghiamo uno può esprimere o no un'opinione diversa da quella del presidente del consiglio"."È una tv pubblica e pago il canone perché essa non abbia un padrone", precisa l'ex conduttore di 'Quelli che il calcio'.

"Non è più tempo di mediare, adesso basta", afferma Fazio.

È inutile che "i leader del mio partito vadano lamentarsi del conflitto di interessi sulle reti del pres.

del consiglio, perché ha buon gioco lui" dimostrando di ospitare anche l'opposizione.

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