03 SET 2002

Festa dell'Unità: «Il diritto ad un'informazione plurale» con Santoro, Freccero e Fabio Fazio

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 17 min

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Freccero ribadisce che la televisione rimane il fulcro della battaglia per la conquista del consenso, mentre Santoro chiede l'impegno della sinistra per tornare a vincere Genova, 3 settembre 2002 - "La televisione è fondamentale per dare visibilità al nostro pensiero", e "malgrado la limpidezza delle nostre ragioni, la stessa televisione può far dimenticare che noi abbiamo ragione".

Carlo Freccero spiega ancora una volta la sua idea del ruolo e della funzione dei media nella formazione del consenso, e lo fa insieme con Michele Santoro e Fabio Fazio, in occasione della Festa de l'Unità
organizzata nel capoluogo ligure Dissonanza e differenza A causa della sua "ingordigia, Berlusconi ha dimenticato che noi vogliano fonti di informazione sempre diverse" che possano far valere "anche la dissonanza e la differenza".

Di fatto "non è possibile in questo momento cancellare le voci diverse".

A questo, secondo Freccero, "ci ha abituato la televisione degli anni passati con offerte sempre molteplici e differenti".

Rioccupare la scena della tv Michele Santoro rileva che dall'avvento della destra al governo in poi, è in atto "una specie di lenta rimozione di quello che siamo come persone, cittadini e lavoratori", mentre "dopo le lotte sull'art.18, i giovani, con i loro lavori flessibili" hanno dimostrato che "nel paese qualcosa di profondo sta cambiando".

E "questa trama narrativa comincia a rioccupare la scena della televisione".

L'ex conduttore di Sciuscià ricorda di "aver sempre lottato contro le aberrazioni e il lato dittatoriale del comunismo.

Ma se si è arrivati alla società civile con i diritti democratici ciò non è accaduto solo perché e venuto il soldato Ryan, ma perché c'erano i lavoratori nelle fabbriche che difendevano le loro macchine".

il caso Luttazzi In occasione del caso Luttazzi si disse "che fu commesso un crimine, e che la Costituzione non fu rispettata", ma "lo disse chi possiede la totalità delle tv e che ha l'informazione in mano", e inoltre "ha mille possibilità di replica", "sovvertendo la realtà con la propaganda".

Nessuno tra l'altro ricorda che "quella trasmissione fu fatta prima dell'avvio della campagna elettorale".

Se "quello fu un crimine, occorre tuttavia discutere di uno stalliere che divenne un noto mafioso.

Capo di una cosca".

Si tratta di "domande che abbiamo cominciato a porci e in una sana democrazia non ci sono domande che non si possono porre o che sono proibite".

"Un verminaio di gente che non paga le tasse" In ogni caso per discutere di queste questioni "non c'è bisogno di aspettare le condanne definitive", e anche se "non sappiano se Squillante è colpevole, se Previti ha corrotto, una cosa è chiara: che è un verminaio di gente che non paga le tasse, e che occulta miliardi all'estero".

In questo contesto devono agire "i leader attuali della sinistra, che al contrario di quelli di prima che avevano fatto la Resistenza che li aveva legittimati, loro hanno fatto poco".

Ma "hanno la possibilità di legittimarsi sfidando Berlusconi sul terreno delle libertà".

Avanti Cofferati Per questo scopo "vanno bene tutti, perfino Mastella, se invece c'è una resistenza a fare questa battaglia sui diritti che non sono negoziabili, come la libertà informazione e l'art.18", "si chiama Cofferati, vada avanti lui, lo dico e lo ridico", conclude Michele Santoro, tra gli applausi del pubblico.

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  • Il pubblico applaude Michele Santoro al suo arrivo

    Indice
    0:00 Durata: 2 min 41 sec
  • Maria Paola Profumo, coordinatrice Ds Liguria, introduce

    0:02 Durata: 6 min 31 sec
  • Michele Santoro

    0:09 Durata: 25 min 58 sec
  • Carlo Freccero

    0:35 Durata: 8 min 45 sec
  • Fabio Fazio

    0:43 Durata: 7 min 38 sec
  • Mario Sconcerti, giornalista

    0:51 Durata: 2 min 7 sec
  • Vincenzo Maria Vita

    0:53 Durata: 8 min
  • Michele Santoro, conclude

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    1:01 Durata: 15 min 28 sec