10 SET 2002

Festa dell'Unità: «La minaccia del terrorismo e le risposte della democrazia» (con Salvi e Frattini)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 7 min
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A un anno dall’11/9 gli Usa prospettano un nuovo intervento armato in Iraq su cui destra e sinistra italiana rinnovano i loro motivi di scontroModena, 10 settembre 2002 – Proseguono gli incontri tra i leader di spicco della scena italiana ospitati dalla Festa de l’Unità.

Pasquale Cascella del Tg2 intervista Franco Frattini e Cesare Salvi, i quali alla vigilia dell’anniversario dei fatti di New York dibattono sul tema: «La minaccia del terrorismo e le risposte della democrazia».L’attacco preventivoCesare Salvi a un anno di distanza dall’11/9 vede prospettarsi qualcosa di
veramente allarmante: ''Il problema - afferma Salvi - non è di procedure.

È se la dottrina dell'attacco preventivo dell'amministrazione Usa deve essere seguita oppure no.

L'Europa dica qualcosa”, perché “sulla guerra bisogna essere molto netti” e dire un “no a un intervento militare, e a questo attacco militare all'Iraq che si prepara senza troppi distinguo”.La logica dell'attacco preventivo va respinta anche perché “sarebbe un precedente” che potrebbe, “per analoghe ragioni, autorizzare attacchi dell'India al Pakistan, della Cina a Taiwan, della Russia alla Georgia”.

E l'Afghanistan “è lì che ci insegna che con le guerre non si risolve nulla”.Le due anime del socialismo europeoI venti di guerra mettono a nudo anche il conflitto tra le due anime del socialismo europeo, quella di Blair “in testa al partito della guerra” e quella di Schroeder che ha “una posizione diametralmente opposta”.

Salvi senza indugi si schiera con il cancelliere tedesco.

E in questo senso l'Europa, “se c’è, deve battere un colpo, ma anche il socialismo europeo, se c’è si faccia sentire” e i Ds dovrebbero farsi promotori di un’iniziativa comune che faccia il punto proprio sulle divisioni dei socialisti nel vecchio continente.La posizione italianaTra l’altro “Berlusconi va da Bush a prendere ordini su qualcosa che è già stato deciso oppure c’è già una posizione italiana?” chiede Salvi ricordando la richiesta all'Italia “di altri 1000 soldati per l' Afghanistan”.

Secondo il senatore dei Ds della posizione del paese “occorre parlarne prima, durante e dopo in Parlamento”.Il ministro Frattini ribadisce che la linea del governo rimane quella della profonda lealtà agli Usa, tuttavia “il Presidente del Consiglio - aggiunge – se da un lato ha ribadito l'assoluta lealtà a Bush, dall'altra si impegna a trovare, in primo luogo attraverso l'Onu, quindi con una azione diplomatica, una soluzione che eviti il conflitto”.Un anno di indaginiFrattini passa poi ad illustrare le attività svolte in “questo anno dopo la strage” nell’ambito della lotta internazionale al terrorismo.

Uno dei risultati su cui contare è che ad oggi “non esistono nuove minacce concrete”, e “a 12 mesi dall’11/9 si condivide il medesimo obiettivo tra Usa, Ue, Russia e Cina, mentre è attiva una eccellente cooperazione con il servizio di informazione russo”.Il conseguimento di tali obiettivi è costato “una parziale limitazione delle libertà per una maggiore sicurezza.

E per gli stati liberali a democrazia molto avanzata, essere sottoposti a controlli così rigidi, non era così scontato”.

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