29 GEN 2003

Italianieuropei: «Dialogo sulla vita umana, seminario bioetico tra laici e credenti» (seconda sessione)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 4 ore 47 min

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Assisi, 29 gennaio 2003 – Seconda sessione del seminario «Dialogo sulla vita umana, seminario bioetico tra laici e credenti» organizzato dalla Fondazione Italianieuropei, insieme al Sacro Convento di San Francesco di Assisi e alla Giulio Einaudi editore.Nella fase finale dei lavori è stato organizzato uno spazio di discussione dedicato all’intervento dei politici di professione che hanno espresso il loro punto di vista in merito alle questioni di bioetica.Rita Bernardini, presidente di Radicali Italiani, ha parlato a nome di Luca Coscioni e ha ribadito in primo luogo come spesso il malato sia assente dai dibattiti politici su queste materie.

Materie su cui di fatto ad oggi la politica è assente.

In parlamento sono infatti in discussione leggi sulla limitazione della fecondazione medicalmente assistita e sulla brevettabilità delle invenzioni biotecnologiche.

Entrambe, ha ricordato Rita Bernardini passeranno senza alcuna opposizione, dato che manca totalmente una corretta informazione in merito.Di fronte ai progressi sconfinati della scienza che aprono nuovi territori di sperimentazione, secondo Massimo D'Alema, la politica non deve apparire rinunciataria, e deve invece intervenire per riappropriarsi della responsabilità pubblica.

Tuttavia l'intervento della politica può avvenire a due condizioni: che ci sia un trasparente fondamento scientifico e che sia salvaguardata la laicità dello Stato e il senso del limite della decisione politica.Quanto alla notevole diversità di posizioni religiose, filosofiche e politiche, D'Alema ha ribadito come sia dovere della politica trovare i fondamenti di un'etica condivisa.

Dagli approcci diversi, occorre mettere a fuoco un tessuto di valori comuni tali, come quelli che definiscono una comunità.Giuliano Amato, che ha chiuso i lavori, ha centrato la sua attenzione sulle possibilità e sui limiti dell'intervento del legislatore nel campo scientifico.

Agli esponenti del mondo della medicina presenti, Amato ha ricordato che la politica non può liberare il ricercatore dalle proprie responsabilità di essere umano, perché non vi è libertà che possa ritenersi sconnessa da scelte morali.Quanto alla questione delle cellule staminali Amato ha spiegato di considerare l'embrione una creatura, ma si è posto il problema che se l'embrione sta lì, nessuno lo adotta, è destinato a morire, mentre invece potrebbe generare altra vita come nel caso del trapianto degli organi.

Amato ha invocato per questa questione una soluzione in cui la legge preveda il consenso dei genitori, in caso di embrioni sovrannumerari e inutilizzati, per utilizzarli per altri.Non basta una legge ordinaria o un'ordinanza oppure un regolamento per porre limiti alla scienza.

Questa l’opinione di Cinzia Caporale, che invita a ragionare non sui limiti, ma a pensare a chi debba fissarli e decidere, così da ridurre la libertà degli scienziati.

Eventuali limiti, secondo la ricercatrice, devono essere decisi con una legge che preveda una maggioranza qualificata, una doppia lettura e la possibilità di referendum.

Perché non è possibile delegare questo compito a singoli ministri, direttori generali o a comitati di tecnocrati.

La prima sessione dei lavori.

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