05 MAR 2003

Articolo 21: Ricorso all'Ue contro la violazione del diritto alla libertà ed al pluralismo dell'informazione (con Santoro)

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Santoro lancia l'allarme: Berlusconi come Haider e l'Ue non se ne accorge Roma, 5 marzo 2003 - L'"Associazione Articolo 21-Liberi di" ha chiesto all'Unione Europea di avviare nei confronti del Governo italiano una procedura di infrazione in base all'articolo 7 del trattato di Maastricht per violazione del diritto fondamentale dei cittadini alla libertà ed al pluralismo dell'informazione.

La "scorzetta" di Eduardo Michele Santoro ha paragonato l'iniziativa alla "scorzetta di limone insignificante di cui parlava Eduardo".

Scorzetta "messa sul tavolo dell'Ue" sulla quale "qualcuno potrebbe
scivolare e rompersi la testa".

Per Santoro del resto quando si parla di Berlusconi si deve far riferimento ad "una malattia degenerativa del sistema politico".

Si tratta di un leader di un partito "nel quale non si celebrano congressi, un partito in cui si realizza il 100 % del consenso".

"Un altro partito così non esiste nemmeno in Corea del Nord", lì almeno si "sono inventati una forma di minoranza che qui non è rilevante".

Si è arrivati a tanto, secondo Santoro, anche a causa della "fragile cultura liberale delle forze che a Berlusconi si oppongono".

Tutto ciò in un "Paese come l'Italia, così centrale, un avanguardia mondiale della battaglia per la pace, che non può vedere rappresentato il suo 60% di opinione pubblica contrario alla guerra".

"Il paese che ospita forse il personaggio più importante che lotta per pace, cioè il Papa non ha un assetto dei media che può registrare questo e darne adeguata rappresentanza".

Santoro paragona l'attuale situazione del paese al clima dei giorni dell'assassinio Matteotti.

Allora "il Paese poteva reagire contro il fenomeno fascista ma la stampa fu acquiescente".

Ciò insegna che occorre "combattere adesso".

Anche se la situazione è diversa: "qui ci possiamo riunire ancora e parlare".

Il caso Sordi Ma non c'è da stare allegri: Santoro invita ad "andare indietro di qualche giorno e riflettere su quello che è accaduto con Alberto Sordi.

A noi sembra una cosa totalmente naturale che tutti i ragazzi italiani abbiano sentito come una ferita la morte di Alberto Sordi, ma perché è accaduto?", si chiede l'ex conduttore di Sciuscià.

È accaduto "perché c'è stata una sinergia dei mezzi di comunicazione su questo lato emotivo".

"Cioè - spiega - la gente pensa attraverso la televisione e non dà una interpretazione del mondo a prescindere dalla televisione.

Ora quello che si è verificato con A.

Sordi si potrebbe riverificare", e incoscientemente si continua ad avere "una gestione morbida della situazione monopolistica".

Berlusconi come Haider In particolare: "se ci fosse un altro attentato come quello delle due torri Internet non basterebbe più, quando scatta l'elemento emotivo, noi non possiamo pensare di costruire la trincea delle nostre argomentazioni su Internet.

In pochi minuti si forma l'opinione pubblica" e per questo "noi non possiamo abbandonare la tv generalista ad un uso patriottico emotivo che si può mettere in campo in una situazione di guerra e dove il terrorismo si manifesta come un grandissimo pericolo".

Questo è lo scenario sul tappeto, "che fa immaginare come la vicenda Berlusconi sia paragonabile a quella di Haider, tuttavia non è vissuta come quella di Haider a livello Ue, e sembra una cosa normale".

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