All'ordine del giorno: 1) Motivi aggiunti al ricorso al TAR
2) Programmazione della Nona Commissione per l'anno venturo
3) Copertura posti
4) Uffici direttivi
5) Delibera del Comitato di Presidenza per l'apertura di una pratica sulle richieste di trasferimento di 7 Sostituti Procuratori della Repubblica presso il Tribunale di Avellino a seguito delle esternazioni del Procuratore della Repubblica dr.
Caputo al quotidiano Il Mattino 6) Presidenza del Tribunale di sorveglianza di Napoli 7) Copertura posti 8) Sistema di protezione dei collaboratori di giustizia 9) Nomine di giudici di pace 10) … Nota del Direttore generale degli affari civili 11) Idoneità alla nomina a Magistrato di Cassazione 12) Incarico extragiudiziario 13) Applicazioni extradistrettuali 14) Formazione delle tabelle di organizzazione 15) Quesito posto dal Presidente del Tribunale di Bari 16) Uditori a Bolzano e assegnazioni tabellari Il CSM nelle agenzie di stampa CSM: BARCELLONA PG CALTANISSETTA, PUGLISI PRES.TRIBUNALE PALERMO (AGI) - Roma, 12 Lug.
- Il Consiglio Superiore della Magistratura ha conferito due incarichi di vertice in Sicilia.
Giuseppe Barcellona e' il nuovo Procuratore Generale della Corte di Appello di Caltanissetta: 65 anni, magistrato dall'agosto 1963, lascia le funzioni di Presidente del Tribunale di Termini Imerese.
Giovanni Bosco Puglisi e' il nuovo Presidente del Tribunale di Palermo: 66 anni, entrato in magistratura nell'ottobre 1961, lascia l'incarico di presidente della Sezione Gip dello stesso Tribunale.
CSM:DI GIOVANNI A TRIB.SORVEGLIANZA NAPOLI,PAZE' A MINORI TORINO (AGI) - Roma, 12 Lug.
- Il Tribunale di sorveglianza di Napoli ha un nuovo presidente: il CSM, riunito in seduta plenaria, ha conferito l'incarico ad Angelica Di Giovanni, attualmente giudice presso lo stesso ufficio giudiziario.
Il Consiglio ha anche assegnato l'incarico di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Torino: il prescelto e' Piercarlo Paze', che lascia le funzioni di giudice del Tribunale di Pinerolo.
CSM: NEL NUOVO PROCESSO TROPPE "STRATIFICAZIONI E INTRECCI" (AGI) - Roma, 12 Lug.
- "A questo processo penale, con le sue stratificazioni e i suoi intrecci, non sempre si puo' chiedere una ragionevole durata.
Tra i fattori di inefficienza e inefficacia del processo si possono individuare sia la tendenza inflazionistica della legislazione penale, sia il fatto che le innovazioni introdotte in capo processuale non sono state accompagnate da alcuna previsione delle ricadute ordinamentali ed organizzative che esse comportano".
E' uno dei rilievi che vengono formulati nella relazione sullo stato dell'amministrazione della giustizia approvata questa sera, all'unanimita', dalla sesta commissione referente del CSM.
La relazione verra' portata nei prossimi giorni in Assemblea plenaria per il varo definitivo e la trasmissione al Parlamento.
Si tratta del primo documento in materia emesso dall'attuale Consiglio.Ad affidare al CSM il compito di redigere una relazione sulla giustizia e' l'art.
28 del Regolamento interno del Consiglio stesso, in conformita' ad un ordine del giorno approvato il 29 gennaio 1969 dal Senato.
Focalizzando l'attenzione sull'efficacia e i tempi della giurisdizione, la sesta commissione di Palazzo dei Marescialli (presieduta dal togato Vito Caferra) ha formulato - oltre a quella citata all'inizio - numerose osservazioni e indicato vari rimedi.
"Per essere tradotta in pratica - si legge nella relazione - la 'nuova' promessa di giustizia amministrata con efficienza, efficacia, e in tempi rapidi, richiede una strategia articolata che abbia come obiettivo principale un processo piu' snello e veloce e come corollario la creazione di alternative alla soluzione giudiziaria delle liti e alla stessa giurisdizione".
I consiglieri del CSM hanno precisato che si possono costruire sia alternative alla giurisdizione statale (mediante un processo di de-giurisdizionalizzazione) sia alternative al processo (mediante idonei filtri precontenziosi) "muovendo dalla constatazione che la giurisdizione non ha un ruolo esclusivo in materia di conflittualita' economica e sociale e che il processo non costituisce la via necessaria per dare soluzione alle liti".
"E' esperienza comune ad altri ordinamenti - viene ancora detto nel documento - che, per essere trattata in tempi ragionevoli, la crescente conflittualita' giuridica rende necessari tanto il rafforzamento della giurisdizione statale quanto la costruzione di valide alternative ad essa da mettere a disposizione dei cittadini per consentire la libera scelta tra diverse opzioni".
Le "stratificazioni", le "disomogeneita'", le "incoerenze" del nuovo processo penale, "frutto del sovrapporsi di istituti pensati in modo indipendente l'uno dall'altro" - questa la principale denuncia formulata nel documento della sesta commissione - "hanno determinato una insopportabile dilatazione dei tempi processuali, manifestatasi in modo evidente soprattutto con la sostanziale stasi del dibattimento in certi grandi distretti del Paese (soprattuto laddove si celebrano numerosi maxi-processi) e con i conseguenziali fenomeni delle cosidette 'scarcerazioni facili' e delle sempre piu' frequenti prescrizioni di reati anche gravi".
"Il processo penale, pertanto, funziona in Italia 'a macchia di leopardo', giacche' in alcune realta' registra risultati accettabili, mentre in altre semplicemente non esiste".
"La mancata attenzione alla 'copertura organizzativa' che ogni intervento riformatore deve avere - hanno insistito i consiglieri di Palazzo dei Marescialli - la tecnica legislativa spesso frammentaria, il sovrapporsi di mezzi di impugnazione ripetuti e incoerenti rispetto al modello prevalentemente accusatorio del nuovo processo, il fallimento dei cosidetti riti alternativi, il proliferare di nuove forme di incompatibilita' per i giudici, hanno determinato situazioni che non si conciliano con le attuali risorse organizzative della maggior parte degli uffici giudiziari italiani".
"Novantotto tribunali su 166 - viene sottolineato al proposito nella relazione - hanno organici non superiori a 20 magistrati.
Percio' e' frequente che, per fronteggiare questa asfittica situazione del settore penale, i dirigenti sottraggano al settore civile altre energie lavorative, cosi aggravando quelle disfunzioni e quei ritardi che sono stati oggetto di tante pronunzie di condanna da parte della Corte di Strasburgo".
Cosa fare allora? Occorre agire, e' stato risposto a Palazzo dei Marescialli, "in un quadro complessivo di reale 'costruzione' di una politica per l'obbligatorieta' dell'azione penale.
Aspetti di questa politica dovrebbero essere: l'opzione per un diritto penale minimo; l'introduzione della cosidetta riserva di codice, con la funzione di richiamare il legislatore alla necessita' di interventi sistematici in materia penale; una riflessione aperta su un accorto ampliamento degli schemi legali della irrilevanza penale del fatto".
Caputo al quotidiano Il Mattino 6) Presidenza del Tribunale di sorveglianza di Napoli 7) Copertura posti 8) Sistema di protezione dei collaboratori di giustizia 9) Nomine di giudici di pace 10) … Nota del Direttore generale degli affari civili 11) Idoneità alla nomina a Magistrato di Cassazione 12) Incarico extragiudiziario 13) Applicazioni extradistrettuali 14) Formazione delle tabelle di organizzazione 15) Quesito posto dal Presidente del Tribunale di Bari 16) Uditori a Bolzano e assegnazioni tabellari Il CSM nelle agenzie di stampa CSM: BARCELLONA PG CALTANISSETTA, PUGLISI PRES.TRIBUNALE PALERMO (AGI) - Roma, 12 Lug.
- Il Consiglio Superiore della Magistratura ha conferito due incarichi di vertice in Sicilia.
Giuseppe Barcellona e' il nuovo Procuratore Generale della Corte di Appello di Caltanissetta: 65 anni, magistrato dall'agosto 1963, lascia le funzioni di Presidente del Tribunale di Termini Imerese.
Giovanni Bosco Puglisi e' il nuovo Presidente del Tribunale di Palermo: 66 anni, entrato in magistratura nell'ottobre 1961, lascia l'incarico di presidente della Sezione Gip dello stesso Tribunale.
CSM:DI GIOVANNI A TRIB.SORVEGLIANZA NAPOLI,PAZE' A MINORI TORINO (AGI) - Roma, 12 Lug.
- Il Tribunale di sorveglianza di Napoli ha un nuovo presidente: il CSM, riunito in seduta plenaria, ha conferito l'incarico ad Angelica Di Giovanni, attualmente giudice presso lo stesso ufficio giudiziario.
Il Consiglio ha anche assegnato l'incarico di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Torino: il prescelto e' Piercarlo Paze', che lascia le funzioni di giudice del Tribunale di Pinerolo.
CSM: NEL NUOVO PROCESSO TROPPE "STRATIFICAZIONI E INTRECCI" (AGI) - Roma, 12 Lug.
- "A questo processo penale, con le sue stratificazioni e i suoi intrecci, non sempre si puo' chiedere una ragionevole durata.
Tra i fattori di inefficienza e inefficacia del processo si possono individuare sia la tendenza inflazionistica della legislazione penale, sia il fatto che le innovazioni introdotte in capo processuale non sono state accompagnate da alcuna previsione delle ricadute ordinamentali ed organizzative che esse comportano".
E' uno dei rilievi che vengono formulati nella relazione sullo stato dell'amministrazione della giustizia approvata questa sera, all'unanimita', dalla sesta commissione referente del CSM.
La relazione verra' portata nei prossimi giorni in Assemblea plenaria per il varo definitivo e la trasmissione al Parlamento.
Si tratta del primo documento in materia emesso dall'attuale Consiglio.Ad affidare al CSM il compito di redigere una relazione sulla giustizia e' l'art.
28 del Regolamento interno del Consiglio stesso, in conformita' ad un ordine del giorno approvato il 29 gennaio 1969 dal Senato.
Focalizzando l'attenzione sull'efficacia e i tempi della giurisdizione, la sesta commissione di Palazzo dei Marescialli (presieduta dal togato Vito Caferra) ha formulato - oltre a quella citata all'inizio - numerose osservazioni e indicato vari rimedi.
"Per essere tradotta in pratica - si legge nella relazione - la 'nuova' promessa di giustizia amministrata con efficienza, efficacia, e in tempi rapidi, richiede una strategia articolata che abbia come obiettivo principale un processo piu' snello e veloce e come corollario la creazione di alternative alla soluzione giudiziaria delle liti e alla stessa giurisdizione".
I consiglieri del CSM hanno precisato che si possono costruire sia alternative alla giurisdizione statale (mediante un processo di de-giurisdizionalizzazione) sia alternative al processo (mediante idonei filtri precontenziosi) "muovendo dalla constatazione che la giurisdizione non ha un ruolo esclusivo in materia di conflittualita' economica e sociale e che il processo non costituisce la via necessaria per dare soluzione alle liti".
"E' esperienza comune ad altri ordinamenti - viene ancora detto nel documento - che, per essere trattata in tempi ragionevoli, la crescente conflittualita' giuridica rende necessari tanto il rafforzamento della giurisdizione statale quanto la costruzione di valide alternative ad essa da mettere a disposizione dei cittadini per consentire la libera scelta tra diverse opzioni".
Le "stratificazioni", le "disomogeneita'", le "incoerenze" del nuovo processo penale, "frutto del sovrapporsi di istituti pensati in modo indipendente l'uno dall'altro" - questa la principale denuncia formulata nel documento della sesta commissione - "hanno determinato una insopportabile dilatazione dei tempi processuali, manifestatasi in modo evidente soprattutto con la sostanziale stasi del dibattimento in certi grandi distretti del Paese (soprattuto laddove si celebrano numerosi maxi-processi) e con i conseguenziali fenomeni delle cosidette 'scarcerazioni facili' e delle sempre piu' frequenti prescrizioni di reati anche gravi".
"Il processo penale, pertanto, funziona in Italia 'a macchia di leopardo', giacche' in alcune realta' registra risultati accettabili, mentre in altre semplicemente non esiste".
"La mancata attenzione alla 'copertura organizzativa' che ogni intervento riformatore deve avere - hanno insistito i consiglieri di Palazzo dei Marescialli - la tecnica legislativa spesso frammentaria, il sovrapporsi di mezzi di impugnazione ripetuti e incoerenti rispetto al modello prevalentemente accusatorio del nuovo processo, il fallimento dei cosidetti riti alternativi, il proliferare di nuove forme di incompatibilita' per i giudici, hanno determinato situazioni che non si conciliano con le attuali risorse organizzative della maggior parte degli uffici giudiziari italiani".
"Novantotto tribunali su 166 - viene sottolineato al proposito nella relazione - hanno organici non superiori a 20 magistrati.
Percio' e' frequente che, per fronteggiare questa asfittica situazione del settore penale, i dirigenti sottraggano al settore civile altre energie lavorative, cosi aggravando quelle disfunzioni e quei ritardi che sono stati oggetto di tante pronunzie di condanna da parte della Corte di Strasburgo".
Cosa fare allora? Occorre agire, e' stato risposto a Palazzo dei Marescialli, "in un quadro complessivo di reale 'costruzione' di una politica per l'obbligatorieta' dell'azione penale.
Aspetti di questa politica dovrebbero essere: l'opzione per un diritto penale minimo; l'introduzione della cosidetta riserva di codice, con la funzione di richiamare il legislatore alla necessita' di interventi sistematici in materia penale; una riflessione aperta su un accorto ampliamento degli schemi legali della irrilevanza penale del fatto".
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