Seduta antimeridiana All'ordine del giorno: 1) Ordine del giorno speciale, sezione A e B
2) Incarico extragiudiziario
3) Ricorso al TAR Lazio
4) Esonero parziale dal lavoro giudiziario ordinario dei componenti elettivi de3i Consigli giudiziari
5) Incontri di studio organizzato dal CSM e dalla Banca d'Italia
Ordine del giorno ordinario 6) Nomina dell'Ufficio elettorale centrale presso la Corte di Cassazione
7) Avvio della procedura per la destinazione di un Magistrato all'ufficio studi e documentazione del CSM
8) Conferimento dell'ufficio direttivo superiore di Procuratore Generale presso la … Corte di Appello di Genova
9) Nomina all'ufficio di presidenza del Tribunale di Matera
10) Procuratore della Repubblica di Lametia Terme
11) Copertura posti
12) Decadenza e progressione in carriera
13) Riammissione in servizio
14) Partecipazione a rappresentare il Ministero della Giustizia al G8, gruppo esperti antiterrorismo Il CSM nelle agenzie di stampa CSM: AL PLENUM DISCUSSIONE URGENTE SU RIFORMA MAGGIORANZA, RISCHIO SCIOGLIMENTO PER CONSIGLIO
(ANSA) - ROMA, 13 MAR - L' eventuale approvazione in via definitiva del ddl sulla riforma elettorale del Csm ''nell' attuale formulazione renderebbe impossibile il regolare funzionamento dell' organo di governo autonomo della magistratura''; il che potrebbe determinare ''l' immediato scioglimento del consiglio''.
L' allarme e' contenuto in un documento sottoscritto dalla maggioranza dei consiglieri del Csm e che sara' discusso in via d' urgenza dal plenum, probabilmente domani.
Secondo i firmatari del documento - che fino ad ora sono 17 tra laici del centrosinistra, togati di Unicost e del Movimento per la giustizia - l' impossibilita' del funzionamento si verificherebbe sulla ''delicatissima materia del trasferimento d' ufficio dei magistrati''.
Ed e' conseguente alla riduzione dei componenti da 30 a 21, al fatto che comunque per la validita' delle delibere del Csm e' necessaria in base alla riforma la presenza di dieci componenti togati e di cinque laici e all' incompatibilita' dei componenti della sezione disciplinare proprio rispetto ai trasferimenti d' ufficio dei magistrati.
''A fronte di 21 componenti elettivi del consiglio - sottolinea infatti il documento - l' incompatibilita' di dieci componenti la sezione disciplinare renderebbe programmaticamente impossibile il raggiungimento del numero legale di dieci magistrati e cinque laici''.
Di qui ''l' impossibilita' di regolare funzionamento del Csm'' che in base alla legge istitutiva del consiglio ''rappresenta legittima causa di scioglimento del medesimo''.
Per tutto questo il Csm ''ritiene proprio indefettibile dovere'' la segnalazione al ministro della giustizia, perche' se ne faccia portatore nelle competenti sedi istituzionali.
RIFORMA CSM: BONITO, DS: SI RISCHIA IL BLOCCO FUNZIONALE (AGI) - Roma, 13 mar.
- Il parlamentare DS, Francesco Bonito afferma che la riforma del CSM proposta dalla maggioranza di fatto blocchera' la funzionalita' dell'organismo.
"La riduzione dei componenti da 30 a 21 - spiega Bonito a radio Radicale - oltre ad impedire la funzionalita' pone problemi costituzionali relativi alla promulgazione della legge.
Infatti, data la norma sulle incompatibilita' della sezione disciplinare, i componenti, di fatto, si riducono a meno di 15 che e' il numero minimo legale.
Cio' significa che in certe condizioni, su certi argomenti, il Csm non potra' funzionare.
Mi chiedo se il Presidente della Repubblica possa promulgare una legge di questo tipo".
NUOVI VERTICI UFFICI GIUDIZIARI GENOVA, LAMEZIA, MATERA (AGI) - Roma, 13 Mar.
- Cambiano i vertici di tre uffici giudiziari italiani: il Consiglio Superiore della Magistratura ha nominato Domenico Porcelli nuovo Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Genova, Raffaele Mazzotta nuovo Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme, e Iside Granese nuovo Presidente del Tribunale di Matera.
Porcelli, 69 anni, magistrato dall'aprile 1959, lascia l'incarico di Avvocato Generale presso la Corte di Appello di Catanzaro.
Mazzotta, 54 anni, magistrato dal giugno 1972, lascia le funzioni di sostituto procuratore generale presso la Corte di Appello di Reggio Calabria.
Granese, 63 anni, entrata in magistratura nel novembre 1965, lascia la Corte di Appello di Bari dove era consigliere.
CSM: AL PLENUM DISCUSSIONE URGENTE SU RIFORMA (ANSA) - ROMA, 13 MAR - L' eventuale approvazione in via definitiva del ddl sulla riforma elettorale del Csm ''nell' attuale formulazione renderebbe impossibile il regolare funzionamento dell' organo di governo autonomo della magistratura''; il che potrebbe determinare ''l' immediato scioglimento del consiglio''.
L' allarme e' contenuto in un documento sottoscritto dalla maggioranza dei consiglieri del Csm e che sara' discusso in via d' urgenza dal plenum, probabilmente domani.
Secondo i firmatari del documento - che fino ad ora sono 17 tra laici del centrosinistra, togati di Unicost e del Movimento per la giustizia - l' impossibilita' del funzionamento si verificherebbe sulla ''delicatissima materia del trasferimento d' ufficio dei magistrati''.
Ed e' conseguente alla riduzione dei componenti da 30 a 21, al fatto che comunque per la validita' delle delibere del Csm e' necessaria in base alla riforma la presenza di dieci componenti togati e di cinque laici e all' incompatibilita' dei componenti della sezione disciplinare proprio rispetto ai trasferimenti d' ufficio dei magistrati.
''A fronte di 21 componenti elettivi del consiglio - sottolinea infatti il documento - l' incompatibilita' di dieci componenti la sezione disciplinare renderebbe programmaticamente impossibile il raggiungimento del numero legale di dieci magistrati e cinque laici''.
Di qui ''l' impossibilita' di regolare funzionamento del Csm'' che in base alla legge istitutiva del consiglio ''rappresenta legittima causa di scioglimento del medesimo''.
Per tutto questo il Csm ''ritiene proprio indefettibile dovere'' la segnalazione al ministro della giustizia, perche' se ne faccia portatore nelle competenti sedi istituzionali.
CSM: NO A PM D'IPPOLITO A FARE CONSULENTE PRESIDENZA CONSIGLIO (AGI) - Roma, 13 Mar.
- Il CSM ha negato al pm romano Adelchi D'Ippolito l'autorizzazione ad assumere l'incarico di consultente giuridico dell'Ufficio del Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il motivo: anni fa D'Ippolito si e' occupato di un procedimento penale a carico di Silvio Berlusconi (relativo a tangenti pagate dalla Fininvest) conclusosi con una richiesta al Gip di archiviazione.
"Il CSM - questa la spiegazione data nella delibera varata dal plenum con 14 si' alla proposta di "non autorizzare l'espletamento dell'incarico" formulata a maggioranza dalla seconda commissione referente, 12 no e due astensioni - ritiene che il conferimento ad opera della Presidenza del Consiglio di un incarico extragiudiziario a un magistrato che in precedenza aveva trattato un procedimento penale in cui l'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri risultava indagato per reati di corruzione, possa integrare una ipotesi di esposizione a rischio dei valori di indipendenza ed imparzialita' di cui si alimenta la funzione giudiziaria".
L' allarme e' contenuto in un documento sottoscritto dalla maggioranza dei consiglieri del Csm e che sara' discusso in via d' urgenza dal plenum, probabilmente domani.
Secondo i firmatari del documento - che fino ad ora sono 17 tra laici del centrosinistra, togati di Unicost e del Movimento per la giustizia - l' impossibilita' del funzionamento si verificherebbe sulla ''delicatissima materia del trasferimento d' ufficio dei magistrati''.
Ed e' conseguente alla riduzione dei componenti da 30 a 21, al fatto che comunque per la validita' delle delibere del Csm e' necessaria in base alla riforma la presenza di dieci componenti togati e di cinque laici e all' incompatibilita' dei componenti della sezione disciplinare proprio rispetto ai trasferimenti d' ufficio dei magistrati.
''A fronte di 21 componenti elettivi del consiglio - sottolinea infatti il documento - l' incompatibilita' di dieci componenti la sezione disciplinare renderebbe programmaticamente impossibile il raggiungimento del numero legale di dieci magistrati e cinque laici''.
Di qui ''l' impossibilita' di regolare funzionamento del Csm'' che in base alla legge istitutiva del consiglio ''rappresenta legittima causa di scioglimento del medesimo''.
Per tutto questo il Csm ''ritiene proprio indefettibile dovere'' la segnalazione al ministro della giustizia, perche' se ne faccia portatore nelle competenti sedi istituzionali.
RIFORMA CSM: BONITO, DS: SI RISCHIA IL BLOCCO FUNZIONALE (AGI) - Roma, 13 mar.
- Il parlamentare DS, Francesco Bonito afferma che la riforma del CSM proposta dalla maggioranza di fatto blocchera' la funzionalita' dell'organismo.
"La riduzione dei componenti da 30 a 21 - spiega Bonito a radio Radicale - oltre ad impedire la funzionalita' pone problemi costituzionali relativi alla promulgazione della legge.
Infatti, data la norma sulle incompatibilita' della sezione disciplinare, i componenti, di fatto, si riducono a meno di 15 che e' il numero minimo legale.
Cio' significa che in certe condizioni, su certi argomenti, il Csm non potra' funzionare.
Mi chiedo se il Presidente della Repubblica possa promulgare una legge di questo tipo".
NUOVI VERTICI UFFICI GIUDIZIARI GENOVA, LAMEZIA, MATERA (AGI) - Roma, 13 Mar.
- Cambiano i vertici di tre uffici giudiziari italiani: il Consiglio Superiore della Magistratura ha nominato Domenico Porcelli nuovo Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Genova, Raffaele Mazzotta nuovo Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme, e Iside Granese nuovo Presidente del Tribunale di Matera.
Porcelli, 69 anni, magistrato dall'aprile 1959, lascia l'incarico di Avvocato Generale presso la Corte di Appello di Catanzaro.
Mazzotta, 54 anni, magistrato dal giugno 1972, lascia le funzioni di sostituto procuratore generale presso la Corte di Appello di Reggio Calabria.
Granese, 63 anni, entrata in magistratura nel novembre 1965, lascia la Corte di Appello di Bari dove era consigliere.
CSM: AL PLENUM DISCUSSIONE URGENTE SU RIFORMA (ANSA) - ROMA, 13 MAR - L' eventuale approvazione in via definitiva del ddl sulla riforma elettorale del Csm ''nell' attuale formulazione renderebbe impossibile il regolare funzionamento dell' organo di governo autonomo della magistratura''; il che potrebbe determinare ''l' immediato scioglimento del consiglio''.
L' allarme e' contenuto in un documento sottoscritto dalla maggioranza dei consiglieri del Csm e che sara' discusso in via d' urgenza dal plenum, probabilmente domani.
Secondo i firmatari del documento - che fino ad ora sono 17 tra laici del centrosinistra, togati di Unicost e del Movimento per la giustizia - l' impossibilita' del funzionamento si verificherebbe sulla ''delicatissima materia del trasferimento d' ufficio dei magistrati''.
Ed e' conseguente alla riduzione dei componenti da 30 a 21, al fatto che comunque per la validita' delle delibere del Csm e' necessaria in base alla riforma la presenza di dieci componenti togati e di cinque laici e all' incompatibilita' dei componenti della sezione disciplinare proprio rispetto ai trasferimenti d' ufficio dei magistrati.
''A fronte di 21 componenti elettivi del consiglio - sottolinea infatti il documento - l' incompatibilita' di dieci componenti la sezione disciplinare renderebbe programmaticamente impossibile il raggiungimento del numero legale di dieci magistrati e cinque laici''.
Di qui ''l' impossibilita' di regolare funzionamento del Csm'' che in base alla legge istitutiva del consiglio ''rappresenta legittima causa di scioglimento del medesimo''.
Per tutto questo il Csm ''ritiene proprio indefettibile dovere'' la segnalazione al ministro della giustizia, perche' se ne faccia portatore nelle competenti sedi istituzionali.
CSM: NO A PM D'IPPOLITO A FARE CONSULENTE PRESIDENZA CONSIGLIO (AGI) - Roma, 13 Mar.
- Il CSM ha negato al pm romano Adelchi D'Ippolito l'autorizzazione ad assumere l'incarico di consultente giuridico dell'Ufficio del Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il motivo: anni fa D'Ippolito si e' occupato di un procedimento penale a carico di Silvio Berlusconi (relativo a tangenti pagate dalla Fininvest) conclusosi con una richiesta al Gip di archiviazione.
"Il CSM - questa la spiegazione data nella delibera varata dal plenum con 14 si' alla proposta di "non autorizzare l'espletamento dell'incarico" formulata a maggioranza dalla seconda commissione referente, 12 no e due astensioni - ritiene che il conferimento ad opera della Presidenza del Consiglio di un incarico extragiudiziario a un magistrato che in precedenza aveva trattato un procedimento penale in cui l'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri risultava indagato per reati di corruzione, possa integrare una ipotesi di esposizione a rischio dei valori di indipendenza ed imparzialita' di cui si alimenta la funzione giudiziaria".
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