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Seduta antimeridiana All'ordine del giorno: 1) Ordine del giorno speciale, sezione A e B
2) Decennale della scomparsa del dr.
Borsellino 3) Collocamento fuori ruolo 4) Applicazione al Tribunale di Tivoli 5) Proroga di applicazione extradistrettuale al Tribunale di Milano 6) Destinazione di un Magistrato all'Ufficio studi e documentazione del CSM 7) Costituzione della Commissione esaminatrice del corso-concorso per la copertura di sei posti dell'area funzionale B, posizione economica B1, riservato al personale dipendente del CSM 8) Copertura posti 9) Due pratiche varie connesse, revoca e … destinazione 10) Collocamento fuori ruolo 11) Ricorsi 12) Pratiche rinviate dalla seduta precedente per copertura posti 13) Conferimento dell'ufficio direttivo superiore di Avvocato Generale presso la procura Generale della Corte di Cassazione Il CSM nelle agenzie di stampa GIUSTIZIA: SCIACCA, TRIBUNALE E PROCURA RISCHIANO COLLASSO ALLARME DEGLI AVVOCATI, ORGANICI ALL' OSSO, INTERVENGA IL CSM (ANSA) - SCIACCA, 24 LUG - Carenza di magistrati e di applicati al tribunale e alla procura della Repubblica di Sciacca.
La denuncia, l'ennesima che riguarda questi uffici giudiziari, proviene dal locale consiglio dell'ordine degli avvocati, il cui presidente Giovanni Vaccaro ha chiesto formalmente un intervento risolutore al ministro di grazia e giustizia Castelli e allo stesso Csm.
Negli ultimi giorni, due magistrati inquirenti e quattro giudicanti hanno ottenuto il trasferimento, e la situazione attuale e' ai limiti del collasso: sono solo cinque, oggi, i giudici che operano presso l'ufficio del tribunale presieduto da Alberto Bellet, mentre in procura sono rimaste solo tre unita', compreso il procuratore capo Bernardo Petralia.
''La situazione e' grave - ammette l'avvocato Vaccaro - e rischia di peggiorare se si considera che, purtroppo, la realta' di Sciacca si caratterizza per una radicata presenza della criminalita', sia comune che organizzata''.
Presso gli uffici giudiziari di Sciacca, nel recente passato sono stati istruiti anche alcuni delicati processi, tuttora in corso e che, quindi, rischiano di rimanere bloccati.
''E' necessario - conclude Vaccaro - che i posti vacanti nell'organico vengano coperti con la massima celerita'''.
Del futuro degli uffici giudiziari di Sciacca si parla da anni, considerato il rischio, fino ad oggi scongiurato, di una loro soppressione.
MAFIA: ALLARME DA CSM, CONTRO PATRIMONI BOSS SISTEMA INADEGUATOLACUNE IN NORME PREVENZIONE, URGE INTERVENTO LEGISLATIVOPER FMI 'INDUSTRIA CRIMINE' MUOVE 500 MILIONI DI DOLLARI ALL'ANNO I SETTORI DELL'ECONOMIA ILLEGALE, DAGLI APPALTI ALL'INTRATTENIMENTO TUTTI I 'BUCHI NERI', MANCA COORDINAMENTO TRA ORGANI CHE INDAGANO ORGANICI 'INCONSISTENTI', SERVE CONGRUO AUMENTO E SPECIALIZZAZIONE Roma, 24 lug.
- (Adnkronos) - Il sistema delle misure di prevenzione patrimoniali non funziona: e' ''carente e lacunoso''.
''Urge'' rimettervi mano con un ''largo intervento legislativo'' che rimedi a ''discrasie, lacune e omissioni'' della normativa.
Un intervento necessario per offrire strumenti adeguati ad alzare il velo sui patrimoni dei boss e a fronteggiare i nuovi canali di finanziamento della criminalita', sempre piu' sofisticati.
Compresi quelli usati per le attivita' terroristiche.
A lanciare l'allarme, denunciando l'inadeguatezza del sistema, e' la commissione Criminalita' Organizzata del Csm.
In un lungo documento approvato all'unanimita' dalla commissione e ora all'esame del plenum che dovrebbe approvarlo tra stasera e domani, i consiglieri sollecitano una revisione delle norme in vigore.
Ma chiedono anche un rafforzamento degli organici delle sezioni che si occupano della materia e una loro maggiore specializzazione.
Una volta approvato dall'assemblea di palazzo dei Marescialli, la risoluzione verra' trasmessa al ministro della Giustizia Roberto Castelli, al presidente della commissione parlamentare Antimafia Roberto Centaro, al procuratore nazionale antimafia Piero Luigi Vigna, al governatore di Bankitalia Antonio Fazio e ai capi di tutti gli uffici giudiziari italiani.
Il lavoro e' frutto di mesi di audizioni: piu' di 70 i magistrati e gli esperti ascoltati.
Obiettivo, verificare gli strumenti a disposizione degli uffici giudiziari nella lotta ai nuovi fenomeni di finanziamento criminale.
C'e' stata infatti, ricordano i consiglieri di palazzo dei Marescialli, una ''finanziarizzazione della ricchezza'', realizzata attraverso ''sofisticate tecniche di occultamento e gestione dei proventi''.
I dati a disposizione risalgono al '97.
Secondo il Fondo monetario internazionale, l''industria del crimine' muove ogni anno circa 500 milioni di dollari, pari al 2% del pil mondiale.
Mentre in Italia il giro d'affari delle associazioni mafiose ''storiche'', sempre all'epoca, e' stato quantificato in 108.100 miliardi di vecchie lire.
L'analisi della commissione del Csm indica i settori in cui l'economia criminale opera.
Molti dei quali sono quelli ''tradizionali'': appalti pubblici, edilizia, traffico di stupefacenti e armi, ma anche ''intrattenimento'', commercio, servizi.
Settori diffusi in tutte le aree del Paese, da nord a sud.
Anche se in alcune zone la situazione fotografata appare piu' preoccupante.
Come a Palermo, non a caso, dove nell'edilizia e negli appalti pubblici ''Cosa Nostra e' riuscita a creare condizioni assai prossime a quelle di un regime monopolistico''.
''Attraverso un sistema di 'rotazione programmata' -avvertono i consiglieri del Csm- tutte le imprese sottoposte alla 'regia' di Cosa Nostra hanno la garanzia di ottenere, a turno, l'aggiudicazione di appalti pubblici''.Un sistema diffuso, con tecniche di riciclaggio dei proventi illeciti diventate sempre piu' sofisticate.
A fronte di cio', avvertono i consiglieri di palazzo dei Marescialli, il sistema delle misure di prevenzione patrimoniale e' ''carente e lacunoso'' e bisogna intervenire con ''urgenza'' per ''sanare le anomalie e le omissioni normative''.
Diverse le ''lacune'' individuate nel sistema.
Innanzitutto, si mette in guardia nel documento, manca uno strumento di coordinamento tra gli organi chiamati a svolgere le indagini sui patrimoni.
''Generiche'' sono poi le formule che regolano l'attivita' di gestione dei beni sequestrati e confiscati.
Cosi' come non e' regolata l'amministrazione dei beni costituiti in azienda.
Manca anche una disciplina sull'eventuale prosecuzione delle attivita' delle aziende.
Altri 'buchi neri' nella disciplina riguardano l'assenza di disposizioni sul ''grado di tutela da riconoscere ai terzi in buona fede'' e sui rapporti tra le amministrazioni giudiziarie e il fisco.''Difficile'', avvertono ancora i consiglieri del Csm, sono le verifiche all'estero, vista la ''impossibilita' pratica di collaborazione con le polizie straniere''.
''Grandi ritardi'' si riscontrano poi nell'esame delle dichiarazioni dei redditi dei soggetti 'segnalati'.
Cosi' come con ''notevole ritardo'' vengono eseguiti i provvedimenti di confisca, sottoposti a un procedimento ''farraginoso'': tra il passaggio in giudicato del provvedimento e la concreta acquisizione dell'immobile da parte dello Stato ''trascorrono almeno 4-5 anni, che diventano 7-8 dalla data del sequestro''.
Senza dimenticare i problemi che riguardano la gestione dei beni sequestrati o confiscati e la procedura di esecuzione (''non meno di 5 anni'').
Troppo lunghi, sostiene ancora la commissione del Csm, sono anche i tempi per l'esecuzione dei provvedimenti di sequestro e confisca all'estero .
Ma la commissione del Csm segnala anche la ''inconsistenza'' degli organici giudiziari e amministrativi delle sezioni di prevenzione.
Carenze, avverte, che ''impediscono di celebrare udienze settimanali in numero congruo e proporzionato al carico di lavoro''.
La soluzione, per lo meno nei grandi centri, secondo il Csm sarebbe quella di creare sezioni ad hoc, in modo da favorire anche la ''specializzazione'' dei magistrati che se ne occupano.
Un compito che spettera' al ministero della Giustizia, al quale si sollecita un ''congruo aumento degli organici''.
Borsellino 3) Collocamento fuori ruolo 4) Applicazione al Tribunale di Tivoli 5) Proroga di applicazione extradistrettuale al Tribunale di Milano 6) Destinazione di un Magistrato all'Ufficio studi e documentazione del CSM 7) Costituzione della Commissione esaminatrice del corso-concorso per la copertura di sei posti dell'area funzionale B, posizione economica B1, riservato al personale dipendente del CSM 8) Copertura posti 9) Due pratiche varie connesse, revoca e … destinazione 10) Collocamento fuori ruolo 11) Ricorsi 12) Pratiche rinviate dalla seduta precedente per copertura posti 13) Conferimento dell'ufficio direttivo superiore di Avvocato Generale presso la procura Generale della Corte di Cassazione Il CSM nelle agenzie di stampa GIUSTIZIA: SCIACCA, TRIBUNALE E PROCURA RISCHIANO COLLASSO ALLARME DEGLI AVVOCATI, ORGANICI ALL' OSSO, INTERVENGA IL CSM (ANSA) - SCIACCA, 24 LUG - Carenza di magistrati e di applicati al tribunale e alla procura della Repubblica di Sciacca.
La denuncia, l'ennesima che riguarda questi uffici giudiziari, proviene dal locale consiglio dell'ordine degli avvocati, il cui presidente Giovanni Vaccaro ha chiesto formalmente un intervento risolutore al ministro di grazia e giustizia Castelli e allo stesso Csm.
Negli ultimi giorni, due magistrati inquirenti e quattro giudicanti hanno ottenuto il trasferimento, e la situazione attuale e' ai limiti del collasso: sono solo cinque, oggi, i giudici che operano presso l'ufficio del tribunale presieduto da Alberto Bellet, mentre in procura sono rimaste solo tre unita', compreso il procuratore capo Bernardo Petralia.
''La situazione e' grave - ammette l'avvocato Vaccaro - e rischia di peggiorare se si considera che, purtroppo, la realta' di Sciacca si caratterizza per una radicata presenza della criminalita', sia comune che organizzata''.
Presso gli uffici giudiziari di Sciacca, nel recente passato sono stati istruiti anche alcuni delicati processi, tuttora in corso e che, quindi, rischiano di rimanere bloccati.
''E' necessario - conclude Vaccaro - che i posti vacanti nell'organico vengano coperti con la massima celerita'''.
Del futuro degli uffici giudiziari di Sciacca si parla da anni, considerato il rischio, fino ad oggi scongiurato, di una loro soppressione.
MAFIA: ALLARME DA CSM, CONTRO PATRIMONI BOSS SISTEMA INADEGUATOLACUNE IN NORME PREVENZIONE, URGE INTERVENTO LEGISLATIVOPER FMI 'INDUSTRIA CRIMINE' MUOVE 500 MILIONI DI DOLLARI ALL'ANNO I SETTORI DELL'ECONOMIA ILLEGALE, DAGLI APPALTI ALL'INTRATTENIMENTO TUTTI I 'BUCHI NERI', MANCA COORDINAMENTO TRA ORGANI CHE INDAGANO ORGANICI 'INCONSISTENTI', SERVE CONGRUO AUMENTO E SPECIALIZZAZIONE Roma, 24 lug.
- (Adnkronos) - Il sistema delle misure di prevenzione patrimoniali non funziona: e' ''carente e lacunoso''.
''Urge'' rimettervi mano con un ''largo intervento legislativo'' che rimedi a ''discrasie, lacune e omissioni'' della normativa.
Un intervento necessario per offrire strumenti adeguati ad alzare il velo sui patrimoni dei boss e a fronteggiare i nuovi canali di finanziamento della criminalita', sempre piu' sofisticati.
Compresi quelli usati per le attivita' terroristiche.
A lanciare l'allarme, denunciando l'inadeguatezza del sistema, e' la commissione Criminalita' Organizzata del Csm.
In un lungo documento approvato all'unanimita' dalla commissione e ora all'esame del plenum che dovrebbe approvarlo tra stasera e domani, i consiglieri sollecitano una revisione delle norme in vigore.
Ma chiedono anche un rafforzamento degli organici delle sezioni che si occupano della materia e una loro maggiore specializzazione.
Una volta approvato dall'assemblea di palazzo dei Marescialli, la risoluzione verra' trasmessa al ministro della Giustizia Roberto Castelli, al presidente della commissione parlamentare Antimafia Roberto Centaro, al procuratore nazionale antimafia Piero Luigi Vigna, al governatore di Bankitalia Antonio Fazio e ai capi di tutti gli uffici giudiziari italiani.
Il lavoro e' frutto di mesi di audizioni: piu' di 70 i magistrati e gli esperti ascoltati.
Obiettivo, verificare gli strumenti a disposizione degli uffici giudiziari nella lotta ai nuovi fenomeni di finanziamento criminale.
C'e' stata infatti, ricordano i consiglieri di palazzo dei Marescialli, una ''finanziarizzazione della ricchezza'', realizzata attraverso ''sofisticate tecniche di occultamento e gestione dei proventi''.
I dati a disposizione risalgono al '97.
Secondo il Fondo monetario internazionale, l''industria del crimine' muove ogni anno circa 500 milioni di dollari, pari al 2% del pil mondiale.
Mentre in Italia il giro d'affari delle associazioni mafiose ''storiche'', sempre all'epoca, e' stato quantificato in 108.100 miliardi di vecchie lire.
L'analisi della commissione del Csm indica i settori in cui l'economia criminale opera.
Molti dei quali sono quelli ''tradizionali'': appalti pubblici, edilizia, traffico di stupefacenti e armi, ma anche ''intrattenimento'', commercio, servizi.
Settori diffusi in tutte le aree del Paese, da nord a sud.
Anche se in alcune zone la situazione fotografata appare piu' preoccupante.
Come a Palermo, non a caso, dove nell'edilizia e negli appalti pubblici ''Cosa Nostra e' riuscita a creare condizioni assai prossime a quelle di un regime monopolistico''.
''Attraverso un sistema di 'rotazione programmata' -avvertono i consiglieri del Csm- tutte le imprese sottoposte alla 'regia' di Cosa Nostra hanno la garanzia di ottenere, a turno, l'aggiudicazione di appalti pubblici''.Un sistema diffuso, con tecniche di riciclaggio dei proventi illeciti diventate sempre piu' sofisticate.
A fronte di cio', avvertono i consiglieri di palazzo dei Marescialli, il sistema delle misure di prevenzione patrimoniale e' ''carente e lacunoso'' e bisogna intervenire con ''urgenza'' per ''sanare le anomalie e le omissioni normative''.
Diverse le ''lacune'' individuate nel sistema.
Innanzitutto, si mette in guardia nel documento, manca uno strumento di coordinamento tra gli organi chiamati a svolgere le indagini sui patrimoni.
''Generiche'' sono poi le formule che regolano l'attivita' di gestione dei beni sequestrati e confiscati.
Cosi' come non e' regolata l'amministrazione dei beni costituiti in azienda.
Manca anche una disciplina sull'eventuale prosecuzione delle attivita' delle aziende.
Altri 'buchi neri' nella disciplina riguardano l'assenza di disposizioni sul ''grado di tutela da riconoscere ai terzi in buona fede'' e sui rapporti tra le amministrazioni giudiziarie e il fisco.''Difficile'', avvertono ancora i consiglieri del Csm, sono le verifiche all'estero, vista la ''impossibilita' pratica di collaborazione con le polizie straniere''.
''Grandi ritardi'' si riscontrano poi nell'esame delle dichiarazioni dei redditi dei soggetti 'segnalati'.
Cosi' come con ''notevole ritardo'' vengono eseguiti i provvedimenti di confisca, sottoposti a un procedimento ''farraginoso'': tra il passaggio in giudicato del provvedimento e la concreta acquisizione dell'immobile da parte dello Stato ''trascorrono almeno 4-5 anni, che diventano 7-8 dalla data del sequestro''.
Senza dimenticare i problemi che riguardano la gestione dei beni sequestrati o confiscati e la procedura di esecuzione (''non meno di 5 anni'').
Troppo lunghi, sostiene ancora la commissione del Csm, sono anche i tempi per l'esecuzione dei provvedimenti di sequestro e confisca all'estero .
Ma la commissione del Csm segnala anche la ''inconsistenza'' degli organici giudiziari e amministrativi delle sezioni di prevenzione.
Carenze, avverte, che ''impediscono di celebrare udienze settimanali in numero congruo e proporzionato al carico di lavoro''.
La soluzione, per lo meno nei grandi centri, secondo il Csm sarebbe quella di creare sezioni ad hoc, in modo da favorire anche la ''specializzazione'' dei magistrati che se ne occupano.
Un compito che spettera' al ministero della Giustizia, al quale si sollecita un ''congruo aumento degli organici''.
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