10 MAR 1999

CSM - Plenum del 10 marzo 1999, seduta pomeridiana

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 35 min
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La seduta ha inizio alle 17.00 e termina alle 19.33 Presidenza del vicepresidente Giovanni Verde Il CSM nelle agenzie di stampa PACIOTTI: CSM SI DIVIDE, DAI LAICI DUBBI SULL'OPPORTUNITA'SERIO (FI), UNA MICCIA PER STRUMENTALIZZAZIONI POLITICHE DI CAGNO (DS), NESSUN LIMITE AL DIRITTO DEI MAGISTRATI MA...

ROSSI (MD), MEDIOCRE POLEMICA POLITICA LE ACCUSE DAL POLO Roma, 10 mar.

(Adnkronos) - La candidatura alle Europee di Elena Paciotti divide anche il Csm.

Non c'e' dubbio, si sostiene, che ne abbia tutto il diritto, come dimostra il fatto che alla sua candidatura proprio oggi l'assemblea di Palazzo
dei Marescialli ha dato il via libera all'unanimita', con il collocamento in aspettativa.

Ma la scelta dell'ex presidente dell'Anm viene giudicata inopportuna dai consiglieri laici, sia del centrodestra che del centrosinistra.

''Seppure nessuna norma vieti ai magistrati di assumere incarichi politici, giudico gravemente inopportuno -osserva Mario Serio (Fi)- che questi incarichi siano svolti presso enti territoriali in costanza di servizio: questo appanna l'immagine di imparzialita' e indipendenza dei magistrati.

Sono anche contrario -aggiunge- all'assunzione di incarichi politici subito dopo averne ricoperto di molto rilevanti in tutti i rami di istituzioni giudiziarie, comprese quelle associative''.

Tutto cio', avverte Serio, ''non rasserena e rassicura i cittadini''.

Anzi, ''costituisce la miccia per ogni tipo di polemica su strumentalizzazioni in senso politico della funzione giudiziaria''.

''Se i magistrati aspirano, come e' giusto, a godere di rispetto sociale e ad essere difesi da critiche aspre, diano il buon esempio -ammonisce Serio- non esponendosi ad avventure politiche che giustamente allarmano l'opinione pubblica''.Un richiamo all'''autolimitazione'' da parte dei magistrati, affinche' non tornino ad indossare la toga una volta conclusa la carriera politica, viene anche da Gianni Di Cagno, laico dei Ds.

''Fermo restando -osserva- che nessun limite puo' esser posto al diritto di elettorato passivo, non sarebbe male se i magistrati adottassero particolari forme di autolimitazione quanto all'esercizio di funzioni giurisdizionali una volta cessate le cause di incompatibilita'''.

Di Cagno ricorda come il problema riguardi ''numerosissimi magistrati, non solo parlamentari e candidati alle prossime elezioni, ma anche sindaci e consiglieri comunali ''.

''Con il sistema maggioritario -sottolinea il consigliere laico di Palazzo dei Marescialli- si inaspriscono i rapporti tra le forze politiche e, dunque, deve necessariamente cambiare anche l'approccio dei magistrati all'esercizio di funzioni politiche''.

A difesa della scelta della Paciotti scende in campo Nello Rossi, togato di Md, la corrente dell'ex presidente dell'Anm.

''Accettando la candidatura al Parlamento europeo -sostiene- Elena Paciotti ha esercitato un suo diritto di cittadino e di magistrato.

Il Csm, nel plenum di oggi, ha riconosciuto, con una sua deliberazione approvata all'unanimita', l'assoluta correttezza del suo modo di procedere''.

Rossi evidenzia come la scelta della Paciotti sia frutto di ''assoluta coerenza personale e trasparenza politica''.

''Sono convinto -aggiunge- che portera' nel suo nuovo impegno le stesse doti di intelligenza, di fermezza e di sensibilita' istituzionale che ha profuso nel suo lavoro di magistrato.

La politica italiana guadagnera' un personaggio di alto profilo morale e intellettuale -assicura Rossi- e Dio sa se ne ha bisogno''.

Rossi bolla poi come ''mediocre polemica politica'' le accuse rivolte alla Paciotti dai leader del Polo.

Comprese quelle lanciate ieri da Bonn da Silvio Berlusconi.

''Mi auguro -sottolinea- che nessuno dei membri del Csm, che e' tutore e garante dei diritti, oltre che dei doveri, dei magistrati, vorra' accodarsi alle confuse dichiarazioni di esponenti politici che in queste ore gridano all'ennesimo complotto o si improvvisano spericolatamente maestri di vita e di costume politico''.

Le parole di Berlusconi, che ha citato il caso Dell'Utri e quello Paciotti come esempi di un ''cancro della giustizia usata a fini politici'', sono bollate come ''affermazioni molto gravi'' dal consigliere laico Graziella Tossi Brutti (Ds).

Mentre Armando Spataro, togato dei Movimenti Riuniti, osserva: ''Rimandano, per l'ennesima volta, alla gia' nota teoria del complotto ed evocano un improponibile collegamento tra la candidatura Paciotti e la richiesta della Procura di Palermo concernente l'on.

Dell'Utri''.

''Non mi pare il caso di commentare queste affermazioni, salvo ricordare -sottolinea Spataro- che la collocazione super-partes della dottoressa Paciotti e' testimoniata, oltre dall'intera sua carriera, dall'apprezzamento unanime riscosso durante la sua presidenza dell'Anm e dal manifestato proposito di lasciare la magistratura''.

CSM: ROBERTO SAIEVA PROCURATORE CAPO NUORO (AGI) - Roma, 10 mar.

- Roberto Saieva e' il nuovo procuratore della Repubblica di Nuoro: l'incarico gli e' stato conferito oggi dal Consiglio Superiore della Magistratura.

Siciliano, 47 anni il prossimo giugno (e' nato ad Agrigento il 27 giugno 1952), in magistratura dal giugno 1978, Saieva lascia le funzioni di sostituto procuratore generale presso la Corte di Appello di Caltanissetta, dove si e' occupato di criminalita' organizzata e mafiosa.

Nel corso della sua carriera Saieva e' stato pm ad Agrigento (dove oltre ad inchieste di mafia ha trattato complessi procedimenti relativi a reati contro la pubblica amministrazione), ha pretato servizio al ministero di Grazia e Giustizia (alla Direzione Generale degli Affari Penali si e' occupato di procedure di estradizione e di cooperazione giudiziaria internazionale), e' stato componente della Direzione Nazionale Antimafia (dove ha fatto parte del gruppo preposto al coordinamento delle indagini su Cosa nostra e del gruppo che si e' occupato delle indagini sulle stragi di Capaci e di Via D'Amelio).

Saieva e' stato anche applicato alla DDA di Caltanissetta e, poi, a quella di Palermo, dove si e' interessato di stategie investigative per l'individuazione dei patrimoni mafiosi.

CSM: NUOVI PROCURATORI A POTENZA E A TRIBUNALE MINORI BARI (AGI) - Roma, 10 mar.

- Giuseppe Galante procuratore della Repubblica di Potenza, Vincenzo Maria Bisceglia procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bari: gli incarichi sono stati conferiti oggi dal Consiglio Superiore della Magistratura.

Galante, 55 anni il prossimo aprile, in magistratura dal gennaio '70, lascia le funzioni di sostituto procuratore generale presso la Corte di Appello della stessa Potenza.

Bisceglia, 63 anni, magistrato dall'aprile '67, lascia l'incarico di procuratore aggiunto presso la Pretura circondariale del capoluogo pugliese.

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