16 FEB 2005

CSM - Plenum del 16 febbraio 2005, seduta pomeridiana

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 3 ore 28 min
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Registrazione audio di "CSM - Plenum del 16 febbraio 2005, seduta pomeridiana", registrato mercoledì 16 febbraio 2005 alle 00:00.

La registrazione audio ha una durata di 3 ore e 28 minuti.
  • Presidente introduce la pratica ex art. 45 a tutela di Papalia; poi De Nunzio

    <strong>Indice</strong><br>La seduta ha inizio <strong>alle 16.55</strong><br>Presidenza del vicepresidente <strong>Virginio Rognoni</strong><br>Relazione
    0:00 Durata: 6 min 44 sec
  • Marotta illustra una risoluzione alternativa

    0:06 Durata: 14 min
  • Il Presidente e poi Salvi

    Illustrazione emendamenti
    0:20 Durata: 9 min 2 sec
  • Di Federico, Ventura Sarno, Berlinguer, Aghina, Lo Voi, Buccico

    Discussione
    0:29 Durata: 46 min 1 sec
  • Riello, Salmè, Meliadò, Primicerio, Mammone, Stabile e Tenaglia

    Seguito della discussione
    1:15 Durata: 47 min 20 sec
  • Dopo una breve discussione tra il Presidente, Salvi e De Nunzio, intervengono Di Federico, Salvi e De Nunzio

    Repliche
    2:03 Durata: 7 min 11 sec
  • Presidente sullo svolgimento della discussione, poi per dichiarazione di voto: Aghina, Ventura Sarno, interrotta brevemente dal Presidente, e Meliadò

    Voto per ballottaggio tra la proposta dei togati e quella Marotta/Spangher: <em>approvata la prima</em> Procedura di voto
    2:10 Durata: 9 min 18 sec
  • Presidente e poi Menditto, relatore, poi Di Federico che chiede il ritorno in Commissione

    <br>Pratiche di Quinta Commissione <strong>Presidenza del GIP di Roma</strong> Dr. Figliolìa
    2:19 Durata: 21 min 22 sec
  • Schietroma, Stabile, Mammone, Lo Voi e Fici; il Presidente fà una precisazione

    Discussione
    2:40 Durata: 28 min 11 sec
  • Dichiarazione di voto di Menditto sul ritorno in Commissione, poi, sul merito, dichiarazioni di Buccico, Schietroma, Berlinguer, Stabile e Di Federico

    Voto sul ritorno in Commissione: <em>respinto</em><br>Voto sul merito: <em>approvato il dr. Figliolìa</em><br>La seduta termina <strong>alle 19.26</strong> <strong>Il CSM nelle agenzie di stampa</strong> GIUSTIZIA: CSM CONDANNA ATTACCO LEGA, LAICI CDL DIVISI <br>LARGA MAGGIORANZA SU RICHIESTA INTERVENTO ALTE CARICHE STATO (ANSA) - ROMA, 16 FEB - Il Csm si rivolgera' alle massime istituzioni dello Stato per ''rappresentare l'assoluta e indifferibile esigenza di garantire il rispetto dei valori e principi costituzionali posti a presidio dell'autonomo e indipendente esercizio della giurisdizione''. Ed aprira' una pratica ''a tutela della giurisdizione'' inviando a Verona la Prima Commissione. Cosi' Palazzo dei marescialli risponde all'attacco rivolto al procuratore di Verona, Guido Papalia durante la manifestazione leghista di domenica, alla quale ha partecipato il ministro per le Riforme Roberto Calderoli. Il plenum ha fatto proprio con alcune modifiche il documento messo a punto dai consiglieri togati e dai laici di sinistra. Il testo e' passato a larga maggioranza con 19 voti a favore. Non lo hanno votato i laici della Cdl che si sono divisi: tre (Giorgio Spangher, Fi; Nino Marotta, Udc; e Nicola Buccico, An) hanno votato un documento alternativo che escludeva ogni riferimento esplicito alla manifestazione di Verona ma che comunque condannava ''atteggiamenti e comportamenti che possono minare l' autonomia e l' indipendenza'' della magistratura; gli altri due (Giuseppe Di Federico, Fi; e Mariella ventura Sarno, Lega) hanno lasciato l' aula al momento del voto contestando la legittimita' dell' intervento del Consiglio. Si e', invece, astenuto il vicepresidente del Csm, Virginio Rognoni, un gesto simbolico il suo, per sottolineare le ''convergenze reali e concrete'' che ci sono state tra tutti i gruppi nella condanna dell' accaduto. Nel documento che ha ottenuto la maggioranza non si parla piu' di comportamenti del ministro Calderoli - che proprio ieri aveva ventilato querele per i proponenti - ma di fatti avvenuti in sua presenza. Tuttavia, il giudizio di valore non cambia: sono ''comportamenti che non hanno precedenti per la volgarita' delle espressioni usate e la virulenza delle manifestazioni''. E ''non possono nemmeno essere accostate alla critica dei provvedimenti giudiziari, ma costituiscono una gravissima interferenza con la giurisdizione''. Resta pure confermata la stoccata al ministro della Giustizia, Roberto Castelli: ''Le continue pressioni su giudici perche' si adeguino nelle loro decisioni alla volonta' popolare e al 'comune sentire del popolo' costituiscono un' indebita interferenza nella giurisdizione, in violazione della Costituzione e che sancisce che i giudici sono soggetti soltanto alla legge''. Se dunque alla fine il voto si e' differenziato, la condanna dei toni e dei comportamenti tenuti alla manifestazione leghista di Verona e' stata condivisa dalla quasi totalita' dei consiglieri. E parole chiarissime in tal senso sono state pronunciate anche dall'esponente della CdL Buccico, che si era dichiarato disponibile a votare entrambi i documenti. ''Non sono condivisibili ne' tollerabili, ne' riducibili ad esteriorizzazioni goliardiche fatti e condotte che travolgendo i legittimi confini della critica evidenziano irrisione e disprezzo per la funzione giurisdizionale - ha detto - la condanna per chi ha compiuto tali gesti e la solidarieta' per chi li ha subiti e' chiara, senza se' e senza ma''. In tantissimi interventi e' risuonato l'allarme per un episodio giudicato senza precedenti. ''E' il piu' grave di questa consigliatura - ha sottolineato Ernesto Aghina, del movimento per la Giustizia - stavolta non e' stato criticato un provvedimento giudiziario, ma e' stata messa in discussione la presenza di un magistrato in un ufficio giudiziario''. Di ''rottura istituzionale'' ha parlato Giovanni Salvi, di Magistratura Democratica, anche perche' i fatti di Verona sono avvenuti alla presenza di cariche dello Stato ''che non ne hanno preso le distanze''. ''C'e' una degenerazione dei rapporti istituzionali - ha lamentato Luigi Berlinguer, Ds - di fronte alla quale non possiamo tacere. I rapporti tra le istituzioni devono tornare nel giusto binario, a cominciare dal linguaggio usato. Non si puo' andare avanti con il turpiloquio che sta minando le basi della convivenza democratica''. Non sono entrati, invece, nel merito della vicenda Di Federico e Ventura Sarno, che hanno invece contestato la legittimita' degli interventi del Consiglio a tutela dei magistrati. ''Non spetta al Csm intervenire - hanno sostenuto - ci sono tutti gli strumenti giuridici perche' i magistrati si possano tutelare da soli''. CSM: DA PROCURA A CAPO GIP ROMA, PLENUM NOMINA FIGLIOLIA <br>PER MAGGIORANZA NORME NON IMPEDISCONO PASSAGGIO FUNZIONI (ANSA) - ROMA, 16 FEB - E' Carlo Figliolia, procuratore aggiunto alla Procura di Roma, il nuovo presidente della sezione Gip del Tribunale della Capitale. E' stato nominato a larga maggioranza dal plenum del Csm: venti voti a favore; tre i contrari (i laici della Cdl Giuseppe Di Federico e Mariella Ventura Sarno e il consigliere dello Sdi Gianfranco Schietroma) e tre i contrari. Si e' invece astenuto il vicepresidente del Csm Virginio Rognoni, come consuetudine in occasione di nomine ai vertici della magistratura. La nomina di Figliolia non e' stata indolore. Era gia' stata rinviata piu' volte ed oggi Di Federico ne aveva chiesto il ritorno in commissione. Motivo: il contrasto con una risoluzione precedente con cui il Csm si era impegnato ad evitare il passaggio dalle funzioni di pubblico ministero a quello di giudice nella stessa sede. Ma la richiesta del laico della Cdl e' stata respinta. Secondo la maggioranza dei consiglieri la legge non prevede ''alcuna limitazione'' alla partecipazione di un pubblico ministero a concorsi che riguardano gli uffici giudicanti della citta' in cui svolge le funzioni. Si devono percio' applicare le attuali norme. Ed essendo Figliolia il candidato piu' titolato per il posto di capo dei Gip di Roma, escluderlo solo perche' Pm avrebbe significato operare ''un illegittima introduzione di un requisito non previsto dalla normativa''. Oltretutto nella delibera approvata il Csm fa notare che Figliolia ha quasi sempre svolto funzioni giudicanti (ininterrottamente dal 1968 al 2000) e che per undici anni e' stato giudice per le indagini preliminari. Requisiti questi che assieme alle ''grandi capacita' organizzative'' hanno fatto pendere la bilancia dalla sua parte. In magistratura dal '65, Figliolia ha cominciato la carriera come sostituto procuratore a Vercelli; poi e' stato pretore a Monreale e a Roma e dal 1970 giudice nella Capitale. Nel dicembre 2000 l'ultimo incarico, quello di procuratore aggiunto presso il tribunale di Roma.<br>(AGI) - Roma, 16 feb. - Carlo Figliolia e' stato nominato dal plenum di palazzo dei Marescialli capo della sezione gip di Roma. Figliolia, attuale procuratore aggiunto della capitale, e' stato nominato a larga maggioranza. Venti i voti a favore, 3 i contrari. PER MAGGIORANZA NORME ATTUALI NON IMPEDISCONO PASSAGGIO FUNZIONI Roma, 16 feb. (Adnkronos) - Dalla poltrona di procuratore aggiunto a Roma a quella di capo della sezione Gip, sempre nella capitale: è il percorso di Carlo Figliolia, nominato oggi dal plenum del Csm a larga maggioranza. Sono stati 20 i voti a suo favore, 3 quelli contrari (dei laici della Cdl Di Federico e Ventura Sarno, e del collega di centrosinistra Schietroma); si è astenuto invece il vicepresidente Virginio Rognoni, come è consuetudine in occasione delle nomine ai vertici degli uffici giudiziari. La scelta di Figliolia non è stata tuttavia semplice. Dopo essere stata rinviata più volte, anche oggi il laico Di Federico aveva chiesto che la pratica ritornasse in Commissione: all'origine della richiesta, il contrasto con la risoluzione in cui il Csm si è impegnato ad evitare il più possibile il passaggio nella stesa sede giudiziaria dall'assunzione requirente a quella giudicante e viceversa. Richiesta che però l'assemblea di palazzo dei Marescialli ha respinto. A giudizio della maggioranza, infatti, la legge attuale non prevede che si possa impedire ad un pm di partecipare al concorso per un posto negli uffici giudicanti della stessa città. E' necessario dunque applicare le norme in vigore: tra gli aspiranti, è stato sottolineato, Figliolia è il più titolato, escluderlo ''comporterebbe una illegittima introduzione di un ulteriore requisito non previsto dalla normativa vigente''. Tanto più , evidenzia ancora il Csm nella delibera approvata, che ''dal '68 al 2000'' Figliolia ha svolto funzioni giudicanti, ricoprendo per 11 anni ''proprio le funzioni di gip''. Requisiti che, assieme alla ''spiccata capacità organizzativa'', alla ''laboriosità'' e alla sua ''condotta irreprensibile'', hanno fatto pendere la bilancia dalla parte di Figliolia. In magistratura dal '65, Figliolia ha iniziato la sua carriera a Vercelli come sostituto procuratore; poi è stato pretore a Morreale e Roma, dove dal '70 ha svolto funzioni di giudice. Dal dicembre del 2000 era procuratore aggiunto nella Capitale. Procedura di voto
    3:09 Durata: 18 min 52 sec