Il CSM nelle agenzie di stampa ELEZIONI: VENEZIA; AL CSM SCONTRO SU ASPETTATIVA A PM CASSON NO LAICI CDL, PROVVEDIMENTO CONTRO LA LEGGE
(ANSA) - ROMA, 9 MAR - Scontro al Csm sul caso del sostituto procuratore Felice Casson che ha accettato la candidatura a sindaco di Venezia.
A maggioranza il plenum ha approvato una delibera che concede a Casson l'aspettativa per ragioni elettorali a decorrere dal 3 marzo scorso; contro hanno votato i laici della Cdl secondo i quali l'aspettativa doveva decorrere da oggi e che percio' parlano di un provvedimento ''contro la legge''.
La questione non era di non … secondaria importanza, visto che in base al testo unico degli enti locali i magistrati per essere eleggibili devono lasciare le funzioni non oltre il giorno previsto per la presentazione delle candidature, in questo caso entro il 5 marzo scorso.
E dunque se l'aspettativa fosse decorsa da oggi Casson sarebbe stato a rischio di ineleggibilita'.
Sulla delibera si sono astenuti il vice presidente del Csm Virginio Rognoni, il pg della Cassazione Francesco Favara , il gruppo di Magistratura Indipendente e il togato di Unita' per la Costituzione Nello Stabile.
''La determinazione della decorrenza della collocazione in aspettativa dei magistrati candidatisi nella prossima tornata elettorale non puo' essere lasciata alla indicazione degli interessati'' sottolinea in una nota il gruppo del Polo, spiegano il proprio voto contrario.
''L'art.60 del D.
Lgs.
18.8.2000 n.267 prevede, infatti, che la P.A.
adotti i provvedimenti conseguenti entro cinque giorni dalla richiesta e, in caso di mancanza di adozione dei provvedimenti dovuti, stabilisce la decorrenza dal quinto giorno successivo alla domanda''.
Per questo secondo i consiglieri Nicola Buccico, Giorgio Spangher, Nino Marotta, Mariella Ventura Sarno e Giuseppe Di Federico, si e' trattato di una deliberazione ''contraria alla legge''.
ELEZIONI: GIUDICI-CANDIDATI, IN ARRIVO GIRO DI VITE DAL CSM A FINE MANDATO CAMBIO DISTRETTO E FUNZIONI GIUDICANTI (ANSA) - ROMA, 9 MAR - Il Csm prepara un giro di vite per i giudici-candidati.
Le toghe che decidono di scendere in politica dovranno cambiare distretto giudiziario al termine del loro mandato e non potranno farvi ritorno prima di cinque anni.
Un obbligo che tocchera' anche a chi non ce l'ha fatta ad essere eletto.
Ma non basta: al termine del mandato parlamentare o amministrativo , sara' obbligatorio svolgere funzioni giudicanti.
Le nuove regole sono contenute in una circolare disposta dalla Terza Commissione del Csm e che domani sara' sottoposta all'esame del plenum di Palazzo dei marescialli.
L'obiettivo della nuova disciplina e' contemperare l'attuazione dei diritti elettorali dei magistrati con ''le esigenze dell'amministrazione della giustizia e della tutela dell'indipendenza e dell' imparzialita' della funzione giudiziaria''.
Al momento la legge stabilisce solo per i magistrati eletti al Parlamento il divieto di esercitare a fine mandato le funzioni giudiziarie per un quinquennio nella circoscrizione in cui si sono svolte le elezioni.
Con questa circolare il Csm va ben oltre: non solo il divieto diventera' piu' ampio, estendendosi al distretto di Corte di appello, in sostanza alla regione; ma si applichera' anche a chi termina il mandato amministrativo ed europeo.
In tutti questi casi il magistrato dovra' essere destinato al distretto piu' vicino ''rispetto a quello di provenienza e fuori dalla circoscrizione elettorale'' ed esercitare ''funzioni giudicanti''.
E anche i candidati non eletti non potranno rimanere nel distretto in cui si sono svolte le consultazioni per cinque anni a partire dalla data delle elezioni.
A maggioranza il plenum ha approvato una delibera che concede a Casson l'aspettativa per ragioni elettorali a decorrere dal 3 marzo scorso; contro hanno votato i laici della Cdl secondo i quali l'aspettativa doveva decorrere da oggi e che percio' parlano di un provvedimento ''contro la legge''.
La questione non era di non … secondaria importanza, visto che in base al testo unico degli enti locali i magistrati per essere eleggibili devono lasciare le funzioni non oltre il giorno previsto per la presentazione delle candidature, in questo caso entro il 5 marzo scorso.
E dunque se l'aspettativa fosse decorsa da oggi Casson sarebbe stato a rischio di ineleggibilita'.
Sulla delibera si sono astenuti il vice presidente del Csm Virginio Rognoni, il pg della Cassazione Francesco Favara , il gruppo di Magistratura Indipendente e il togato di Unita' per la Costituzione Nello Stabile.
''La determinazione della decorrenza della collocazione in aspettativa dei magistrati candidatisi nella prossima tornata elettorale non puo' essere lasciata alla indicazione degli interessati'' sottolinea in una nota il gruppo del Polo, spiegano il proprio voto contrario.
''L'art.60 del D.
Lgs.
18.8.2000 n.267 prevede, infatti, che la P.A.
adotti i provvedimenti conseguenti entro cinque giorni dalla richiesta e, in caso di mancanza di adozione dei provvedimenti dovuti, stabilisce la decorrenza dal quinto giorno successivo alla domanda''.
Per questo secondo i consiglieri Nicola Buccico, Giorgio Spangher, Nino Marotta, Mariella Ventura Sarno e Giuseppe Di Federico, si e' trattato di una deliberazione ''contraria alla legge''.
ELEZIONI: GIUDICI-CANDIDATI, IN ARRIVO GIRO DI VITE DAL CSM A FINE MANDATO CAMBIO DISTRETTO E FUNZIONI GIUDICANTI (ANSA) - ROMA, 9 MAR - Il Csm prepara un giro di vite per i giudici-candidati.
Le toghe che decidono di scendere in politica dovranno cambiare distretto giudiziario al termine del loro mandato e non potranno farvi ritorno prima di cinque anni.
Un obbligo che tocchera' anche a chi non ce l'ha fatta ad essere eletto.
Ma non basta: al termine del mandato parlamentare o amministrativo , sara' obbligatorio svolgere funzioni giudicanti.
Le nuove regole sono contenute in una circolare disposta dalla Terza Commissione del Csm e che domani sara' sottoposta all'esame del plenum di Palazzo dei marescialli.
L'obiettivo della nuova disciplina e' contemperare l'attuazione dei diritti elettorali dei magistrati con ''le esigenze dell'amministrazione della giustizia e della tutela dell'indipendenza e dell' imparzialita' della funzione giudiziaria''.
Al momento la legge stabilisce solo per i magistrati eletti al Parlamento il divieto di esercitare a fine mandato le funzioni giudiziarie per un quinquennio nella circoscrizione in cui si sono svolte le elezioni.
Con questa circolare il Csm va ben oltre: non solo il divieto diventera' piu' ampio, estendendosi al distretto di Corte di appello, in sostanza alla regione; ma si applichera' anche a chi termina il mandato amministrativo ed europeo.
In tutti questi casi il magistrato dovra' essere destinato al distretto piu' vicino ''rispetto a quello di provenienza e fuori dalla circoscrizione elettorale'' ed esercitare ''funzioni giudicanti''.
E anche i candidati non eletti non potranno rimanere nel distretto in cui si sono svolte le consultazioni per cinque anni a partire dalla data delle elezioni.
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