Il CSM nelle agenzie di stampa CSM: AVVOCATI IN CASSAZIONE, MARVULLI SFERZA I CONSIGLIERI'SCELTE PERSONE INADEGUATE', NOMINE TORNANO IN COMMISSIONE
(ANSA) - ROMA, 6 APR - Sono ''persone inadeguate'' gli avvocati che il Csm intende nominare consiglieri in Cassazione per meriti insigni.
E la ragione e' che non sono stati fatti controlli sui titoli vantati dai candidati che invece ''non sono conformi a verita' ''.
Il primo presidente della Cassazione Nicola Marvulli sferza i consiglieri del Csm, quando in plenum comincia la discussione sulla nomina di quattro avvocati da destinare alla Suprema … Corte.
Parole dure che hanno l'effetto di far tornare all'unanimita' la pratica in Terza Commissione che aveva proposto quei nomi.
Marvulli parla fuori dai denti.
Racconta di aver constatato lui stesso che i candidati non hanno le carte in regola, diversamente da quello che hanno scritto nelle loro autorelazioni, che invece sono state ''recepite dalla Commissione senza accertamenti specifici''.
''Per tutti si da' atto della vasta attivita' professionale svolta davanti alla Cassazione.
Ma uno di loro ha presentato soltanto due ricorsi davanti alla Suprema Corte, peraltro dichiarati inammissibili'', sottolinea impietoso Marvulli.
E non basta: ''Di un altro candidato si racconta che ha pubblicato libri e articoli sul diritto bancario.
Io che sono stato per 18 anni in una sezione della Cassazione che si occupa della materia non l'avevo mai sentito.
E ho fatto tutti i controlli: il suo e' un nome sconosciuto''.
Per questo il primo presidente chiede che la pratica torni in Commissione (''c'e' l'obbligo di una maggiore attenzione e scrupolo''), e che questo rinvio serva a una revisione del procedimento di nomina, magari con la previsione di un parere della Cassazione sui candidati proposti dal Csm.
''L'avvocatura ha il diritto e dovere di arricchire, non di depauperare il prestigio della Cassazione'' avverte Marvulli, che chiama il Csm a rispondere anche di una nomina gia' fatta: ''tra qualche giorno chiedero' la dichiarazione di inettitudine per uno dei consiglieri della Cassazione laici nominati dal Csm un anno e mezzo fa.
E leggerete la relazione sottoscritta da tutti i componenti della sua sezione che costui e' assolutamente inidoneo all'attivita' giurisdizionale''.
Parole che pesano come macigni e che convincono tutti i consiglieri del Csm, anche quelli inizialmente riottosi, a tornare indietro sui loro passi.
E dunque a rispedire la pratica in Commissione.
'BACCHETTATA' DA VERTICE SUPREMA CORTE, SCELTE PERSONE NON ADEGUATE Roma, 6 apr.
(Adnkronos) - Il Csm rinvia tra le polemiche le nomine degli avvocati in Cassazione.
Quattro i laici in toga che per 'meriti insigni', come prevede la legge, erano stati proposti al plenum dalla Terza commissione per andare ad occupare le poltrone di consiglieri al 'Palazzaccio': Alberto Figone, Carlo Maria Tardivo, Riccardo Conte e Antonio Gemelli.
Nomi sui quali pero' e' arrivata la 'bacchettata' del primo presidente della Suprema Corte Nicola Marvulli: sono ''persone inadeguate'', ha lamentato, richiamando i consiglieri a verificare i requisiti dei candidati con ''maggiore attenzione e scrupolo''.
Cosi', all'unanimita', l'assemblea di Palazzo dei Marescialli ha deciso di rinviare la pratica in Commissione.
Un ritorno in Commissione che lo stesso Marvulli aveva sollecitato, considerandolo ''saggio''.
Da ''accertamenti'' condotti dal suo ufficio, ha riferito ai consiglieri il primo presidente della Cassazione, e' emerso che ''in alcune autorelazioni dei candidati ci sono dati non conformi a verita', ma che voi avete ripreso nella relazione''.
Due i casi che Marvulli ha voluto citare: ''Uno dei proposti ha presentato soltanto due ricorsi in Cassazione, peraltro per interesse personale.
Sono andato a vedere che fine hanno fatto quei due ricorsi, entrambi inammissibili...
Ho poi voluto verificare le pubblicazioni elencate nella domanda: un nome sconosciuto...
Io sono un po' come San Tommaso, ma non e' certo una mia attitudine esclusiva'', ha detto ancora Marvulli, lasciando intendere che una verifica ''attenta e scrupolosa'' dovrebbe essere esigenza diffusa.
''L'avvocatura -ha osservato il 'numero uno' della Suprema Corte- ha il diritto di arricchire l'attivita' e il prestigio della Cassazione: arricchire, non depauperare...
Chiedo quindi il ritorno della pratica in Commissione, nella scelta c'e' l'obbligo di una maggiore attenzione e scrupolo''.
Questo per il futuro.
Ma al Csm Marvulli chiedera' presto di rispondere anche di una precedente nomina: infatti, ha anticipato che si prepara a sollecitare una ''dichiarazione di inettitudine per uno dei membri laici nominati un anno e mezzo fa'', sulla base di una relazione sottoscritta da tutti i colleghi della sezione della Cassazione dalla quale emerge che ''e' assolutamente inidoneo''.
Un precedente che ha spinto Marvulli a suggerire anche un ripensamento della procedura di nomina degli avvocati in Cassazione: sarebbe bene chiedere un parere alla Suprema Corte, si eviterebbero cosi' ''errori e rischi''.
E la ragione e' che non sono stati fatti controlli sui titoli vantati dai candidati che invece ''non sono conformi a verita' ''.
Il primo presidente della Cassazione Nicola Marvulli sferza i consiglieri del Csm, quando in plenum comincia la discussione sulla nomina di quattro avvocati da destinare alla Suprema … Corte.
Parole dure che hanno l'effetto di far tornare all'unanimita' la pratica in Terza Commissione che aveva proposto quei nomi.
Marvulli parla fuori dai denti.
Racconta di aver constatato lui stesso che i candidati non hanno le carte in regola, diversamente da quello che hanno scritto nelle loro autorelazioni, che invece sono state ''recepite dalla Commissione senza accertamenti specifici''.
''Per tutti si da' atto della vasta attivita' professionale svolta davanti alla Cassazione.
Ma uno di loro ha presentato soltanto due ricorsi davanti alla Suprema Corte, peraltro dichiarati inammissibili'', sottolinea impietoso Marvulli.
E non basta: ''Di un altro candidato si racconta che ha pubblicato libri e articoli sul diritto bancario.
Io che sono stato per 18 anni in una sezione della Cassazione che si occupa della materia non l'avevo mai sentito.
E ho fatto tutti i controlli: il suo e' un nome sconosciuto''.
Per questo il primo presidente chiede che la pratica torni in Commissione (''c'e' l'obbligo di una maggiore attenzione e scrupolo''), e che questo rinvio serva a una revisione del procedimento di nomina, magari con la previsione di un parere della Cassazione sui candidati proposti dal Csm.
''L'avvocatura ha il diritto e dovere di arricchire, non di depauperare il prestigio della Cassazione'' avverte Marvulli, che chiama il Csm a rispondere anche di una nomina gia' fatta: ''tra qualche giorno chiedero' la dichiarazione di inettitudine per uno dei consiglieri della Cassazione laici nominati dal Csm un anno e mezzo fa.
E leggerete la relazione sottoscritta da tutti i componenti della sua sezione che costui e' assolutamente inidoneo all'attivita' giurisdizionale''.
Parole che pesano come macigni e che convincono tutti i consiglieri del Csm, anche quelli inizialmente riottosi, a tornare indietro sui loro passi.
E dunque a rispedire la pratica in Commissione.
'BACCHETTATA' DA VERTICE SUPREMA CORTE, SCELTE PERSONE NON ADEGUATE Roma, 6 apr.
(Adnkronos) - Il Csm rinvia tra le polemiche le nomine degli avvocati in Cassazione.
Quattro i laici in toga che per 'meriti insigni', come prevede la legge, erano stati proposti al plenum dalla Terza commissione per andare ad occupare le poltrone di consiglieri al 'Palazzaccio': Alberto Figone, Carlo Maria Tardivo, Riccardo Conte e Antonio Gemelli.
Nomi sui quali pero' e' arrivata la 'bacchettata' del primo presidente della Suprema Corte Nicola Marvulli: sono ''persone inadeguate'', ha lamentato, richiamando i consiglieri a verificare i requisiti dei candidati con ''maggiore attenzione e scrupolo''.
Cosi', all'unanimita', l'assemblea di Palazzo dei Marescialli ha deciso di rinviare la pratica in Commissione.
Un ritorno in Commissione che lo stesso Marvulli aveva sollecitato, considerandolo ''saggio''.
Da ''accertamenti'' condotti dal suo ufficio, ha riferito ai consiglieri il primo presidente della Cassazione, e' emerso che ''in alcune autorelazioni dei candidati ci sono dati non conformi a verita', ma che voi avete ripreso nella relazione''.
Due i casi che Marvulli ha voluto citare: ''Uno dei proposti ha presentato soltanto due ricorsi in Cassazione, peraltro per interesse personale.
Sono andato a vedere che fine hanno fatto quei due ricorsi, entrambi inammissibili...
Ho poi voluto verificare le pubblicazioni elencate nella domanda: un nome sconosciuto...
Io sono un po' come San Tommaso, ma non e' certo una mia attitudine esclusiva'', ha detto ancora Marvulli, lasciando intendere che una verifica ''attenta e scrupolosa'' dovrebbe essere esigenza diffusa.
''L'avvocatura -ha osservato il 'numero uno' della Suprema Corte- ha il diritto di arricchire l'attivita' e il prestigio della Cassazione: arricchire, non depauperare...
Chiedo quindi il ritorno della pratica in Commissione, nella scelta c'e' l'obbligo di una maggiore attenzione e scrupolo''.
Questo per il futuro.
Ma al Csm Marvulli chiedera' presto di rispondere anche di una precedente nomina: infatti, ha anticipato che si prepara a sollecitare una ''dichiarazione di inettitudine per uno dei membri laici nominati un anno e mezzo fa'', sulla base di una relazione sottoscritta da tutti i colleghi della sezione della Cassazione dalla quale emerge che ''e' assolutamente inidoneo''.
Un precedente che ha spinto Marvulli a suggerire anche un ripensamento della procedura di nomina degli avvocati in Cassazione: sarebbe bene chiedere un parere alla Suprema Corte, si eviterebbero cosi' ''errori e rischi''.
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