11 NOV 2004
intervista

Una vita per la Palestina. Intervista a Stefano Fabei

INTERVISTA | - 00:00 Durata: 1 ora 9 min

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Roma, 11 novembre 2004 - Il 4 luglio 1974 con la morte a Beirut di Haij Amin al-Husayni, Gran Mufti di Gerusalemme, finiva un lungo capitolo nella recente storia della Palestina.

Esponente di primo piano del mondo arabo e di quello islamico, fondatore del movimento nazionale palestinese, la sua storia s'identificò, in gran parte, con quella della sua patria e del suo popolo, di cui fu il leader incontrastato, seppur discusso, per più di trent'anni.Unità e indipendenza del mondo arabo, solidarietà islamica e lotta di liberazione palestinese furono gli obiettivi per cui lottò fino agli anni
Cinquanta e anche dopo, schierandosi di volta in volta al fianco di chi - da Mussolini a Hitler, da 'Abd al-Naser a re Husayn di Giordania - sembrò poter contribuire al suo progetto, secondo una concezione "machiavellica" della politica che lo indusse a stringere contemporaneamente la mano al leader dei Black Muslims, Malcom X, e al Primo ministro della Cina comunista Chou En-Lai.

Non c'è quasi nulla nella dottrina dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina e nella carta del Consiglio Nazionale Palestinese che non sia stato già concepito da lui o da lui, indirettamente, ispirato.Ecco la sua storia raccontata da Stefano Fabei che pubblicato con Mursia la biografia del Gran Mufti di Gerusalemme dal titolo "Una vita per la Palestina" con la prefazione di Sergio Noja Noseda.

Studioso di storia contemporanea, docente all'Itas "Giordano Bruno" di Perugia, studioso collabora con "Studi Piacentini", la rivista dell'Istituto storico della Resistenza.

Ha pubblicato: "La politica maghrebina del Terzo Reich" (1988), "Guerra Santa nel Golfo" (1990), "Guerra e proletariato" (1996), "Il Reich e l'Afghanistan" (2002).

Con Mursia è uscito "Il fascio, la svastica e la mezzaluna" (2002).

Intervista di Lanfranco Palazzolo.

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