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Roma, 25 novembre 2004 - A giudizio del politologo Giorgio Galli, "questa riedizione del Mein Kampf (Kaos edizioni) ha un triplice significato: il rifiuto etico-intellettuale di ogni tabù e di qualunque forma di censura; la storicizzazione di un testo la cui lettura deve rappresentare un imperituro monito; la denuncia di rimozioni e mistificazioni all’ombra delle quali si vorrebbero legittimare disinvolti quanto pericolosi revisionismi storiografici.
È opinione diffusa che il Mein Kampf hitleriano sia un libro dell’orrore, un compendio di farneticazioni; si può continuare a ritenerlo … tale, ma solo dopo averlo letto, debitamente contestualizzato, e ben compreso nella sua autentica dimensione non già di causa, bensì di effetto degenerativo della cultura occidentale".
Intervista di Lanfranco Palazzolo.
È opinione diffusa che il Mein Kampf hitleriano sia un libro dell’orrore, un compendio di farneticazioni; si può continuare a ritenerlo … tale, ma solo dopo averlo letto, debitamente contestualizzato, e ben compreso nella sua autentica dimensione non già di causa, bensì di effetto degenerativo della cultura occidentale".
Intervista di Lanfranco Palazzolo.
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