05 DIC 2001

Articolo 18 e pensioni: Cofferati alla manifestanzione di Cgil-Cisl e Uil a Livorno

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Il leader Cgil contro le proposte del governo in materia di mercato del lavoro e riforma della previdenzaLivorno, 5 dicembre 2001 - La manifestazione di CGIL, CISL e UIL si è aperta con la relazione introduttiva di Daniele Corsi, rappresentante sindacale della provincia di Livorno, e ha visto la partecipazione di Sergio Cofferati, segretario generale della CGIL, che nel suo discorso ha sviluppato gli spunti dell'intervento di Corsi.Il leader della CGIL ha dedicato la maggior parte del suo intervento alle proposte, avanzate dal governo, di sospensione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e in materia di arbitrato chiedendo con fermezza al governo di togliere le due questioni dal disegno di legge delega presentato in parlamento.Governo succube di Confindustria"Il governo - ha accusato il leader Cgil - ha ceduto alle pressione di Confindustria, che, dall'inizio, aveva chiesto provvedimenti che facilitassero la competizione tra le imprese, non agendo sulla qualità del prodotto, ma sui costi del lavoro".Cofferati però ha contestato l'impostazione che vuole "togliere protezioni sociali e diritti perché costano", affinché "le aziende liberate possano tornare a competere".Si tratta di un "illusione - ha sostenuto - perché un mero sostegno, senza risorse, stimoli dello Stato alla ricerca, all'innovazione e alla formazione, non migliora la qualità e la competitività: se il tuo prodotto è scadente può anche costare poco ma non lo vendi".

Con la revisione dell'art.

18 siamo fuori dall'Europa"Bersaglio privilegiato del segretario Cgil è la proposta del governo di deroga all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, definita "un'aggressione provinciale".In difesa della propria posizione Cofferati ha invocato l'articolo 30 della Carta dei diritti approvata dai paesi europei a Nizza.

Essa - ha affermato - "vieta di licenziare senza giusta causa, mentre in Italia ciò si vorrebbe consentire".La deroga non serveCofferati ha dichiarato di ritenere "false" le argomentazioni sulle quali si vorrebbe la sospensione dell'art.

18: "Non è vero che, cancellato l'articolo, le aziende, poiché potranno licenziare, assumeranno più facilmente".Al contrario Cofferati ha designato uno scenario in cui "le aziende con lavoratori che passano dal tempo determinato all'indeterminato non vorranno più assumere a tempo indeterminato" mentre "le aziende che escono dal nero, quei lavoratori prima senza contributi, ora potranno essere licenziati".Il leader della CGIL ha sottolineato come l'art.

18 sia "un baluardo contro comportamenti discriminatori delle aziende" ed anche se i ricorsi all'art.

18 sono pochi "l'articolo ha un effetto di deterrenza contro licenziamenti discriminatori, dove l'onere della prova sarebbe a carico lavoratore".No alla proposta del governo sugli arbitratiAnche sulla questione degli arbitrati Cofferati ha contrastato le intenzioni del governo, per le quali - ha denunciato Cofferati - "l'arbitro si dovrebbe pronunciare secondo equità, e non sulla base di leggi e contratti".Cofferati chiede l'attuazione della norma prevista dall'accordo governo - Aran, il sindacato dei dipendenti pubblici".Difficile il negoziato con le impreseIl leader della CGIL ha definito inoltre "bizzarra" l'ipotesi del Presidente del Consiglio, che aveva invitato il sindacato a negoziare con le imprese, assicurando che, se un accordo fosse stato trovato, sarebbe stato sostituito alle proposte governative."Un testo vantaggioso per le imprese già in Parlamento - ha fatto notare Cofferati - impedisce un negoziato in condizioni di normalità, visto che le imprese partono da un risultato già acquisito".No alla riforma delle pensioniPer quanto riguarda l'argomento pensioni, Cofferati ha espresso un giudizio positivo sulla riforma del 1995 che "funziona bene, come dimostra la verifica della Commissione 'Brambilla'" ha affermato."La spesa previdenziale - ha proseguito - è rimasta nei valori previsti, senza nessuna crisi del sistema e la crescita dell'occupazione, con la lotta all'evasione, rafforzerebbero la tendenza in atto".Delle proposte del Ministro Maroni, Cofferati si è detto favorevole alla "certificazione dei diritti acquisiti", alla "possibilità, su scelta del lavoratore e con incentivi, di ritardare il pensionamento", alla "previdenza complementare, che integra quella principale, la pubblica, attraverso l'utilizzo dei trattamenti di fine rapporto" e all'"aumento progressivo dei contributi dei lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa".Tre cose invece il sindacato - ha dichiarato Cofferati - non condivide: il "prolungamento della mobilità per i singoli, con l'azienda che paga i contributi e la persona che fa un altro lavoro, perché ripresenta i prepensionameti e il lavoro nero, appesantendo i costi previdenziali", il "disincentivo alle uscite, perché peggiora le pensioni d'anzianità" e "minori contributi per i nuovi assunti, perché porterebbe alla crisi del sistema previdenziale".La vertenza dei dipendenti pubbliciSergio Cofferati aveva esordito spiegando i motivi dello sciopero dei dipendenti pubblici del 14 dicembre: "Nella finanziaria non sono previste risorse adeguate per un rinnovo contrattuale nel rispetto delle regole utilizzate fin dal 1993"."Non solo - aveva aggiunto Cofferati - non ci sarà difesa del potere d'acquisto" per la categoria in questione, "ma si prefigura un modello contrattuale che toglie al contratto nazionale la possibilità di difendere i salari".In conclusione, il segretario della CGIL, ha sottolineato l'"importanza dell'azione comune, pur nella diversità di identità, delle tre confederazioni sindacali".

L'unità, dunque, diventa necessaria proprio di fronte ai molteplici fronti di lotta che il sindacato si trova ad affrontare.

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