04 GEN 2002

Radicali: Riparte dalle carceri la raccolta firme per le 25 proposte di legge d'iniziativa popolare

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Mentre il dibattito politico sulla giustizia è ridotto a 'rissa' tra la procura milanese e imputati privilegiati, i radicali rilanciano le loro proposte di riformaRoma, 4 gennaio 2002 - Stamani, nella sede di Radicali Italiani in Via di Torre Argentina, ha avuto luogo una conferenza stampa in cui è stata rilanciata l'iniziativa delle 25 proposte di legge radicali.

La raccolta delle 50 mila firme necessarie ricomincierà dalle carceri.Agli outsider della società una chance di partecipazioneIn un intervento telefonico, Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani, ha affermato: "Al di
là del merito delle proposte quelle che presentiamo sono riforme di libertà che consentono ai più deboli, ai più dimenticati, ai carcerati, che non potranno essere difesi da avvocati deputati, ai malati, agli outsider della società, di avere una chance di partecipazione alla vita democratica del paese".La 'rissa' sui temi della giustizia"In Italia non c'è un dibattito sulla giustizia, perché - ha spiegato il segretario dei Radicali italiani - mancano due fattori necessari: una proposta di riforma e dei cittadini che si dividono su di essa"."Invece - ha aggiunto - c'è una rissa tra la 'cellula' della magistratura d'accusa milanese e imputati privilegiati che cercano di sottrarvisi con metodi e strumenti preclusi al 99% degli imputati italiani".

Secondo Capezzone, al contrario, le proposte di riforma radicali sarebbero una risposta proprio a quella maggioranza di imputati non privilegiati e dimenticati.Il mondo carcerario, un paese nel paeseInoltre, il segretario dei Radicali italiani ha sottolineato come "di fronte a tutte le promesse non mantenute, l'amministrazione delle carceri, la polizia penitenziaria e i detenuti hanno dato, insieme, una straordinaria dimostrazione di civiltà, sono - ha affermato - un paese nel paese".Domani, dalle carceri, riparte la raccolta firmeI Radicali hanno intenzione di far ripartire domani la raccolta di firme per le 25 proposte di legge di iniziativa popolare, iniziando da alcuni degli istituti penitenziari italiani.Esponenti radicali, accompagnati dagli autenticatori, entreranno infatti nelle carceri di S.Vittore a Milano, di Rebibbia a Roma (dove la raccolta di firme è stata già in parte effettuata), di Sollicciano a Firenze, e negli istituti penitenziari di Bologna, Udine e Trieste, per dare la possibilità ai detenuti che ancora godono dei diritti civili di firmare le 25 proposte.Italia delinquente abituale per l'eccessiva durata dei processi"Saranno i detenuti - si è chiesto Sergio D'Elia, presidente dell'associazione 'Nessuno tocchi Caino' - a salvare l'Italia? Negli oltre 250 istituti di pena italiani - ha spiegato - vi sono 58.000 detenuti (15.000 in più rispetto ai posti disponibili), il 45% dei quali in attesa di giudizio.

Infatti, ogni giorno l'Italia subisce una condanna della Corte Europea dei diritti dell'uomo per problemi legati alla eccessiva durata dei processi"Per questo, a suo avviso, "L'Italia è un delinquente abituale, in alcuni casi, in attesa del giudizio del terzo grado, il detenuto resta in carcere anche 9 anni".Le proposte radicali sulla giustiziaD'Elia ha poi ricordato le proposte di legge di iniziativa popolare sulla giustizia: la modifica del sistema elettorale del Csm, per eliminare le correnti, l'abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale, la reintroduzione della responsabilità civile dei magistrati.In particolare, le riforme proposte per il mondo carcerario: la riduzione dei termini di custodia preventiva e l'automatismo della liberazione anticipata per buona condotta, aumentando dagli attuali 45 a 60 giorni il periodo condonato per ogni semestre.Firmando, i detenuti si salveranno dalla morte civileEra presente alla conferenza stampa anche Massimo Di Rienzo, direttore del carcere romano di Rebibbia, che ha lodato l'iniziativa radicale che "consentirà di rendere la detenzione meno impermeabile ai valori della società civile e alle istanze che giungono dall'esterno del carcere".E' poi intervenuto telefonicamente il presidente dei Radicali Italiani Luca Coscioni che ha osservato come "partecipando alla raccolta di firme i detenuti italiani salveranno loro stessi dalla morte civile e politica".Secondo Natale D'Amico, vicepresidente del gruppo della 'Margherita' al Senato e iscritto ai Radicali Italiani, "le 25 proposte radicali rappresentano un progetto di riforma per il paese su temi decisivi, e la scelta di far ripartire la campagna dai detenuti è una scelta di civiltà".Il termine per la raccolta delle firme scade tra due mesi e i Radicali contano di raccogliere in questi 60 giorni 40 mila firme, oltre a quelle già autenticate.

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