15 GEN 2002

Concertazione: Ciampi mette in pratica il 'diritto-dovere di consigliare'

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 20 min 32 sec
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Registrazione audio di "Concertazione: Ciampi mette in pratica il 'diritto-dovere di consigliare'", registrato martedì 15 gennaio 2002 alle 00:00.

La registrazione audio ha una durata di 20 minuti.
  • <p><strong>Le reazioni</strong><br> Il costituzionalista Michele Aines Benedetto Della Vedova, europarlamentare Lista Bonino Fausto Bertinotti, segretario PRC Francesco Cossiga, ex Presidente della Repubblica Daniele Capezzone, segretario Radicali italiani Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio Massimo D'Alema, Presidente DS Roberto Maroni, Ministro del Lavoro
  • L'intervista a Michele Aines, professore Istituzioni Diritto pubblico Università di Teramo

    <strong>Ciampi rilancia la concertazione convocando le parti sociali al Quirinale, un'iniziativa che ha suscitato diverse reazioni</strong><p>Roma, 15 gennaio 2002 - Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha reso noto di aver fissato per questa settimana degli incontri con le parti sociali sulle questioni del lavoro e delle pensioni.<p>Ad aver chiesto di essere ricevuti al Quirinale sono stati i sindacati Cgil, Cisl e Uil all'indomani della proclamazione degli scioperi articolati contro la doppia delega del governo su pensioni e lavoro.<p>Oltre ai sindacati, che saranno ricevuti mercoledì, il Capo dello Stato incontrerà oggi anche il ministro del Lavoro Roberto Maroni e lunedì i rappresentati della Confindustria che ne avevano fatto richiesta. Nei prossimi giorni Ciampi riceverà anche il vice premier Gianfranco Fini e i ministri dell'Economia Giulio Tremonti e della Funzione Pubblica Franco Frattini.<p>Al centro degli incontri programmati ci saranno i motivi che hanno portato alla mobilitazione dei sindacati. Il presidente, come ha sottolineato la segreteria del Quirinale nell'annunciare le convocazioni, è disposto "ad ascoltare".<p><strong>Ciampi mette in pratica il 'diritto-dovere di consigliare' e rilancia il metodo della concertazione</strong><p>Dunque, sembra ripartire da Ciampi il metodo della concertazione. Proprio quando il governo Berlusconi sembrava ormai pronto a compiere le sue scelte, il Presidente ha rilanciato, nel dialogo tra le parti sociali, lo strumento che lo ha visto protagonista negli anni '90.<p>E' interessante notare come l'acuirsi, in questi giorni, dello scontro tra le parti politiche e sociali, sulla giustizia, sui temi del lavoro e delle pensioni, abbia dato modo a Ciampi di mettere subito in pratica quel suo 'diritto-dovere di consigliare' cui si era riferito durante il suo messaggio di fine anno agli italiani, e che solo Pannella aveva denunciato come una novità "da Repubblica delle banane".<p>I cosiddetti 'poteri di esternazione' del Presidente della Repubblica, di cui in realtà il testo costituzionale non parla esplicitamente, sembrano oggi estendersi a macchia d'olio, fino a comprendere il ruolo di mediazione nel dibattito sui temi dell'agenda politica.<p>Eppure, il Presidente della Repubblica avrebbe dei poteri forti indicati esplicitamente dall'art. 87 della Costituzione, dei quali servirsi per mantenere la 'pace sociale' e la moderazione dei toni nel dibatitto politico.<p>Inviando 'messaggi alle Camere' potrebbe rivolgersi direttamente, e in modo solenne, alle forze politiche e presiedendo il Csm potrebbe evitare che l'organo venga investito dalle polemiche sui temi della giustizia.<p>In seguito all'iniziativa di Ciampi, numerosi esponenti politici si sono espressi sull'opportunità del suo intervento e del metodo della concertazione.<p><strong>Legittimo l'intervento di Ciampi, "dietro le righe del testo costituzionale"</strong><p>Secondo il professore di Istituzioni di Diritto Pubblico all'Università di Teramo <strong>Michele Aines</strong>, anch'egli intervistato da Radio Radicale, l'intervento nel dialogo tra le parti sociali rientra nelle competenze di Ciampi: "Ex Art. 87 della Costituzione 'il Capo dello Stato rappresenta l'Unità nazionale', dunque tutto ciò che aiuta il dialogo tra le parti politiche e sociali, soprattutto se in un clima infuocato, rientra nel 'mestiere' del presidente".<p>"Il parlamento, come dimostra la crescita della decretazione d'urgenza, il ruolo sempre maggiore dell'Europa e degli enti locali, sta cedendo quote di potere, è in crisi - ha spiegato - e ciò giustifica il ruolo di 'supplenza' del Presidente della Repubblica".<p>Secondo il costituzionalista, il Presidente ha "dei poteri formali e dei poteri informali, che sono dietro le righe del testo costituzionale".<p><strong>La concertazione impedisce le riforme</strong><p>Anche l'europarlamentare della 'Lista Bonino' <strong>Benedetto Della Vedova</strong> è stato intervistato da Radio Radicale sull'intervento di Ciampi a favore della 'pace sociale'. A suo avviso è "una scelta sbagliata, che allontana le riforme, mentre il paese ha bisogno su questi temi di un confronto serrato, anche conflittuale, e di un governo che sappia realizzare riforme".<p>"Negli anni '90 - ha fatto notare - con la concertazione si è realizzata la 'pace sociale', ma non si sono fatte riforme del mercato del lavoro e della previdenza e si sono penalizzate le giovani generazioni".<p>"Nel momento - ha aggiunto - in cui questo governo cerca di riassumersi la responsabilità delle scelte di politica economica, anziché delegarla ai tavoli della concertazione neocorporativa, Ciampi cerca di riportare indietro le lancette dell'orologio della politica italiana".<p><strong>Concertazione criticabile sia da comunisti che da liberali</strong><p>Anche <strong>Fausto Bertinotti</strong>, intervistato da Radio Radicale, ha ribadito la sua contrarietà al metodo della concertazione e ha sottolinearo che il capo dello Stato dovrebbe rimanerne "estraneo".<p>"La concertazione - ha spiegato - è criticabile non solo da un punto di vista neoclassista come il mio, ma anche in base a un principio liberale. La concertazione è in realtà una ipotesi neocorporativa, e in quanto tale criticabile".<p>"Dal 1992 ad oggi - ha ricordato - la concertazione ha fallito i suoi obiettivi, quelli dichiarati, e ha prodotto in realtà una riduzione del potere contrattuale dei lavoratori. Il risultato è una condizione di bassi salari e di maggiore precarietà del lavoro. Il sindacato rischia di affidarsi ad una autorità interna per ripristinare il proprio potere".<p>"Se la sinistra - ha aggiunto il leader di Rifondazione - avesse una capacità propria di proporsi come alternativa di società, confiderebbe sulle proprie forze. Se invece non ha questo carburante nel motore, tende a cercare dei padri, o dei santi protettori".<p><strong>Cossiga presenterà un'interpellanza sull'intervento di Ciampi</strong><p>Ma l'intervento di Ciampi in materia di politica economica ha suscitato anche la reazione di <strong>Francesco Cossiga</strong>, che sarebbe intenzionato a presentare domani in senato una interpellanza, nella quale si chiede al presidente del Consiglio e al ministro del Lavoro i motivi "che hanno indotto o consigliato al capo della Repubblica di convocare e presiedere una riunione tra governo e sindacati in materie di esclusiva competenza legislativa del Parlamento e del governo e, sul piano delle relazioni industriali, delle organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori, e quindi totalmente estranea alle competenze attribuite al capo dello Stato dalla Costituzione del 1948 a motivo del carattere parlamentare e non presidenziale o semi-presidenziale del nostro regime politico".<p><strong>La concertazione favorisce i privilegiati</strong><p>Nel dibattito è intervenuto anche <strong>Daniele Capezzone</strong>, segretario di Radicali italiani, secondo cui "occorre contrapporsi con forza al rilancio, in pieno corso, del mito e del rito della concertazione, innanzitutto perché, in questi anni, si è trattato di uno strumento esclusivamente volto a tutelare la cittadella del privilegio, a tutto discapito del 'popolo degli outsider': di quanti (disoccupati, sottoccupati, pensionati sociali e al minimo, piccoli e piccolissimi imprenditori) non hanno voce né rappresentanza nei pur affollati 'tavoli sindacal-confindustriali'".<p>"Inoltre - ha aggiunto - perché la concertazione svuota le prerogative del Parlamento, riducendolo a mero luogo di ratifica di decisioni assunte altrove".<p><strong>Per Berlusconi, azioni politiche e non sindacali di Cgil, Cisl e Uil</strong><p>Ricordiamo poi che nel suo discorso alla Camera, all'apertura del dibattito sull'Europa, <strong>Silvio Berlusconi</strong> aveva parlato di organizzazioni sindacali impegnate "in un ciclo di scioperi dalla incerta caratterizzazione sociale e dalla sicura impronta politica", e anche, dell'"imbarazzo in cui si troveranno certi dirigenti sindacali nell'apprendere che l'Europa chiederà politiche di innalzamento dell'effettiva età pensionabile e di decremento della pressione fiscale. L'Europa da loro tanto sbandierata chiederà ciò apertamente domani per bocca della Commissione presieduta da Romano Prodi".<p><strong>Per D'Alema, intervento dettato dalle lacerazioni prodotte dal governo</strong><p>Secondo <strong>Massimo D'Alema</strong> le convocazioni delle parti sociali al Quirinale rappresentano un "fatto eccezionale" per tentare di evitare una stagione di conflitto sociale. "Il governo - ha spiegato D'Alema a 'Radio anch'io' - nel giro di pochi mesi ha prodotto una drammatica lacerazione nel paese, determinando una rottura sociale. Siamo di fronte al fatto eccezionale di un Capo dello Stato che deve convocare i sindacati per cercare di ricucire lui quel dialogo sociale che il governo ha lacerato".<p><strong>Cosa c'entrano i sindacati con la sinistra?</strong><p>D'Alema ha anche respinto con forza ogni ipotesi di collateralismo fra sindacato a sinistra nell'opposizione all'azione del governo Berlusconi: "Cosa centrano i sindacati con la sinistra? I sindacati rappresentano tutti i lavoratori".<p><strong>Per Maroni, no alla concertazione, si al dialogo, ma in Parlamento</strong><p>Il ministro del Lavoro <strong>Roberto Maroni</strong>, in una intervista a 'La Stampa', ha dichiarato che "l'iniziativa di Ciampi è utile, ma il confronto vero si fa in Parlamento. E' lì che la costituzione prevede si faccia il confronto. Non esiste nessuna altra sede abilitata per un esame di merito. Non so cosa si aspettino i sindacati. L'incontro al Quirinale sarà l'occasione per chiedere di discutere nella sede giusta".<p>Maroni inoltre ha escluso che ci possa essere un "rischio di interferenza da parte del Capo dello Stato" e si è augurato che il Presidente possa riportare "un clima di correttezza nel confronto tra le parti sociali: la saggezza del presidente è tale che il confronto al Quirinale sarà utile perlomeno per chiedere a tutti di discutere nel merito nella sede appropriata. E questa è il Parlamento".<p>"Il giro di incontri non è una mediazione fra le parti - ha spiegato - giacché il tempo del dialogo si è concluso con la presentazione di due disegni di legge e riaprire la trattativa con i sindacati rappresenterebbe un vulnus alle prerogative del Parlamento. Si tratta di non tornare a riaprire l'intera questione con un metodo, la concertazione, che è da mettere in soffitta".
    0:00 Durata: 8 min 38 sec
  • L'intervista a Benedetto Della Vedova, europarlamentare Lista Bonino

    0:08 Durata: 4 min 44 sec
  • L'intervista a Fausto Bertinotti, segretario PRC

    0:13 Durata: 7 min 10 sec