07 FEB 2002

Cgil: XIV Congresso (II giornata, II sessione)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 4 ore 13 min

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Epifani auspica l'unità dei sindacati in caso di sciopero generale, ma se l'unità richiede compromesso, su diritti e dignità nessuna mediazioneRimini, 7 febbraio 2002 - Documento audiovideo della sessione pomeridiana della seconda giornata di lavori al XIV Congresso Cgil.Epifani risponde a Pezzotta sullo sciopero generaleE' stato l'intervento del vicesegretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, che potrebbe presto succedere a Cofferati alla guida del sindacato, a rispondere in modo fermo al 'no' di Pezzotta (Cisl) e al 'ni' di Angeletti (Uil) all'ipotesi di sciopero generale."Se il Governo - ha affermato - non cambia idea ci vuole lo sciopero generale.

E la Cgil cercherà di farlo unitariamente.

Bisogna essere coerenti tra quello che diciamo nelle piazze e quello che poi facciamo.

E se il Governo non cambia rotta sull'art.18 e sulle pensioni bisognerà essere disponibili ad assumere tutte le iniziative necessarie"."Sono convinto - ha aggiunto - che se Cgil Cisl e Uil restano unite noi possiamo vincere sia sull'art.18 sia sulle pensioni.

Questo però è possibile se non si mandano messaggi sbagliati, se non si fanno cose che dividono e se si fanno tutte le cose di cui c'è bisogno"."Nelle piazze tutti e tre i segretari generali di Cgil Cisl e Uil - ha spiegato il numero due della Cgil - hanno detto che il Governo sta attaccando i diritti fondamentali dei lavoratori.

Ora dobbiamo essere onesti con quei lavoratori e con noi stessi, e se il Governo insiste diventa impossibile fare marcia indietro".Nessuno vuol far cadere il governo, ma neanche mantenerloEpifani ha poi risposto alle perplessità espresse sul ruolo politico del sindacato: "Qui non c'è qualcuno che vuole trattare e qualcuno che non lo vuole fare.

Non c'è qualcuno che vuol far cadere il Governo, come non c'è qualcuno che lo vuole mantenere in vita.

Far cadere l’esecutivo non può e non deve spettare al sindacato.

Tutti insieme dobbiamo stabilire le condizioni alle quali si tratta o non si tratta.

E tutti, con coerenza dobbiamo ribadire quanto detto finora: disponibili al confronto, ma solo se si stralciano le modifiche all'art.

18 e il taglio dei contributi".Su diritti e dignità nessuna mediazione"Perché se è vero - ha avvertito - che l'unità richiede compromesso, è altrettanto vero che quando si tratta di diritti e di dignità non c'è spazio per mediazioni"Una disciplina per la rappresentanzaIl vice di Cofferati si è soffermato anche sulla disciplina della rappresentanza: "Una disciplina non è un'esigenza solo nostra, ma di tutti i lavoratori.

Perché in assenza di regole chiare sia il confronto tra Governo e parti sociali che la contrattazione con le imprese restano appesi al filo".Infine una stoccata al Presidente del Consiglio: "Ha detto di non aver visto lavoratori nelle piazze e nelle nostre manifestazioni.

Ma, allora, chi erano quelli che le affollavano? Se gli scioperi fossero davvero andati male perché tutta questa ostinazione contro di noi? La verità è che oggi molti vedono nel sindacato confederale e nella Cgil la forza necessaria e autorevole per respingere l’attacco ai loro diritti.

I giovani sanno che senza diritti la loro precarietà diventa senza ritorno.

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