08 FEB 2002

Confcooperative: Convegno "La cooperazione sociale nel decennale della legge 381" (con Maroni e Casini)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 4 ore 7 min

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Maroni promette una regolamentazione non troppo rigida per le imprese sociali, mentre Marino si dice ottimista circa il nuovo clima tra Confcooperative e governoRoma, 8 febbraio 2002 - Si è svolto oggi all'Auditorium della Tecnica il Convegno della Confcooperative "La cooperazione sociale nel decennale della legge 381".

E' stata un'occasione per conoscere le diverse esperienze sul campo, di confronto fra addetti ai lavori e rappresentanti delle istituzioni (hanno partecipato il presidente della Camera Pierferdinando Casini e il ministro Maroni), che ha avuto sullo sfondo l'imminente
regolamentazione sull'imprese sociali da parte del governo.Verso una regolamentazione non troppo rigida per le imprese socialiNel suo intervento al termine del Convegno, Maroni ha rivelato che "il governo non ha ancora pronto il testo di proposta di legge sulla regolamentazione delle imprese sociali.

Nei prossimi giorni preparerà una proposta che sarà sottoposta al pre-esame del Consiglio dei ministri e poi, col metodo del dialogo sociale, a contributi migliorativi delle parti interessati"."Sono aperto - ha assicurato - al dibattito, sul mio tavolo ci sono delle proposte diverse, ma alla fine la decisione dopo un mese di confronto sarà presa dal governo".Il ministro però si è anche espresso sulle intenzioni della regolamentazione: "Le nuove regole non saranno troppo rigide: va garantita la vivacità e la ricchezza del mondo cooperativistico nell'ambito dell'impresa sociale.

Il governo non ha interessi da difendere se non quello dello sviluppo e dell'occupazione".Sono convinto - ha spiegato - che il sistema delle piccole imprese, anche quelle sociali, sia una delle leve più forti per aumentare l'occupazione.

E' quindi utile che la legge impedisca ai grossi di prevalere sui piccoli".Sulle nuove forme di società, giocare d'anticipo rispetto all'EuropaMaroni si è poi soffermato sulle intenzioni dell'Europa nel campo della Cooperazione sociale: "Vedo che sta avanzando a livello europeo una vera e propria offensiva sul terreno delle nuove forme di società.

Se rimaniamo fermi, se aspettiamo che qualcuno da Bruxelles decida del nostro futuro, è una decisione che si può anche prendere ma non è saggia.

Dobbiamo anticipare i fenomeni anche per indirizzare l'Ue da una parte invece che da un'altra"."L'Italia - ha sottolineato - ha un specificità nelle piccole e medie imprese.

Vorrei evitare che qualche burocrate tedesco o francesce decida improvvisamente che l'unica società europea è quella che ha più di 10 mila dipendenti".Un nuovo clima tra cooperative sociali e governoLuigi Marino, il presidente delle Confcooperative ha espresso soddisfazione per gli ultimi sviluppi dei rapporti col governo: "Si sta aprendo fra governo e cooperative una nuova fase.

Il clima è cambiato dai primi mesi della legislatura.

Sono convinto che si è aperto con la maggioranza una nuova stagione.

Finora la maggioranza voleva solo punire la cooperazione.

Abbiamo toccato il fondo ma stiamo risalendo"."Abbiamo - ha rivelato - segnali di sensibilità, stiamo lavorando con il ministro Tremonti.

La maggioranza e il governo non ci vedono più come un avversario politico e del resto non lo siamo mai stati.

Siamo ottimisti".Cooperative sociali strumenti di solidarietà, occupazione, benessereIn apertura del Convegno era stato il Presidente della Camera Casini ad esprimere il suo apprezzamento per l'opera delle imprese sociali: "Le cooperative sociali sono nate nel segno della solidarietà ed anche oggi restano fondamentalmente strumenti di solidarietà sociale.

E' molto importante che questa loro caratteristica rimanga inalterata.

E' un bene da custodire ed incoraggiare attraverso una politica di incentivazione e di sostegno.

Questa realtà merita una particolare attenzione ed un riconoscimento da parte delle istituzioni e delle forze politiche"."A me - ha puntualizzato - non piace sentir parlare solo di mercato o di carità, magari di conservazionismo compassionevole.

Mi piace pensare ad uno Stato solidale che valorizza la sussidiarietà e la cooperazione sociale in quanto risorsa che mette in campo centinaia di migliaia di volontari, che dà molta occupazione e molte opportunità".Per il Presidente "la cooperazione sociale non è solo strumento di solidarietà, è anche strumento di ricchezza per l'opportunità di lavoro, per il benessere che garantisce, per i servizi che produce a centinaia di migliaia di cittadini.

Inoltre la cooperazione sociale è uno strumento di formazione della coscienza civile".Una giusta alternativa ad assistenzialismo e privatismoInfine, Casini ha spiegato come la cooperazione sociale debba essere vista come una giusta ed equilibrata alternativa fra "una logica puramente assistenziale" e "un sistema di sicurezza sociale affidato ai privati, che non può garantire le posizioni più deboli".Il mondo della cooperazione socialeAlcuni dati riguardanti il mondo della cooperazione sociale: 6 mila organizzazioni, circa 4 miliardi di euro di fatturato annuo, 140-150 mila lavoratori, 20 mila volontari.Federsolidarietà raccoglie circa il 50% di questa realtà: 3.024 le organizzazioni che vi aderiscono, 90 mila i lavoratori (di cui 10 mila le persone svantaggiate), quasi 140 mila i soci, 15 mila i volontari; il fatturato annuo si aggira intorno ai due mila miliardi di euro.

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