11 FEB 2002

Radicali: "Global - No Global", incontro Capezzone-Cortiana (Verdi)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 23 min
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Capezzone spiega con argomenti concreti che la globalizzazione non aumenta il divario ricchi-poveri e che il movimento No global distoglie le nuove generazioni dalle questioni cruciali.Cortiana denuncia il deficit di democrazia e l'incapacità del libero mercato di garantire da solo i dirittiMilano, 9 febbraio 2002 - Si è svolta alla libreria 'Tikkun' in via Montevideo 9 una Disputa pubblica, il primo di una serie di incontri, sul tema 'Global-No Global', a cui hanno partecipato Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani e Fiorello Cortiana, senatore dei Verdi.

Molti i temi
riguardanti la globalizzazione toccati dai due protagonisti della disputa.Capezzone ha lanciato un preciso avvertimento: "il movimento No global", con le sue proposte e le sue critiche, "rischia di portare i giovani verso obiettivi contrari a quelli che in realtà essi stessi si prefiggono".Il destino dell'uomo moderno è fatto di capitalismo + democraziaE' così, ha avvertito, che si perdono delle generazioni intere e non si affrontano le vere questioni cruciali dei nostri tempi: "Il destino dell'uomo moderno è fatto di capitalismo + democrazia, e il ruolo della politica sta nello scegliere se allargare o restringere le libertà individuali".L'informazione italiana produce menzogne"L'informazione italiana - ha accusato il segretario dei Radicali italiani - produce menzogne, come sull'Argentina", presunto fallimento delle politiche liberiste, mentre "il governo di sinistra non ha adottato nessuna misura di liberismo".Secondo Capezzone "la cura Santoro, ogni settimana a 5 milioni di spettatori, per cui si trattano con la stesso schema interpretativo della menzogna" temi molto diversi, ne è la dimostrazioneCapezzone aveva esordito stigmatizzando quella globalizzazione che "riconosce l'esistenza di criminali e santifica regimi" e "l'Occidente che concede soldi che fanno fiorire le dittature".Il problema non sono gli Stati UnitiIl segretario radicale ha denunciato l'antiamericanismo del movimento No global e delle forze politiche a lui vicine: "Se il problema principale è fare la guerra al liberismo, agli Usa e alla globalizzazione, vi manca qualcosa: i principi di libertà, democrazia, guerra alla dittatura"."Per dire cosa non va, io non parto dagli Usa, ma voi avete bisogno di trovare negli Stati Uniti la degenerazione: sia militarista, sia liberista".

"Individuando negli Usa un pericolo, non si risponde" alla sfida dei grandi cambiamenti planetari (ambiente, demografia, sanità, terrorismo).Basta con i falsi assiomi: la globalizzazione non aumenta il divario tra ricchi e poveri"E' ora di finirla con i falsi assiomi", ha accusato Capezzone, "è falso che la globalizzazione aumenta drammmaticamente le distanze tra paesi poveri e ricchi: secondo dati della Banca mondiale, i paesi - ha spiegato - che hanno scelto l'economia aperta sono cresciuti negli utimi 20 anni con un tasso medio annuo del 4,5%, mentre quelli che hanno scelto economie chiuse dello 0,7%."Se - ha aggiunto - non fossero stati liberalizzati i mercati internazionali, coloro che vivono con meno di un dollaro al giorno sarebbero passati da 297 a 653 milioni, mentre sono scesi a 146 milioni"."Inoltre - ha proseguito - esiste una relazione libertà economica - democratizzazione: nel 1973, su 122 paesi, 20 erano democratici, nel 1993, su 129, 58 erano democratici.

La globalizzazione rappresenta il modello economico per più benessere e più democrazia".Alcune questioni concrete e non ideologicheCapezzone però ha voluto evitare di fare del dibattito una questione ideologica e ha investito il suo interlocutore di alcuni interrogativi concreti cui dare una risposta:La Tobin Tax, che colpirebbe "proprio gli investimenti verso i paesi in via sviluppo";La cancellazione del debito ai Paesi poveri, "considerando che se ne avvantaggerebbero anche i dittatori";Un'organizzazione mondiale della democrazia accanto al Wto;Il 'ricatto democratico' ai Paesi poveri.Le biotecnologie, dove "i Verdi sono proibizionisti e luddisti"I sussidi Ue "che tutelano i prodotti agricoli dei paesi ricchi contro quelli dei paesi del Terzo mondo";Le politiche di legalizzazione "per l'ordine pubblico";"Contro le politiche cattoliche e islamiche in materia di demografia";L'informatizzazione di tutti i continenti.La lontananza politica dai VerdiA conclusione della serata, nel suo intervento di replica, Capezzone ha voluto sottolineare la sua "lontananza dai Verdi, in particolare sulla riforma americana delle istituzioni, dell'economia, della giustizia, della ricerca".Un deficit di democraziaFiorello Cortiana ha invece sottolineato come la globalizzazione comporti "un'estensione del modello delle multinazionali che decidono le politica pubblica degli Stati": "Decisioni importanti - ha spiegato - sfuggono da ambiti democratici per l'intervento multinazionali".La denuncia di Cortiana riguarda invece il "deficit di democrazia" riscontrabile nelle istituzioni nazionali e sovranazionali.

Il senatore dei Verdi ha sottolineato l'occasione che la Convenzione di Laaken rappresenta per rendere la Ue "un soggetto politico con un preciso ruolo sulla scena internazionale, che potrebbe suggerire le regole della convivenza planetaria".Su questo "toccherebbe - secondo Cortiana - a Verdi e radicali fare una battaglia contro l'euroburocrazia, per i diritti e il controllo dei poteri".

"Il vero problema - ha spiegato - è l'estensione, la globalizzazione dei diritti, cose che non sembrano al centro dell'azione dell'Occidente".Il libero mercato da solo non bastaInoltre, l'esponente dei Verdi si è chiesto "perché la globalizzazione, il libero mercato è l'unico modello di sviluppo.

Non è detto che funzioni sempre, - ha detto citando l'esempio della crisi Argentina - il mercato non è di per sé regolatore delle pari opportunità e ci vogliono delle regole, come sulla questione della proprietà della conoscenza: è grave brevettare e privatizzare 'alfabeti'"."Mandela - ha ricordato - ha sottratto la salute da un ambito di mercato per portarla nell'ambito dei diritti.

Sulle ogn - ha aggiunto - chiediamo più soldi per la ricerca in agricoltura, ma critichiamo la subordinazione ai detentori dei brevetti perché fanno degli agricoltori non imprenditori ma licenziatari".La leadership del movimento No global è egemonizzata da neo-marxisti e neo-anarchici?In ultimo, Cortiana ha negato la veridicità dell'interpretazione di Alberoni, recentemente apparsa sul quotidiano 'Corriere della Sera', secondo cui, alla leadership pacifista, ecologista e terzomondista del movimento No Global, se ne sia sostituita una neo-marxista e neo-anarchica: "Il movimento No global ha carattere planetario, è un fenomeno complesso e non semplificabile: pone delle questioni valide, anche se propone soluzioni molto diverse, ma l'astuzia, la demagogia, l'emotività su cui giocano i comunisti nel movimento No global", a Porto Alegre non hanno prevalso.

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