15 FEB 2002

Radicali: Dibattito su "Articolo 18: quale via per la riforma - la proposta di legge radicale" (con Della Vedova)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 2 min
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Della Vedova illustra la proposta radicale di abolizione dell'articolo 18, definendola 'di buon senso, d'equità e di libertà', ma Fioretti (Uil) e Galdelli (Comunisti italiani) non ritengono che l'abolizione aumenti l'occupazioneAncona, 15 febbraio 2002 - Documento audiovideo del dibattito sul tema "Articolo 18: quale via per la riforma - La proposta di legge radicale", che si è svolto alla Mediateca comunale e al quale sono intervenuti rappresentanti politici e sindacali sostenendo tesi sia a favore sia contro l'articolo 18.Benedetto Della Vedova, presidente dei Radicali italiani ed eurodeputato della 'Lista Bonino', ha illustrato, definendola "di buon senso, d'equità e di libertà", la proposta di legge d'iniziativa popolare per l'abolizione dell'articolo 18, su cui i radicali stanno raccogliendo le firme.Secondo Della Vedova l'analisi che porta a questa proposta parte da due dati di fatto: "La disoccupazione elevatissima in Italia, anche rispetto alla media europea, e il basso tasso di occupazione, tasso che influisce negativamente sulla forza dell'economia italiana"."La rigidità del mercato del lavoro - ha spiegato - danneggia l'Italia e le zone del paese dove l'economia è più debole, la selva legislativa disincentiva l'occupazione e penalizza le imprese".L'articolo 18 fa gravare sui giovani l'onere della flessibilitàIn particolare, Della Vedova ha individuato nell'articolo 18 "l'emblema della rigidità, un istituto che esiste solo in Italia" e ha precisato i motivi della richiesta della sua abolizione: "Oltre il ragionamento semplice dal punto di vista psicologico che se non si può licenziare si tende a non assumere, bisogna considerare che l'articolo 18 impedisce alle aziende di basarsi, nelle assunzioni, su criteri di efficienza e porta ad aggirare la norma con i contratti atipici, che si sostituiscono a quelli a tempo indeterminato, per i nuovi assunti"."Ma così - ha aggiunto - si fa gravare sui giovani tutto l'onere della flessibilità".

Dalla Vedova ha preso d'esempio i contratti di collaborazione coordinata e continuativa, "la flessibilità massima inventata dal mercato come reazione alla troppa rigidità, collaboratori senza alcuna tutela, che si vogliono sanguisugare con il 20% di contributi pensione".La proposta radicale: cambia la sanzione, non il principio, indennizzo invece di reintegro"La nostra proposta - ha spiegato l'eurodeputato radicale - è di sostituire un indennizzo monetario, più alto per i lavoratori più anziani, al reintegro, sempre fermo il principio che non si può licenziare senza giusta causa o giustificato motivo, principio specificato dall'articolo 30 della carta europea dei diritti approvata a Nizza".La difesa di Cofferati è solo ideologicaMa il presidente dei Radicali italiani, ha criticato severamente anche la difesa che Cofferati fa dell'articolo 18, una difesa che ha definito "reazionaria, solo ideologica, non motivabile né sotto il profilo economico, né sotto quello giuridico, perché l'articolo 18 stabilisce un equilibrio inferiore a quello possibile in termini di occupazione e garanzie".la proposta del governo rompe un tabù, ma è insoddisfacenteSulla proposta fatta dal governo di sospendere l'articolo 18, Della Vedova ha ammesso il "merito politico di aver posto in discussione il tabù articolo 18", ma la ha definita insoddisfacente, perché introduce eccezioni minimali".Introdurre i sussidi di disoccupazioneIn ultimo, ha sottolineato come la "guerra santa" sull'articolo 18 distolga l'attenzione del sindacato da altre esigenze, come quella di un "istituto di sussidio ai disoccupati, serio quantitativamente e qualitativamente", e come "in Italia si spenda meno che negli altri paesi per disoccupazione e formazione".Nessun rapporto causa-effetto tra abolizione dell'articolo 18 e maggior occupazioneGraziano Fioretti, segretario regionale della Uil, ha innanzitutto criticato il governo per la delega sul lavoro: "Il governo deve confrontarsi in pieno con le parti interessate, invece si tratta con un 'dialogo sociale a termine', non c'è una vera concertazione.

Da parte dei sindacati non c'è una trincea ideologica, ma la discussione non ha preso il verso giusto, la trattativa deve ancora iniziare".In particolare sull'articolo 18, Fioretti ha sottolineato come "il lavoro sommerso del sud non è riconducibile all'articolo 18, mentre il nord è vicino alla piena occupazione".

Secondo il sindacalista Uil, "i contratti atipici vengono usati non perché flessibili, ma perché costano meno".L'esponente dei Comunisti italiani Primo Galdelli ha osservato che "la libertà di chi licenzia non è quella di chi viene licenziato" e che "il reintegro è giusto in sé come diritto della civiltà del lavoro".Per rispondere alle argomentazioni di Della Vedova, Galdelli ha ricordato che "nessuno strumento economico dimostra il rapporto di causa-effetto tra l'abolizione dell'articolo 18 e l'aumento dell'occupazione", invece ha sottolineato come "la strategia di fondo del governo" sia quella di "abbassare i diritti per abbassare costi del lavoro anziché agire sull'innovazione".

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