25 MAR 2002

CGIL: Conferenza stampa di Cofferati sugli attacchi al Sindacato

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 22 min

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La Cgil non va all'incontro di Palazzo Chigi senza prima aver ricevuto formale smentita e scuse di Berlusconi.

Preannunciate querele contro Martino, Bossi e Sacconi.

Neanche la Uil all'incontro col governoRoma, 25 marzo 2002 - In una conferenza stampa il segretario generale della confederazione, Sergio Cofferati, ha annunciato che la Cgil non andrà domani all'incontro a Palazzo Chigi sul terrorismo e sulla riforma del mercato del lavoro, a meno che non arrivino entro oggi le scuse del premier Silvio Berlusconi per le accuse di ambiguità rispetto agli atti terroristici rivolte alla stessa Cgil
da alcuni esponenti del governo.Contro quegli esponenti del governo, i ministri della Difesa, Antonio Martino, e delle Riforme, Umberto Bossi, e il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi, la Cgil ricorrerà alle vie legali."Le affermazioni dei ministri Martino e Bossi e del sottosegretario Sacconi - ha detto il leader della Cgil, nel corso della conferenza stampa - sono dichiarazioni gravissime che hanno l'obiettivo di attaccare e colpire la Cgil.

Abbiamo deciso di adire le vie legali per difendere la verità, l'onore, il decoro della Cgil, di milioni di persone che hanno manifestato e del suo segretario generale"."Abbiamo inviato una lettera al Presidente del Consiglio in cui gli chiediamo una formale smentita, senza la quale quelle affermazioni verranno da noi considerate atto che attiene alla responsabilità dell'intero governo e del suo presidente".Anche la segreteria della Uil, in una nota, ha annunciato la decisione di non andare domani all'incontro col Governo: "Non ci sono le condizioni per l'incontro", questa la motivazione.

Da esponenti del governo sono giunte, si legge, "dichiarazioni oltraggiose e calunniose nei confronti del sindacato del mondo del lavoro, da sempre baluardo della difesa delle Istituzioni repubblicane e della democrazia contro ogni terrorismo".Martino, "un potere sindacale smisurato, sottratto a qualsiasi disciplina legislativa"Ma quali sono le dichiarazioni incriminate? Sotto accusa l'intervento odierno del ministro della Difesa Antonio Martino sul quotidiano 'La Sicilia'.

Martino non stabilisce collegamenti diretti tra manifestanti e terroristi, ma denuncia lo strapotere della Cgil e un assetto sindacale al di fuori del disegno costituzionale: "La vera anomalia italiana consiste nell'aver consentito la creazione di un potere sindacale smisurato sottratto a qualsiasi disciplina legislativa, dotato di risorse finanziarie ingenti, rispetto alle quali è immune dagli obblighi che valgono per tutti gli altri, che si pone come dichiarato obiettivo quello di impedire al Parlamento di fare leggi non di suo gradimento ed al Governo di esercitare il mandato ricevuto dagli elettori, governandolo"."Con la manifestazione di sabato la Cgil - scrive il ministro su 'La Sicilia' - ha voluto mostrare i muscoli" ed esibire la sua "preoccupante potenza per ricordare alle istituzioni democratiche che non è loro consentito svolgere i compiti previsti dalla Costituzione e che sono stati loro assegnati dalla maggioranza degli elettori"."Sia ben chiaro - ha poi precisato - non sto alludendo in alcun modo a collusioni o contiguità tra i pacifici manifestanti ed i criminali assassini del povero professore; sarebbe ingiusto ed indegno farlo.

Ma è un fatto che è difficile credere alla coerenza di chi manifesta contro le idee di Marco Biagi con toni talmente forti da apparire più come una criminalizzazione che una critica, e poi denunzia la malvagia barbarie del terrorismo".Lo scopo, ha osservato infine Martino, è stato anche quello di alimentare la vanità del leader sindacale: "L'intera, gigantesca piazza era fatta soprattutto a beneficio di una sola persona, 'ad majorem Cofferatianam gloriam'".

Secondo il ministro, partecipando alla manifestazione, la gente avrebbe "inconsapevolmente" sostenuto la tesi degli assassini di Biagi: "Che la riforma del mercato del lavoro costituisce un tradimento dei diritti dei lavoratori".Bossi, "Le balle di Cofferati hanno creato l'alibi per l'omicidio di Biagi"Ben più pesanti le dichiarazioni rilasciate dal ministro per le Riforme Umberto Bossi in un'intervista a 'Il Messaggero'.

Secondo Bossi, il vero fine di Cofferati è quello di sostituirsi a D'Alema e Fassino, e finora "le sue bugie sono state l'alibi per il ritorno del terrorismo.

Cofferati - ha aggiunto - ha visto che la sinistra stava giù senza un'idea e senza una bandiera, lui è andato in giro per le fabbriche a raccontare delle balle, come quella che licenziano i lavoratori.

Questo ha portato al terrorismo.

Peraltro a sinistra sono anche bravi, prima lo hanno ammazzato...

e poi si sono appropriati del morto"."Sono molto più bravi di noi.

L'alibi sono le balle che Cofferati racconta in fabbrica.

Non so se c'è contiguità (tra sindacato e frange estremiste, ndr) ciò che vedo è che le balle raccontate dalla Cgil hanno creato l'alibi per l'omicidio di Biagi".Sacconi, "La Cgil denunci le situazioni di confine che hanno nomi e cognomi"Il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi ha parlato, in un'intervista su 'La Stampa', di ambiguità tra la Cgil e certe 'situazioni di confine' nel mondo del lavoro, invitando il sindacato a chiarire definitivamente la sua posizione: "La manifestazione della Cgil di sabato non mi ha tranquillizzato perché non ho visto nessun confine a sinistra, mentre c'è il problema di isolare quella sinistra che è nella posizione di non aderire e non sabotare, che non sta 'né con le Br né con lo Stato', un'area che ha una particolarissima contiguità con il terrorismo"."La vecchia sinistra, il vecchio sindacalismo di Luciano Lama - ha ricordato Sacconi - sapeva alzare dighe da quella parte, distinguersi dai radicalismi che mettono sullo stesso piano gli omicidi delle Br e le violenze dello stato.

L'omicidio di Biagi nasce in questo circuito che non è così enorme.

Anche il sindacato deve tenere le orecchie aperte, assumere lo stesso atteggiamento che aveva negli anni di piombo.

Vogliamo denunce, delazioni.

Ci sono nicchie anomale in alcune fabbriche, in alcuni uffici.

Situazioni di confine che hanno nomi e cognomi che tutti conoscono".

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  • Sergio Cofferati, segretario generale Cgil

    <br>Indice
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  • Risposte alle domande dei giornalisti

    <p><p>Le dichiarazioni incriminate<p> <strong>Martino, intervento su 'La Sicilia'</strong><p> <strong>Bossi, intervista a 'Il Messaggero'</strong><p> <strong>Sacconi, intervista a 'La Stampa'</strong>
    0:04 Durata: 17 min 10 sec