18 MAG 2002

Mafia: Dibattito sul libro di Violante "Il Ciclo mafioso": 'Governo disattento contro la mafia'

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La teoria del 'ciclo mafioso' alla base della denuncia di Violante, lo Stato ha abbassato la guardia: 'mettere sotto accusa i magistrati isola chi lotta contro la mafia' e lo rende un facile bersaglioTorino, 18 maggio 2002 - Si è svolto al Salone del libro un dibattito sul libro di Luciano Violante "Il Ciclio mafioso".

Oltre all'editore Laterza e all'autore, hanno partecipato il magistrato Giancarlo Caselli e Don Luigi Ciotti.La teoria del 'ciclo mafioso'Il saggio propone un'interpretazione del meccanismo dell'attività mafiosa: un ciclo, che circa ogni dieci anni porta a stragi e assassinii,
con "elementi ricorrenti": "C'è prima - ha spiegato Violante - una forte insorgenza della repressione contro la mafia, con arresti e processi, poi un lento allentamento della tensione, si comincia a criticare i processi, a mettere sotto accusa i magistrati, la politica non si occupa più della mafia, che rialza la testa e si riorgnanizza, e chi lotta contro la mafia appare isolato, e solo allora viene attaccato"."Nel '93 - ha ricordato - Mutolo spiegò che quando c'era un giudice che 'eccedeva' nelle indagini veniva ucciso, si attendeva la reazione dello Stato e poi si ricominciava, ed ora che la reazione è in calo, ma tanti magistrati sono ancora in prima linea, e forse più soli, c'è da avere paura".Dunque "la mafia si muove a cicli di circa dieci anni che generalmente culminano con un omicidio eccellente.

Ora, che l'attenzione nei confronti della mafia è calata e si sta chiudendo un ciclo, - ha avvertito il capogruppo dei Ds alla Camera - c'è seria preoccupazione".Governo 'disattento nei confronti della mafia'Violante ha definito la politica governativa "troppo disattenta nei confronti della mafia.

La risposta dei politici è disastrosamente calata.

Basti pensare - ha detto - alla violenta polemica che seguì nel '91 una sentenza emessa a Catania che diceva che l'imprenditore che si alleava con la mafia non è da condannare e alla quasi inesistente polemica che si è avuta nel 2001 dopo una sentenza del tutto analoga".Ma il presidente del gruppo dei Ds alla Camera è stato ancora più duro: "Il fatto che Giancarlo Caselli, si trovi a dormire spesso da solo in albergo a Palermo, senza scorta, vuol dire o che si intende lasciare un giudice antimafia al suo destino o che si è in un periodo di connivenza.

Questo - ha aggiunto - è un periodo di commemorazione di tanti omicidi di mafia bisogna stare attenti perché nelle commemorazioni spesso si fa una minestra fra boia e impiccati.

Se tutti diventano uguali si perde il senso di cosa è davvero accaduto".Per Giancarlo Caselli si è passati "da un periodo, quello dopo le stragi del '92, in cui la lotta alla mafia era forte e sembrava portare ad una rottura irreversibile, a una fase in cui si criminalizza la magistratura e si fanno leggi in materia di legalità che riportano indietro.

Sta sfumando una speranza"."Questo non è un momento bello - ha invece notato don Ciotti - dieci anni fa non avrei pensato che oggi saremmo stati qui ancora una volta a parlare di ciclo mafioso e a fare girotondi per ribadire il semplice concetto di legalità".

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