23 MAG 2002

Articolo 18: Il Governo potrebbe ripensarci (Berlusconi a 'Porta a Porta')

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Registrazione audio di "Articolo 18: Il Governo potrebbe ripensarci (Berlusconi a 'Porta a Porta')", registrato giovedì 23 maggio 2002 alle 00:00.

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  • Le dichiarazioni di Berlusconi a 'Porta a Porta'

    <p>Servizi correlati <strong>Capezzone, basta con le ipocrisie sull'art. 18</strong> <strong>Forse il governo ripenserà alle modifiche dell'art. 18, se i sindacati abbandoneranno le posizioni politiche ed ideologiche e torneranno ai negoziati per un accordo su tutta la riforma del mercato del lavoro</strong><p>Roma, 23 maggio 2002 - Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ospite della trasmissione 'Porta a Porta' di Bruno Vespa, in onda stasera, ma registrata nel tardo pomeriggio, ha affrontato tutti i principali temi dell'attualità politica, facendo un bilancio del primo anno di governo e presentando i programmi per i futuri anni. In particolare è sembrato far intendere che il governo potrebbe ripensare alle modifiche dell'art. 18 in cambio di un accordo generale su tutti gli altri temi della riforma del mercato del lavoro.<p><strong>Sull'art. 18 possiamo ritardare e non escludere una revisione</strong><p>"Possiamo anche ritardare l'approvazione della riforma dell'articolo 18 e, nel caso di un accordo generale, non escludere una revisione della riforma presentata". Queste le parole precise pronunciate dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a 'Porta a Porta', ribadendo l'invito alle parti a tornare al tavolo negoziale.<p><strong>Accordo su tutto</strong><p>Berlusconi ha quindi annunciato che intende avere una "regia a Palazzo Chigi" che coinvolga sindacati e mondo imprenditoriale, affinché per quanto riguarda la riforma sul lavoro "si decida tutto insieme, non solo una parte"; è volontà del Governo arrivare "con le forze sociali" ad un accordo su tutto.<p>Ma per le riforme "il governo - ha ribadito Berlusconi - non fa nessuna marcia indietro. Anzi c'è una marcia avanti assoluta...". Il premier ha definito indispensabile "sedersi al tavolo del negoziato e aprire nuovamente il dialogo" sulle questioni relative alla riforma del mercato del lavoro e dell'art. 18. "Occorre quindi tanto buon senso per superare questa fase e i sindacati dovrebbero abbandonare posizioni solo politiche e ideologiche".<p><strong>Berlusconi ribadice le sue promesse elettorali</strong><p>Nel corso della puntata, Berlusconi ha anche assicurato che manterrà tutte le promesse fatte in campagna elettorale: le aliquote fiscali del 23 e 33% per l'Irpef entro il 2006, ma "bisognerà recuperare il costo per interessi sulla montagna di debito pubblico che ereditiamo dal passato", entro la fine dell'anno 30 mila miliardi di lire in cantieri e "in cinque anni si potranno creare in Italia oltre un milione e mezzo di nuovi posti di lavoro". Ha comunicato inoltre che la legge sul rientro per i capitali dall'estero "sta andando meglio del previsto". Sono rientrate in Italia 44mila miliardi di lire e le previsioni "sono di 100mila miliardi di lire".<p>Il premier ha annunciato per il 2003 aumenti di stipendio fra le 300 e le 400 mila lire mensili alle forze dell'ordine e ha ricordato che su 2,2 milioni di italiani che hanno il diritto all'aumento della pensione ad un milione al mese, finora l'aumento è andato ad 1,5 milioni. Gli altri 700mila avranno comunque l'aumento con rimborsi per recuperare quanto perduto dal primo gennaio ad oggi.<p><strong>L'interim agli Esteri forse per tutto l'anno</strong><p>Alla domanda di Vespa che gli chiedeva quando finirà l'interim alla Farnesina, Berlusconi ha risposto: "Ho un motivo preciso per restare agli Esteri, anche tutto l'anno. Si tratta della riforma della nostra diplomazia. I diplomatici italiani - ha spiegato - dovranno sostenere la nostra economia in tutti i paesi del mondo".<p>Escludendo "un rimpasto nella maniera più assoluta", il premier ha assicurato che gli alleati della Casa delle libertà non litigano, ma cercano solo "un pò di visibilità" in vista delle amministrative, "anzi si comportano tutti molto bene".<p><strong>Scontro Castagnetti-Berlusconi sull'extradeficit</strong><p>Scontro polemico c'è stato tra Pierluigi Castagnetti (Margherita) e il premier Berlusconi sul presunto extradeficit: L'attuale governo, ha rivendicato Berlusconi, ha trovato "in eredità un extradeficit di 37.000 miliardi di vecchie lire". In queste condizioni è già stato "un miracolo non aumentare le imposte che, anzi, sono già leggermente diminuite".<p>Castagnetti ha invece rimarcato l'esistenza di un aumento del carico fiscale nell'ultimo anno e ha sostenuto che "non evocare" da parte del presidente del Consiglio un buco nei conti pubblici sarebbe una "questione di stile". Pronta la risposta di Berlusconi, il quale, tenendo in mano un grafico a colori, gli ha risposto: "No, è una questione di soldi".
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