Contro le modifiche all'articolo 18 proposte dal Governo, la Cgil ricorrerà alla Corte costituzionale, allo strumento referendario e a proposte di legge d'iniziativa popolare.
5 milioni di firme prima del nuovo sciopero generale 'nel primissimo autunno'Roma, 24 giugno 2002 - Nel corso della conferenza stampa di cui vi proponiamo il documento audio, il segretario generale della Cgil Sergio Cofferati ha reso noto che il sindacato intende ricorrere alla Corte costituzionale contro le modifiche dell'articolo 18.
Secondo la Cgil, infatti, le modifiche proposte dal governo sono … incostituzionali.Modifiche incostituzionaliCofferati ha annunciato che la Cgil "farà ricorso, secondo la prassi tradizionale, impugnando il carattere di incostituzionalità.
E' - ha spiegato - un grave attacco ai diritti dei lavoratori, che avrà l'effetto di introdurre una differenziazione tra lavoratori appartenenti ad una impresa e lavoratori appartenenti ad un'altra, ed altera anche la libera competizione tra le imprese.
Un carattere palesemente incostituzionale".Referendum e proposte di leggeMa le iniziative della Cgil contro le proposte del governo non si fermano qui.
Tra la fine degli scioperi regionali e il nuovo sciopero generale del "primissimo autunno", è prevista la raccolta di 5 milioni di firme sia per una campagna referendaria contro la modifica dell'articolo 18, due referendum abrogativi della delega 848 e 848 bis, sia per due proposte di legge d'iniziativa popolare volte ad "estendere i diritti dei lavoratori precari, a partire - ha sottolineato Cofferati - dai co.co.co" e ad una riforma degli ammortizzatori sociali, collegata alla formazione professionale.Querele a Maroni e AlemannoTra le iniziative legali del sindacato ci sono anche due querele ai ministri del Welfare Roberto Maroni e delle Politiche agricole Giovanni Alemanno, per le loro accuse alla Confederazione di mettere in campo "atti intimidatori" verso le controparti sui temi del mercato del lavoro e dell'articolo 18.Con le parole di Maroni contro la Cgil "siamo alla barbarie nei rapporti sociali - ha spiegato il leader della Cgil - Siamo di fronte ad accuse infondate e infamanti.
Si infanga l'immagine di una grande organizzazione sindacale accreditando sospetti gravissimi...
Si tratta di una pratica non solo grave, ma particolarmente deleteria per le relazioni sociali e che deve essere contrastata con grande fermezza".Stamani, in un'intervista pubblicata dal quotidiano 'la Repubblica', il ministro del Welfare Roberto Maroni, spiegava il senso di alcune affermazioni da lui fatte da Pontida, dove ha rivelato di aver ricevuto "pallottole e minacce".
Maroni precisava che le minacce "sono quelle pubblicate dai giornali" e chiarisce di essersi riferito "a quel 'bisogna fermarli', 'hanno fatto un patto scellerato, bisogna fermarli", pronunciato in Spagna da Sergio Cofferati.Il ministro però aggiungeva che "dopo questa frase ho ricevuto segnalazioni preoccupate dalle autorità preposte alla mia sicurezza e dai miei collaboratori".
Il timore di Maroni insomma, era che qualcuno possa "falsamente interpretare" l'esortazione di Cofferati, prendendo un'iniziativa mirata a "fermare" i protagonisti dell'accordo sul lavoro.Così ha reagito il ministro Alemanno all'annuncio delle querele fatto oggi da Cofferati: "Mettere in mezzo le querele in una normale dialettica politica, significa veramente aver esaurito ogni argomento".
Invece, per il vice di Cofferati Guglielmo Epifani "Maroni dovrà rispondere in tribunale delle sua affermazioni, che sono gravi e irresponsabili".Nessun legame con i referendum di Rifondazione e le proposte ulivisteSempre durante la Conferenza stampa odierna, Sergio Cofferati, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha anche chiarito che le iniziative della Cgil, referendum e proposte di legge, non hanno nulla a che fare con i referendum di Rifondazione comunista, per i quali ha ribadito il suo "giudizio negativo", e con le proposte di legge dell'Ulivo, cosa che dimostrerebbe l'autonomia della Cgil dalla politica.La Cgil partecipa agli altri 3 tavoliLa Cgil, ha infine confermato il segretario generale, nonostante la rottura sulla riforma dell'articolo 18, continuerà a partecipare agli altri tre tavoli di trattativa fra governo e parti sociali, anche se ciò non significa che le proposte del governo saranno accettate in modo acritico: "Noi partecipiamo agli altri tavoli come avevamo deciso e pensiamo si debba completare quel confronto.
Andremo quindi all'incontro conclusivo del 2 luglio".
5 milioni di firme prima del nuovo sciopero generale 'nel primissimo autunno'Roma, 24 giugno 2002 - Nel corso della conferenza stampa di cui vi proponiamo il documento audio, il segretario generale della Cgil Sergio Cofferati ha reso noto che il sindacato intende ricorrere alla Corte costituzionale contro le modifiche dell'articolo 18.
Secondo la Cgil, infatti, le modifiche proposte dal governo sono … incostituzionali.Modifiche incostituzionaliCofferati ha annunciato che la Cgil "farà ricorso, secondo la prassi tradizionale, impugnando il carattere di incostituzionalità.
E' - ha spiegato - un grave attacco ai diritti dei lavoratori, che avrà l'effetto di introdurre una differenziazione tra lavoratori appartenenti ad una impresa e lavoratori appartenenti ad un'altra, ed altera anche la libera competizione tra le imprese.
Un carattere palesemente incostituzionale".Referendum e proposte di leggeMa le iniziative della Cgil contro le proposte del governo non si fermano qui.
Tra la fine degli scioperi regionali e il nuovo sciopero generale del "primissimo autunno", è prevista la raccolta di 5 milioni di firme sia per una campagna referendaria contro la modifica dell'articolo 18, due referendum abrogativi della delega 848 e 848 bis, sia per due proposte di legge d'iniziativa popolare volte ad "estendere i diritti dei lavoratori precari, a partire - ha sottolineato Cofferati - dai co.co.co" e ad una riforma degli ammortizzatori sociali, collegata alla formazione professionale.Querele a Maroni e AlemannoTra le iniziative legali del sindacato ci sono anche due querele ai ministri del Welfare Roberto Maroni e delle Politiche agricole Giovanni Alemanno, per le loro accuse alla Confederazione di mettere in campo "atti intimidatori" verso le controparti sui temi del mercato del lavoro e dell'articolo 18.Con le parole di Maroni contro la Cgil "siamo alla barbarie nei rapporti sociali - ha spiegato il leader della Cgil - Siamo di fronte ad accuse infondate e infamanti.
Si infanga l'immagine di una grande organizzazione sindacale accreditando sospetti gravissimi...
Si tratta di una pratica non solo grave, ma particolarmente deleteria per le relazioni sociali e che deve essere contrastata con grande fermezza".Stamani, in un'intervista pubblicata dal quotidiano 'la Repubblica', il ministro del Welfare Roberto Maroni, spiegava il senso di alcune affermazioni da lui fatte da Pontida, dove ha rivelato di aver ricevuto "pallottole e minacce".
Maroni precisava che le minacce "sono quelle pubblicate dai giornali" e chiarisce di essersi riferito "a quel 'bisogna fermarli', 'hanno fatto un patto scellerato, bisogna fermarli", pronunciato in Spagna da Sergio Cofferati.Il ministro però aggiungeva che "dopo questa frase ho ricevuto segnalazioni preoccupate dalle autorità preposte alla mia sicurezza e dai miei collaboratori".
Il timore di Maroni insomma, era che qualcuno possa "falsamente interpretare" l'esortazione di Cofferati, prendendo un'iniziativa mirata a "fermare" i protagonisti dell'accordo sul lavoro.Così ha reagito il ministro Alemanno all'annuncio delle querele fatto oggi da Cofferati: "Mettere in mezzo le querele in una normale dialettica politica, significa veramente aver esaurito ogni argomento".
Invece, per il vice di Cofferati Guglielmo Epifani "Maroni dovrà rispondere in tribunale delle sua affermazioni, che sono gravi e irresponsabili".Nessun legame con i referendum di Rifondazione e le proposte ulivisteSempre durante la Conferenza stampa odierna, Sergio Cofferati, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha anche chiarito che le iniziative della Cgil, referendum e proposte di legge, non hanno nulla a che fare con i referendum di Rifondazione comunista, per i quali ha ribadito il suo "giudizio negativo", e con le proposte di legge dell'Ulivo, cosa che dimostrerebbe l'autonomia della Cgil dalla politica.La Cgil partecipa agli altri 3 tavoliLa Cgil, ha infine confermato il segretario generale, nonostante la rottura sulla riforma dell'articolo 18, continuerà a partecipare agli altri tre tavoli di trattativa fra governo e parti sociali, anche se ciò non significa che le proposte del governo saranno accettate in modo acritico: "Noi partecipiamo agli altri tavoli come avevamo deciso e pensiamo si debba completare quel confronto.
Andremo quindi all'incontro conclusivo del 2 luglio".
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