24 GIU 2002

Medio Oriente: Il discorso di Bush, Prima democrazia e riforme poi uno Stato palestinese

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Bush scarica Arafat: servono nuovi leader che combattono il terrorismo e riforme democratiche, poi gli Stati Uniti appoggeranno la nascita di uno Stato palestinese indipendente"Uno stato non può nascere dal terrore: la vera riforma richiede nuove istitituzioni basate sulla democrazia, l'economia di mercato, e azioni contro il terrorismo".Questo un passaggio cruciale dell'attesissimo discorso che il presidente Usa George W.

Bush, con al fianco il segretario di Stato Colin Powell, il segretario alla difesa Donald Rumsfeld e il consigliere per la sicurezza nazionale Condoleeza Rice, ha
pronunciato annunciando la nuova fase della strategia politica americana per la pace in Medio Oriente.Serve una nuova leadershipBush si è detto favorevole ad uno Stato palestinese provvisorio, ma dopo l'elezione di nuovi leaders che non siano compromessi con il terrorismo e che siano in grado di assicurare sviluppo e democrazia.

"La pace - ha affermato Bush - richiede una nuova leadership che consenta la nascita di uno Stato palestinese: quando il popolo palestinese avrà nuovi leaders, nuove istituzioni e nuovi accordi di sicurezza con i loro vicini, gli Stati Uniti appoggeranno la creazione di uno Stato palestinese".La visione di due Stati, l'israeliano e il palestinese, che vivano uno accanto all'altro "in pace e sicurezza", non è realizzabile fino a che "tutte le parti non combattano il terrorismo".

"E' arrivato per tutti il momento di scegliere la speranza, la pace, la vita" ha detto Bush.

Via Arafat, compromesso col terrorismo Nel suo discorso il presidente americano non ha citato il presidente palestinese Yasser Arafat,  ma ha accusato gli attuali dirigenti palestinesi di "incoraggiare il terrorismo invece di opporvisi", ha quindi invitato il popolo palestinese a eleggere nuovi leaders, "non compromessi col terrorismo".

Da parte degli Usa ci sarà tutto l'aiuto necessario per organizzare elezioni locali entro la fine dell'anno, cui dovranno seguire elezioni nazionali e una Costituzione.

Questo il percorso istituzionale per arrivare a uno Stato indipendente.Israele deve ritirarsi A Israele il Presidente americano ha detto che deve ritirarsi alle posizioni del 28 settembre del 2000, "congelare" la creazione di nuovi insediamenti nei territori occupati, se si vuole arrivare a un accordo di pace nella regione, e 'scongelare' i beni e i redditi palestinesi così da non soffocarne l'economia.

Bush, annunciando una bozza di percorso che dovrebbe condurre a uno Stato palestinese e che prevede la tappa "di confini provvisori", nella prospettiva di tornare a quelli del 1967, ha detto che "per il bene dell'umanità, le cose devono cambiare in Medio Oriente".Bush non ha parlato di tempi, ma fonti dell'Amministrazione sperano che se 18 mesi possano bastare alla soluzione provvisoria e ci vorranno almeno tre anni per quella definitiva.

Ma la condizione preliminare a qualsiasi appoggio degli Stati Uniti è che la leadeship palestinese non sia compromessa con il terrorismo e si impegni, anzi a combattere "in modo determinato" il terrorismo e la corruzione, portando di fronte alla giustizia i terroristi.Soddisfazione a Tel Aviv L'ufficio del premier israeliano Ariel Sharon, in una prima reazione al discorso del presidente Bush, ha emesso il seguente comunicato: "Israele è uno stato che aspira alla pace e il primo ministro ha più volte detto in passato che quando cesseranno totalmente il terrorismo, la violenza e la sovversione e dopo che l'Autorità palestinese sarà riformata e avrà una nuova dirigenza sara possibile discutere su come progredire nelle questioni politiche".Negli ambienti governativi il discorso del presidente è interpretato come un successo personale di Sharon e degli sforzi condotti da Israele dietro le quinte per mezzo di diversiinviati a Washington.

Nel complesso, ha riferito una fonte governativa interpellata dall'Ansa, è stato positivo dal punto di vista israeliano: "Il presidente Bush - ha detto - ha accolto il nostro punto che il terrorismo è il problema centrale e che una volta che questo cesserà tutto potrà essere discusso".In Israele si dà in particolare compiaciuto rilievo alla richiesta di Bush di sostituire l'attuale dirigenza palestinese, Yasser Arafat, con un'altra democraticamente eletta e non implicata in attività terroristiche.L'Anp accoglie con favore le 'idee'Il dirigente palestinese Saeb Erekat ha definto invece inaccettabile l'appello del presidente Usa George W.

Bush per una nuova leadership palestinese, ma la direzione palestinese e il presidente Yasser Arafat hanno accolto favorevolmente "le idee" avanzate dal presidente americano come si afferma in un comunicato ufficiale diramato a Gaza.

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