16 LUG 2002

Legalità costituzionale: Pannella conclude la Maratona oratoria radicale a Montecitorio

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Pannella ha concluso la maratona oratoria e il satyagraha, ma la nonviolenza deve continuare ad essere l'arma dei radicali per spingere le istituzioni verso la legalitàRoma, 16 luglio 2002 - Con l'esito positivo della votazione per l'elezione degli 8 membri laici del Csm, il Satyagraha per la legalità costituzionale si è concluso ufficialmente stasera con la chiusura della maratona oratoria davanti a Montecitorio, raggiunto il suo terzo ed ultimo obiettivo, dopo quelli già conquistati con l'elezione dei due giudici costituzionali e la decisione sui 12 seggi vacanti alla Camera assunta lunedì.Il satyagraha "ha convinto, vinto con le istituzioni"Il leader radicale Marco Pannella ha svolto l'intervento conclusivo della maratona oratoria, confermando il raggiungimento degli obiettivi del satyagraha radicale, in corso da tre mesi, che ha visto la mobilitazione nelle carceri, tra i militanti, tra gli iscritti e tra tutti coloro che hanno deciso di sostenere le lotte per il ripristino della legalità, con la partecipazione complessiva di oltre 6000 cittadini, di cui oltre 3500 detenuti di 22 diverse nazionalità.La mobilitazione, che è stata intervallata da momenti drammatici, ha visto protagonista in primo luogo Marco Pannella, che in due occasioni ha deciso di ricorrere allo sciopero della sete.La nonviolenza in nome del meridionalismo salveminiano contro Cofferati-AgnelliMarco Pannella ha colto però l'occasione per rivolgersi alle popolazioni meridionali invitandole alla mobilitazione nonviolenta in nome del meridionalismo salveminiano contro "quell'ipoteca nordista che prosegue nell'alleanza tra Cofferati, Agnelli e le burocrazie romane".Il leader radicale ha ripreso ed attualizzato la denuncia che Gaetano Salvemini pronunciò all'inizio del secolo quando il padre del meridionalismo democratico abbandonò il movimento operaio e sindacalista contro "l'alleanza storica delle grandi famiglie industriali e protezioniste del nord e le burocrazie sindacali, che operavano contro il radicamento della democrazia nella società italiana ed il progresso".Le grandi montature e menzogneIl leader radicale ha ripercorso la storia della politica italiana di mezzo secolo, storia di falsificazioni ai danni del popolo: la legge 'truffa', il generale 'peste', e oggi sull'articolo 18 e le riforme economiche."Sull'articolo 18, Cofferati si dimostra un comunista coerente", ha sostenuto Pannella, riferendosi a quel comunismo "sterminatore di disoccupati, mondo del lavoro e contadino", a quel comunismo che ha dato "ai capitalismi di stato la forza lavoro a condizioni che nel mondo libero erano impossibili trovare, questa - ha sottolineato - è la strategia della Cgil"."Stiamo assistendo - ha proseguito Pannella - a quella situazione che portò Giuseppe Di Vittorio a morire di crepacuore.

La Cgil - ha accusato il leader radicale - ha già fatto uno sciopero generale contro la grande montatura, la grande menzogna dell'articolo 18 che ha riguardato in un anno meno di 40 cittadini lavoratori italiani, mentre per le condizioni dell'acqua, delle campagne, per le condizioni economiche e strutturali dell'intero mezzogiorno, nulla cambia".E mentre "la politica denunciata da Salvemini continua con nuovi sussidi invisibili immensi alla Fiat, con l'accordo di Cofferati e della sinistra.

Su questo però i sindacati e Cofferati non dicono nulla: ancora una volta socializzano le perdite dell'industria protezionistica per meglio privatizzarne i profitti.

Dinanzi al disastro idrogeologico, ad una politica che distrugge non solo le coste e le città, ma tutta la struttura sociale e produttiva del mezzogiorno, i sindacati non hanno fatto un giorno di sciopero nazionale in questi trent'anni: Agnelli, Cofferati e le burocrazie romane sono la stessa cosa".Pannella ha quindi concluso il suo intervento chiamando alla mobilitazione nonviolenta militanti e non, per spingere le istituzioni verso la legalità, con l'unica arma dei 'poveri', dei popoli.

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