14 AGO 2002

Carceri: I Radicali italiani denunciano una situazione esplosiva (conferenza stampa con Capezzone e D'Elia)

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I radicali denunciano la drammatica situazione nelle carceri italiane: il sovraffollamento, la carenza di organici.

Una 'polveriera' che non esplode solo grazie alla civiltà di detenuti e personale.

Le falsificazioni sul 41 bisRoma, 14 agosto 2002 - Oggi i Radicali italiani hanno tenuto una Conferenza stampa sulla drammatica situazione delle carceri italiane e sull'attuazione del 41 bis.

Erano presenti Daniele Capezzone, segretario di Radicali italiani, Rita Bernardini, presidente, Maurizio Turco, presidente degli eurodeputati radicali, Sergio D'Elia, presidente di 'Nessuno tocchi Caino' e
Piero Milio, ex senatore radicale.Drammatico sovraffollamento delle carceriLe carceri italiane scoppiano sempre più.

E' questa la verità che emerge dai dati illustrati, e se non fosse per la "straordinaria prova di dignità e civiltà che gli stessi detenuti danno, insieme anche a personale di custodia e dirigente, basterebbe niente a far esplodere in maniera incontenibile e drammatica le carceri che già ora sono autentiche polveriere", ha detto Capezzone.A fine luglio nelle carceri c'erano 56.002 detenuti, 14.272 in più rispetto ad una capienza che il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP) definisce "regolamentare".

Un +25,5% che equivale a una situazione pesante e difficile da gestire, hanno denunciato questa mattina i radicali.Nelle carceri i cittadini miglioriIl segretario ha ricordato poi che nel '90 su 24 mila detenuti, 12 mila lavoravano, mentre oggi lavorano sempre 12 mila, ma su un totale di 54 mila, e possono lavorare metà tempo a metà stipendio".

Inoltre, ha osservato, le promesse fatte da politici e Chiesa durante il Giubileo del 2000 non sono state mantenute, e "quel popolo delle promesse è ora svanito"."E le carceri - ha aggiunto - sono rimaste le polveriere che erano, anzi il quadro si è aggravato, ed oggi basta nulla perché esplodano".

Capezzone, ricordando anche la partecipazione di una moltitudine di detenuti al satyagraha radicale per la legalità costituzionale, ha espresso la convinzione che "se c'è un luogo dove trovare i cittadini migliori, questo è proprio il carcere".Le falsificazioni sulla realtà del 41 bisSergio D'Elia, presidente dell'associazione 'Nessuno tocchi Caino' ha parlato di 41 bis, ricordando che i radicali hanno visitato i 645 detenuti posti sotto questo regime carcerario.

D'Elia ha denunciato la mancanza di trasparenza "sulla realtà delle sezioni del 41 bis" e ha raccontato "il giro cella a cella" fatto dai radicali, sottolineando le situazioni più drammatiche: non tutti i detenuti in 41 bis sono mafiosi e più del 10% sono incensurati in attesa di primo giudizio."E' incredibile - ha detto - come tutti siano allineati e coperti sulla necessità di mantenere questo regime di 41 bis e come nessuno veda nell'applicazione di condizioni di pena così inumane e degradanti un rischio di morte e un degrado, innanzitutto, del nostro stato di diritto e del nostro senso di umanità.

E chi parla di stato di diritto, di Costituzione, di rispetto dei diritti umani anche nei confronti dei capi mafiosi, viene considerato un garantista ingenuo se non un utile idiota".L'europarlamentare della 'Lista Bonino' Maurizio Turco ha parlato di "falsificazioni continue" riguardo il 41 bis e denunciato come nel nostro paese il potere dei magistrati si estenda al di fuori delle aule di tribunale, dominando sui media anche il dibattito politico sul tema giustizia."Il 41 bis continua ad essere usato in maniera strumentale, per teoremi politici" e, inoltre, ha aggiunto "i detenuti in 41 bis sono anche prigionieri di una sorta di 'gabbia procedurale' dalla quale non riescono ad uscire se non per mezzo del pentimento" visto che "in assenza di fatti nuovi, sui quali si dovrebbe basare la proroga semestrale, si viene detenuti in funzione del pentimento.

Questa è tortura", ha accusato.Il 41 bis, ha proseguito Turco, "è nato dopo le stragi di Falcone e Borsellino.

Oggi la realtà è un pò diversa.

Quelle stragi erano nate fuori dal circuito carcerario ed e' una ignobile menzogna che Riina sia ancora in grado di dettare ordini dal carcere.

Sono falsificazioni costanti".Il proibizionismo ingrassa la mafiaInfine, Capezzone ha ribadito la necessità della proposta antiproibizionista sulla droga per combattere la mafia, osservando come la legislazione proibizionista "ingrassa le casse delle mafie": mentre si usa la linea dura nelle carceri, si lascia che la mafia si arricchisca.Alcuni dati33.174 sono i detenuti cosiddetti "definitivi", cioè con sentenza ormai passata in giudicato.

21.705 (38,7% dell'intera popolazione carceraria) sono invece i cosiddetti "imputati", e comprendono quelli in attesa di giudizio, gli appellanti contro la sentenza di primo grado e i ricorrenti contro i provvedimenti di custodia cautelare.Quanto invece ai detenuti sottoposti al regime di restrizioni previsto dal 41 bis, in tutta Italia sono 645, distribuiti tra le 12 strutture penitenziarie dove sono state istituite sezioni specifiche.L'85% dei detenuti-lavoranti è alle dipendenze della stessa amministrazione carceraria, svolgendo in particolare compiti di pulizia delle strutture penitenziarie e di preparazione e distribuzione dei pasti.

Il restante 15% è fatto per lo più di detenuti che beneficiano del regime di semilibertà e che sono quindi dipendenti da datori di lavoro esterni al carcere.Per quanto riguarda invece i corsi professionali, è diminuito sempre più il numero di detenuti ammessi: nell'ultimo semestre del 2001 si è toccata la punta minima, con il 5,23% dell'intera popolazione penitenziaria (mentre nel primo semestre del '98 la percentuale era stata dell'8,4%).

A frequentare i 242 corsi previsti nel secondo semestre del 2001 sono stati 2892 detenuti, con una percentuale di "promossi" al termine dei 192 corsi ultimati pari al 67,33%.Infine la carenza di organici.

I Radicali denunciano che mancano 2.200 unità, per lo più nelle qualifiche superiori.

Gli assistenti sociali sono 395 di quelli previsti, gli educatori sono 788 in meno; i medici sono 22 in meno.

E gli psicologi è come se non esistessero: ce ne sono appena 4 dei 95 previsti in pianta stabile.

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  • Daniele Capezzone, segretario Radicali italiani

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    0:00 Durata: 5 min 30 sec
  • Rita Bernardini, presidente Radicali italiani

    0:05 Durata: 21 min 21 sec
  • Sergio D'Elia, presidente 'Nessuno tocchi Caino'

    0:26 Durata: 21 min 54 sec
  • Piero Milio, ex senatore radicale

    0:48 Durata: 14 min 30 sec
  • Maurizio Turco, presidente eurodeputati radicali

    1:03 Durata: 10 min 16 sec
  • Daniele Capezzone

    1:13 Durata: 1 min 39 sec
  • Domanda di un giornalista a Maurizio Turco

    1:15 Durata: 5 min 5 sec
  • Daniele Capezzone

    <strong>I dossier sulle carceri</strong> La situazione nelle carceri normali<p> La situazione nelle sezioni del 41 bis
    1:20 Durata: 2 min 39 sec