11 SET 2002

11 settembre: I Radicali alla Moschea, far conoscere libertà e democrazia al mondo islamico

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 32 min 15 sec
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Capezzone avverte: "Non lasciare il campo alla linea 'pacifista' antiamericana di Sciuscià e dei santoriani né rischiare che ad essa si contrapponga una 'linea Fallaci', sbagliata e pericolosa"Roma, 11 settembre 2002 - Oggi, ad un anno dal tragico attentato che ha provocato il crollo delle Twin Towers di New York, causando migliaia di vittime, i Radicali hanno scelto di tenere la loro commemorazione davanti alla Moschea di Roma, con il motto "Siamo anche islamici anche noi: democratici, laici, non violenti" e le bandiere con la mezzaluna, americane, israeliane.Un anno fa"Un anno fa, - ha ricordato il segretario Daniele capezzone durante la conferenza stampa - dopo l'abbattimento delle Twin Towers, decidemmo subito di uscire in strada con le bandiere americane, di stringerci idealmente agli Stati Uniti, e insieme di stringere noi stessi a quei simboli di libertà e di democrazia: così, ci ritrovammo a Via Veneto, a Roma, davanti all'ambasciata Usa"."Poi, qualche giorno dopo, mentre tanti 'pacifisti', tra Perugia e Assisi, erano impegnati a bruciare le bandiere americane, noi tornammo ad alzarle, e ci recammo a pochi chilometri di distanza, presso il cimitero angloamericano di Rivotorto, per ricordare ed onorare i giovani caduti per garantire libertà e democrazia anche ad Agnoletto, a Casarini e ai bruciatori di bandiere a stelle e strisce", ha aggiunto.Far conoscere la libertà e la democrazia a chi è costretto a ignorarle"Far conoscere la libertà e la democrazia a chi è costretto a ignorarle", questo il senso della manifestazione dei Radicali, che, "con le bandiere gandhiane della nonviolenza, quelle con la mezzaluna, quelle con la Stella di Davide, oltre naturalmente a quelle americane a stelle e strisce", hanno voluto manifestare "in nome di quella democrazia e di quella libertà che i paesi arabi, oppressi dai loro regimi, sono costretti ad ignorare"."Non si può lasciare il campo alla linea 'pacifista' antiamericana, quella di Sciuscià, quella dei santoriani pronti a difendere intercambiabilmente Saddam, Milosevic e Bin Laden, e neppure rischiare che ad essa si contrapponga una 'linea Fallaci' sbagliata e pericolosa.

Se si confonde Al Qaida con 'l'occhio cattivo' dell'immigrato extracomunitario, si innesca un cortocircuito che avvelena le coscienze", ha spiegato Capezzone.Essere davanti alla Moschea di Roma dunque, per i radicali significa "battere quella cultura e quella politica europee ed occidentali, animate da un profondo razzismo anti-arabo e anti-islamico, che sostengono e promuovono da decenni dittature efferate, privando milioni di donne e di uomini di ciò di cui avrebbero più bisogno, e che nulla simboleggia più e meglio delle bandiere americane: libertà e democrazia".

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