20 SET 2002

Radicali: Presentazione del libro di Luca Coscioni "Il Maratoneta" (Con Pannella, Bonino, Coscioni)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 37 min
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Roma, 20 settembre 2002 - Oggi si è tenuta, proprio in occasione della ricorrenza della breccia di Porta Pia, la presentazione del libro "Il Maratoneta", che ripercorre la storia politica di Luca Coscioni attraverso i suoi interventi e l'annuncio della costituzione dell'Associazione 'Luca Coscioni – per la libertà di ricerca scientifica', il cui comitato promotore già conta oltre 300 persone, tra le quali molti scienziati e professori.Obbiettivi dell'AssociazioneNel suo intervento Luca Coscioni ha individuato lo scopo della nuova associazione e suoi obiettivi immediati: come scopo "la battaglia per la libertà di ricerca scientifica, per i diritti umani, civili e politici delle persone malate e disabili".

L'associazione opererà nel "territorio di internet per la libera circolazione di informazione normativa e scientifica".Obbiettivi immediati saranno "la stesura di un manifesto per libertà di scienza, che chiediamo di sottoscrivere ai ricercatori laici, perché se la ricerca non è libera, anche la cura non è libera.

A questo - ha aggiunto - va associato un secondo manifesto per la difesa delle libertà individuali delle persone malate".E' inoltre necessaria una "campagna per la libertà di parola, e quindi libertà di vita" dei malati.

Per questo ci vogliono dei programmi informatici per l'accesso facilitato messi a disposizione dall'Ue e scaricabili liberamente su internet.

Per i malati che non possono parlare, ha sottolineato Coscioni "comunicare significa vivere e non migliorare la vita".Bonino, 'Il Maratoneta' un j'accuse alle ipocrisiePer Emma Bonino il libro di Coscioni rappresenta "un j'accuse a ipocrisie che appartengono a rami della società, non solo italiana e l'impegno alla continuazione della lotta, con la pena della determinazione e la forza della speranza".

La battaglia per la libertà di ricerca, ha detto la Bonino "è una battaglia transnazionale, che sicuramente va combattuta con libere chiese, libero Stato, libere religioni, libero rispetto, con al centro la responsabilità di ciascuno".Pannella, questo libro è lottaPannella ha preso atto con rammarico, all'inizio del suo intervento, dell'assenza di telecamere e radio private, del mondo dell'informazione: "Mondadori e Raiset presentano ogni libro di Costanzo, Vespa, a milioni di persone, per questo libro invece è lotta l'averlo pubblicato, l'averlo pensato, questa è lotta civile, di sopravvivenza personale"."Come mai - si è chiesto provocatoriamente - tutti quelli che non riescono a vivere con tutto il dolore del mondo non si sono interessati? Il destino di questo libro è il destino al quale condannano ogni giorno 12 milioni persone" he hanno contato la commissione Dulbecco e Veronesi come quei malati che potrebbero avere una speranza di vita dallo sviluppo della ricerca sulle cellule staminali."Perché - si è chiesto ancora - qualcosa che è evento per 52 nobel, al pari di come è evento in 102 paesi la giornata di domani per la libertà religiosa, non è evento per nessuna televisione italiana, alla fine, ormai, è un fatto antropologico, si è annessa una cultura violenta di negazione del diritto alla conoscenza".Allora il 20 settembre, ha sottolineato Pannella, "è lotta per la vita, per salvare la forza anche religiosa e il connotato religioso dell'individuo".

E con rammarico ha ricordato come "il secolo precedente abbia rappresentato "la tragica rivincita dei valori della violenza dei fondamentalismi dell'antilibertà.

Viviamo come vivevano gli stati pontifici, i regimi comunisti, fascisti, corrotti".Infine, Il leader radicale si è rivolto a coloro i quali sostengono di dover riconoscere diritti all'embrione, spiegando la sua posizione: "Qualcosa individuabile come individuale a livello di processo chimico non è qualcosa al quale puoi riconoscere un diritto, la massimo puoi imporre ad altri l'obbligo di farlo vivere comunque, ma il diritto senza titolare del diritto, - ha proseguito - senza possibilità di esercitarlo o meno, diventa condanna che ha nome di diritto solo in una concezione per la quale il diritto è un diritto etico, una legge che si impone all'individuo in nome di una persona come astoricamente è individuata".

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