26 NOV 2002

Fiat: Operai in corteo a Roma. Epifani, il piano va cambiato

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Stamani migliaia di operai Fiat da tutta Italia in corteo a Roma.

Presenti i leader di Cgil-Cisl-Uil.

Ieri sera l'azienda ha accettato di sospendere la cassa integrazione fino al 5 dicembre per aprire, da domani, le trattative con i sindacati (Vai al servizio)E' partito stamani da piazza Esedra, a Roma, il corteo dei lavoratori, circa 20 mila, della Fiat e dell'indotto.

Presenti tutte le sigle sindacali, con rappresentanze da tutta Italia, da Termini Imerese, Arese, Pomigliano, Termoli, Torino, Potenza.Alla testa del corteo, insieme ai dirigenti di Fiom, Fim e Uilm, anche i tre segretari di
Cgil, Cisl e Uil, il segretario dei Ds Piero Fassino e il presidente Massimo D'Alema, l'ex ministro del Lavoro Cesare Salvi, Franco Giordano di Rifondazione comunista e Marco Rizzo dei Comunisti italiani.

La manifestazione si concluderà a Piazza Navona con il comizio del leader della Cgil Guglielmo Epifani.Ieri sera, a conclusione di un vertice a Palazzo Chigi tra governo, sindacati e azienda, la Fiat ha accettato la proposta del governo e ha deciso di sospendere la cassa integrazione per 10 giorni in modo da consentire lo svolgimento di una trattativa tra azienda e sindacati.

Barberis (Fiat) ha inoltre promesso che lo stabilimento di Termini Imerese riaprirà tra giugno e settembre.

Il negoziato inizierà mercoledì alle 9:30.Epifani, la battaglia comincia adesso"Lo stop all'avvio della cassa integrazione straordinaria per i dipendenti Fiat è una buona cosa ma la battaglia comincia adesso.

E in questo lungo periodo di fermo il nostro obiettivo non si è spostato di un millimetro: il piano industriale va cambiato".

Questo il giudizio del segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani sull'accordo di ieri sera a palazzo Chigi.Restare unitiNel suo intervento, conclusivo della manifestazione, il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani ha osservato che La Fiat "è stata costretta a rimangiarsi una propria decisione", e che questo "piccolo risultato lo si deve - ha rivendicato - alla nostra lotta e unità".

Epifani ha quindi sollecitato un "nuovo ruolo attivo" del governo, che deve aiutare il sindacato nell'obiettivo di "cambiare il piano", definito "ordinario e di galleggiamento che non fa i conti con la vera portata della crisi e non garantisce futuro".Il leader sindacale ha anche chiesto uno "sforzo più ampio" ai sindaci e ai presidente di regione: "Ognuno - ha affermato - deve fare la sua parte, possiamo molto se uniamo comuni e regioni".

I sindacati, ha spiegato, possono vincere se restano uniti, altrimenti il rischio è di "perdere disuniti"."Nella fase che si apre domani - ha spiegato - dobbiamo far sentire il peso della mobilitazione.

Per questo abbiamo bisogno di restare uniti.

Se sul piano non si fanno passi avanti - ha aggiunto - abbiamo bisogno di continuare l'impegno di lotta.

Bisogna che Cgil, Cisl e Uil e Fiom, Fim e Uilm abbiano la forza di restare uniti perché altrimenti perdiamo disuniti"."C'è un rischio di declino del Paese che va arrestato - ha concluso -.

Se non lo arrestiamo, non salviamo i diritti e l'occupazione precipita.

La vostra lotta è il simbolo della lotta generale".Contestato Caprioli di Fim-Cisl, l'ira di PezzottaMa l'unità è sempre un obiettivo difficile e, soprattutto, sono fragili i rapporti tra i sindacati, come dimostrano le contestazioni che, durante il comizio al termine della manifestazione di oggi, hanno preso di mira il leader della Fim-Cisl Giorgio Caprioli.

Contestazioni che hanno provocato le ire del segretario generale della Cisl Savino Pezzotta, il quale ha minacciato di abbandonare il palco: "Chi semina vento - ha avvertito - raccoglie tempesta"."Chi fa queste cose - ha aggiunto riferendosi ai fischi che provenivano dalle bandiera della Fiom - non lavora per l'unità.

Stiamo parlando dei problemi dei lavoratori.

Questi atteggiamenti non aiutano.

Nessuno può pensare di intimidirci".

Pezzotta si è adirato soprattutto perché nessuno è intervenuto dal palco per calmare gli animi dei contestatori."Non prestiamoci al gioco di chi vuole dividerci", erano state le parole di Caprioli, che ha continuato a parlare nonostante le notevoli contestazioni e i fischi provenienti dai manifestanti.

"Almeno sulla Fiat l'unità dei lavoratori non è a rischio, se sapremo usare la stessa determinazione oggi dimostrata".Pezzotta, si è aperto uno spiraglioDopo ieri sera "si è aperto uno spiraglio, che certamente non risolve il tutto, ma noi cercheremo di far cambiare il piano all'azienda", ha commentato il leader della Cisl Savino Pezzotta, anch'egli alla manifestazione di Roma insieme ai lavoratori della Fiat."Per noi - ha ribadito Pezzotta - il piano dell'azienda va rivisto in termini di sviluppo e, per questo, ci confronteremo facendo la trattativa.

Il fatto importante, in ogni caso, è che la lotta ha fatto sì che si siano sospese le procedure di cassa integrazione, e questo - ha aggiunto - è la prima volta che avviene nella storia della Fiat".Angeletti, crisi ancora da risolvereIl segretario generale della Uil Luigi Angeletti ha ricordato però che, anche se la vertenza con la Fiat ha registrato un "passo avanti, la crisi dell'azienda è tutt'altro che risolta", e solo un "buon accordo può dare ai lavoratori le necessarie garanzie".

Per Angeletti, "la Fiat si è resa conto che il piano non ha possibilità di successo".Fassino, ora i contenuti"E' un fatto positivo - ha commentato Fassino - che si siano sospese le procedure di cassa integrazione e si sia arrivati a un negoziato vero: ora bisogna passare ai contenuti".

E ha aggiunto: "Serve un piano industriale più aggressivo e più determinato".La solidarietà di CasiniIl presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, aprendo stamani la seduta dell'assemblea che ha all'ordine del giorno l'esame di cinque mozioni presentate dalla maggioranza e dall'opposizione sulla crisi dell'industria torinese, ha ritenuto di esprimere la solidarietà del Parlamento agli operai e ha annunciato che incontrerà, nel pomeriggio, una delegazione di lavoratori "per testimoniare simbolicamente" la vicinanza del Parlamento in un momento di crisi."Esprimo - ha affermato - ai lavoratori della Fiat la nostra solidarietà alla quale si unisce l'impegno di tutto il Parlamento ad affrontare con senso di responsabilità i problemi produttivi e occupazionali legati alla crisi del settore automobilistico nazionale".

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