18 DIC 2002

Difesa: Saluti di Natale del ministro Antonio Martino alla stampa

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Martino risponde alle critiche, "c'è un pò di sovraeccitazione" sulla crisi irachena, e assicura che qualsiasi decisione verrà sottoposta al Parlamento.

"Noi porteremo il problema in Parlamento e saranno le Camere a decidere", conferma il presidente del Consiglio BerlusconiRoma, 18 dicembre 2002 - Nel corso del tradizionale appuntamento di fine anno con i giornalisti, il ministro della Difesa Antonio Martino ha replicato alle critiche giunte per quanto riferito ieri alle Commissioni Difesa di Camera e Senato riunite, prendendo atto della presenza di "un pò di sovraeccitazione" in tema
eventuale attacco all'Iraq.

Il ministro ha invece definito "problematico" un eventuale intervento militare italiano sul campo, nel caso di un'azione militare contro l'Iraq."Le nostre risorse umane, materiali e finanziarie non sono illimitate, dobbiamo fare i conti con ciò di cui disponiamo", ha fatto presente, e, ricordando i tanti impegni dei militari italiani fuori area, ha aggiunto: "Quindi, avendo già ampiamente fatto tutto il possibile, credo che l'assunzione di ulteriori impegni sarebbe comunque problematica".Qualsiasi decisione sarà sottoposta al ParlamentoIl ministro aveva tenuto a premesso che "chi prevede calamità soffre due volte, quando le prevede e quando arrivano, e che quindi noi ci auguriamo che questa calamità dell'azione militare contro l'Iraq non arrivi", e che "qualsiasi decisione di questo genere dovrebbe essere assunta dal Governo e sottoposta all'approvazione del Parlamento".Ad oggi nessun impegno dell'Italia"Ove ci venisse chiesto di mettere a disposizione le basi, il Governo prenderà una decisione e la sottoporrà al Parlamento.

Ad oggi non c'è un impegno dell'Italia.

Quella di ieri - ha precisato Martino - non è una notizia, nel senso che non c'è un impegno dell'Italia.

Di questo ne aveva già parlato il presidente Berlusconi sia al Senato che alla Camera".Martino ha spiegato di essersi "limitato a riferire alle Commissioni", fondamentalmente quattro punti: "Il primo, che noi ci auguriamo che la missione Onu abbia successo; il secondo, che siamo convinti che la speranza di successo della missione degli ispettori sia strettamente legata al fatto che, per la prima volta, dietro a questa risoluzione c'è il deterrente della minaccia che potrebbe indurre Saddam a far sì che la missione si svolga compiutamente; il terzo, che noi non auspichiamo un'azione militare; il quarto che, ove ci venisse chiesto di mettere a disposizione le basi, il Governo prenderà una decisione e la sottoporrà al Parlamento"."Questa non notizia - ha proseguito Martino - l'ho comunicata alle Camere e ho scoperto che qualche bello spirito mi chiede di andare a riferire al Parlamento su quello che io ho riferito al Parlamento.

Mi sembra davvero che ci sia un pò di sovraeccitazione", ha notato.

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