18 DIC 2002

Ds: Le primarie, Seminario dell'Associazione italiani europei (con D'Alema, Fassino e Rutelli)

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D'Alema, Fassino e Rutelli d'accordo: Prodi candidato naturale alla guida dell'Ulivo, ma le primarie sono comunque necessarie per l'investitura ufficiale.

D'Alema vuole anche il completamento delle riforme: premierato e maggioritarioRoma, 18 dicembre 2002 - Si è svolto nella sala della protomoteca un seminario dell'Associazione italiani europei che ha avuto per argomento l'ipotesi di introdurre le primarie per scegliere il leader dell'Ulivo e i candidati nei collegi alle prossime elezioni politiche.

Alla base della discussione odierna c'è la proposta elaborata dal costituzionalista Augusto
Barbera e dal professore di diritto pubblico Stefano Ceccanti e pubblicata nell'ultimo numero della rivista.Nonostante ci sia ormai una larga convergenza nel ritenere Romano Prodi la personalià più indicata quale prossimo candidato premier per l'Ulivo, tutti i presenti hanno sostenuto la necessità di elezioni primarie, "se c'è questa larga convergenza, questo non toglie nulla al significato delle primarie", ha spiegato il presidente Ds Massimo D'Alema, che ha posto l'accento anche sul rilancio di un progetto riformista e del cancellierato.Le primarie "sono un criterio di selezione, una procedura, un modo per legittimare il candidato", ma non si tratta di un "escamotage per fare uscire l'Ulivo dalla crisi visto che c'è un consenso quasi unanime sul nome di Prodi".Pieno accordo, sul nome di Prodi, ma anche sull'esigenza di legittimazione con le primarie anche dal segretario dei Ds Piero Fassino e dal leader della Margherita Francesco Rutelli che ha definito "auspicabile" la candidatura del presidente della Commmissione europea anche se "è prematuro" parlarne: parlare di Prodi ora "non aiuta alla soluzione ma crea problemi".La funzione delle primarie, hanno spiegato i tre, sarebbe quella di coinvolgere gli elettori, dando "l'investitura ufficiale", il "forte consenso" della società civile, proprio come si addice nel sistema del premierato.

"Non si può escludere - ha avvertito D'Alema - che ci siano movimenti o associazioni di cittadini che intendono proporre un altro nome".Per D'Alema non solo primarieD'Alema però non si è soffermato solo sulle primarie per scegliere la leadership dell'Ulivo, ma queste si devono iscrivere in un progetto di riforme che prevedono il premierato e il completamento del sistema maggioritario con pesi e contrappesi."Siamo di fatto - ha osservato - ad una forma di scelta del premier nelle elezioni.

C'e' in giro una sensazione di presidenzialismo ma con il paradosso che il presidente del Consiglio, scelto dai cittadini, non può revocare i ministri e, al tempo stesso, non esiste uno statuto di garanzia per le opposizioni".Il presidente dei Ds ha indicato la necessità di "una riforma che porti ad un governo del premier scelto insieme alla sua maggioranza con una serie di pesi e contrappesi.

Le primarie - ha aggiunto - hanno un senso se vogliamo il bipolarismo tra soggetti politici e il maggioritario facendo in modo che il nome sulla scheda elettorale abbia una forte legittimazione".Infine, D'Alema ha avvertito l'Ulivo: "E' un errore se il centrosinistra reagisse tornando indietro nella logica del ritorno al proporzionale mentre ci vuole, al contrario, un completamento del maggioritario".

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