13 GEN 2003

Indulto: Conferenza stampa Capezzone-D'Elia-Bernardini

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 22 min 12 sec
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Capezzone invita i detenuti e chi si batte per l'indulto a non dar retta a chi minaccia violenza e rivolte carcerarie: basteranno pochi minuti di disordini per far chiudere la questione per sempreRoma, 13 gennaio 2003 - Preoccupati e indignati, Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani Sergio D'Elia, segretario di 'Nessuno tocchi Caino' e Rita Bernardini, presidente dei Radicali italiani, dalla prossima mezzanotte in sciopero della fame per chiedere una data certa per il voto finale su indulto, hanno tenuto una conferenza stampa."Come previsto, - ha denunciato Capezzone - c'è chi, giovandosi della irresponsabilità dei settori del mondo politico che se ne fanno megafono (in primo luogo, Verdi e Comunisti), comincia a giocare una partita pericolosa e sporca sulla questione dell'indulto.

E' il caso del leader dei disobbedienti Francesco Caruso e di quanti, in queste ore, lanciano ricatti e minacce.

Noi vogliamo condannare questi segnali".Già, ha osservato Capezzone, "c'è chi gioca al rialzo parlando amnistia, sapendo che rischia di affossare tutto, o al ribasso, spolpando l'indultino".

"Non tolleriamo - ha ripetuto - che si tenti di inserire elementi di di minaccia, di ricatto o di violenza in una azione che ha visto e continua a vedere una straordinaria partecipazione nonviolenta da parte dei detenuti italiani".L'invito dei Radicali italiani e di 'Nessuno tocchi Caino' è alle associazioni "che stanno contribuendo a partecipare, organizzare, coordinare e animare questo genere di iniziative: tenere a debita distanza chi è solo alla ricerca di occasioni di caos e di disordine"."Chi minaccia di fomentare rivolte nelle carceri sappia che ai primi cinque minuti di disordini che si verificheranno in un penitenziario l'indulto sarà una questione chiusa.

E per sempre.

Non è possibile che degli irresponsabili vanifichino una battaglia così importante.

Non permettiamo - ha concluso Capezzone - a quattro sciamannati in cerca di marchette televisive di promuovere la violenza: chi lo farà, avrà la responsabilità di aver sabotato un percorso avviato e desiderato dai detenuti".

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