04 FEB 2003

Italia-Portogallo: Conferenza stampa congiunta Berlusconi-Barroso

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Per Berlusconi, Saddam ha ancora una scelta: "Aprirsi agli ispettori o accettare un esilio e un'immunità garantita da un'ulteriore risoluzione dell'Onu"Roma, 3 febbraio 2003 - Conferenza stampa congiunta a palazzo Chigi del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con il primo ministro portoghese Barroso, al termine dei colloqui bilaterali.

Al centro dell'incontro con la stampa, la questione irachena.Saddam Hussein deve darci la "certezza" che le armi chimiche siano distrutte o in fase di distruzione, solo così vi sarà la certezza di evitare la guerra, ha ribadito Silvio Berlusconi, il
quale ha indicato i tempi per una decisione sul cosa fare entro "pochi giorni", sarà "tutto chiaro in 4 settimane", ha aggiunto, dando ampie assicurazioni sul fatto che sarà una decisione condivisa: "Arriveremo a una soluzione unica, non siamo distanti".Saddam può ancora però evitare l'uso della forza, purché "aiuti gli ispettori o vada in esilio".Comunque, un intervento militare avrà luogo solo dopo una nuova risoluzione Onu: "Se ci sarà intervento mi auguro che ci sia una risoluzione Onu che dia legittimità a tale intervento".

Gli Stati Uniti, ha aggiunto Berlusconi, "non hanno chiesto all'Italia di partecipare ad eventuali azioni militari".

Tuttavia, ha ricordato, "siamo vicini agli Usa come alleati, se ci sarà un'azione militare siamo disponibili ad apportare uomini e mezzi militari come in Afghanistan".Il premier non crede tuttavia che un eventuale attacco all'Iraq aumenti le possibilità di un contrattacco di tipo terroristico: "Credo sia indifferente.

Credo che queste persone di motivazioni di odio ce le abbiano già".Rispondendo a una domanda, Berlusconi ha difeso l'iniziativa di 8 paesi europei di diffondere un documento in sostegno della politica Usa sull'Iraq.

E' stato condiviso, ha ricordato, anche da un ministro del Governo Raffarin, e poi, ha affermato, "il documento degli 8 non ha diviso l'Europa come non l'hanno divisa Francia e Germania"."Tutti amiamo la pace più della guerra: credo che nessuno di noi leader occidentali sia ancora riuscito a far passare le ragioni dell'intervento", ha confessato Berlusconi, che ha aggiunto: "E' un problema che abbiamo tutti.

Credo che sinora la questione non sia stata posta nei termini dovuti.

Proprio Bush chiede a tutti l'impegno nel dire che se i terroristi intendono colpire nuovamente, visto che non sono in possesso di missili, allora potrebbero ottenere i loro risultati con le armi chimiche, micidiali e facilmente trasportabili anche con un aereo turistico"."Ma la disponibilità di queste armi - ha precisato - non si può certo chiedere ai terroristi quanto ai produttori.

E per Saddam Hussein, se fosse scevro da colpe, dovrebbe essere facile dire che fine hanno fatto le sue armi chimiche.

Per questo motivo l'Iraq deve smettere di far finta di aiutare gli ispettori, ha invece l'obbligo di dire dove sono queste armi".Per quanto riguarda la missione degli alpini in Afghanistan, Berlusconi ha inteso tranquillizzare: "I nostri alpini hanno il compito di presidiare delle zone in cui riteniamo non ci siano rischi di scontri a fuoco", ma in queste zone, ha ammesso, "la situazione è più complessa rispetto a novembre quando è stata presa la decisione di inviare i nostri soldati in quelle aree".Barroso: abbiamo un dovere verso gli UsaDa parte sua, il premier portoghese Josè Durao Barroso ha affermato che "il Portogallo non sarà neutrale fra la tirannia e la democrazia.

L'Europa - ha spiegato - ha un dovere nei confronti degli Stati Uniti che negli anni ci hanno garantito la pace, la libertà e l'allontanamento dal totalitarismo.

Non posso accettare l'idea che possano essere messi sullo stesso piano Stati uniti d'America e un regime dispotico come l'Iraq".Anche per Barroso, il documento di sostegno alla politica di Bush sottoscritto da 8 paesi europei aveva lo scopo di "dare un contributo alla posizione dell'Europa, per fare del nostro meglio per evitare una divisione tra Europa e Stati uniti".

Il premier portoghese si è detto comunque convinto che "tutti i paesi europei riusciranno a trovare una posizione comune presto".

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