14 FEB 2003

Iraq: 2° Rapporto di Blix al Consiglio di Sicurezza e il seguito del dibattito

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 2 min

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Rapporto interlocutorio quello di Blix all'Onu.

Ci sono dei progressi, ma troppe domande ancora rimangono: all'appello mancano molte armi e l'Iraq dovrebbe presentare le armi di distruzioni di massa per la loro distruzione, o mostrare le prove che sono state già distrutte (Vai alla notizia).

Nel dibattito, acceso confronto tra Francia da una parte e Usa e Gran Bretagna dall'altra (Vai alla notizia)New York, 14 febbraio 2003 - I capi degli ispettori dell'Onu per il controllo del disarmo iracheno, Hans Blix, capo dell'Unmovic, e Mohammed El Baradei, responsabile dell'Aiea, hanno illustrato oggi
il loro secondo rapporto al Consiglio di Sicurezza.Le violazioni delle risoluzioni e le questioni aperte"Mancano all'appello molte armi di distruzione di massa che si sapeva l'Iraq possedesse", ha sottolineato Blix, e molte armi e loro componenti non sono state dichiarate.

L'Iraq deve ancora rendere conto di quantità di agenti biochimici, come gas nervino, antrace e missili di lunga gittata: "Questa è forse la questione più importante che abbiamo di fronte".L'Iraq dovrebbe presentare agli ispettori le armi di distruzioni di massa per la loro distruzione, o mostrare le prove che sono state distrutte.

"I team degli ispettori - ha spiegato Blix - non hanno trovato questo tipo di armi, ma solo una piccola quantità di testate chimiche vuote, che avrebbero dovuto essere dichiarate e distrutte.

L'altro problema, e di grande significato, è che all'appello mancano molte armi proibite.

Il che non significa che si debba saltare alle conclusioni che esistono, tuttavia questa possibilità non è esclusa".

Se queste armi non esistono, "devono essere fornite prove credibili".Quantità di gas nervino esistenti nel 1998 non risultano più, ma non è provata la loro distruzione e non risultano nelle dichiarazioni irachene.

Di provato c'è il fatto che la gittata dei missili iracheni Al Samud 2 viola le risoluzioni dell'Onu, sono armi proibite.Le note positive presentateL'accesso ai siti è facile e immediato, - ha ammesso Blix - ma la cooperazione deve essere anche di sostanza, non basta aprire le porte.

Serve uno sforzo immediato, attivo e senza condizioni per risolvere le questioni aperte.

Gli ispettori non hanno mai avuto l'impressione che gli iracheni conoscessero in anticipo le loro mosse, sono stati utili i colloqui con gli scienziati e Blix si è detto fiducioso che Baghdad fornirà una lista di nomi delle persone che hanno partecipato ai programmi di sviluppo di armi chimiche e alla loro distruzione.Baghdad ha inoltre accettato un'offerta del Sud Africa di ricevere una commissione di esperti per aiutare nel processo di disarmo e messo al bando oggi le armi proibite.Francia con Russia e Cina: le ispezioni continuinoNel dibattito del Consiglio di Sicurezza seguito alle relazioni dei capi degli ispettori per il controllo del disarmo iracheno, il ministro degli Esteri francese Dominque de Villepin, esponendo la posizione della Francia, ha proposto una nuova riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il prossimo 14 marzo, per valutare la situazione.Dunque le ispezioni devono continuare, perché "stanno producendo risultati, anche se vogliamo di più" e tutte le opzioni previste dalla risoluzione 1441 "non sono state ancora esplorate": "Abbiamo l'obbligo di perseguire l'obiettivo del disarmo effettivo dell'Iraq.

E' chiaro che nessuno ha la minima indulgenza nei confronti del regime di Saddam", ha assicurato.

Concordano con la Francia sia Russia che Cina: diamo agli ispettori il tempo che gli serve, dicono.Powell: solo risposte incomplete dall'IraqIl segretario di Stato Usa Colin Powell ha ricordato che la risoluzione 1441 chiede il disarmo, non le ispezioni, la questione dunque rimane: si può dire che l'Iraq l'abbia soddisfatta?, si è chiesto.

Il punto è, ha sottolineato, che abbiamo ricevuto risposte "incomplete" dall'Iraq e se "l'uso della forza è sempre l'ultima risorsa", la minaccia deve restare e "non dobbiamo fuggire dalle conseguenze previste dalla 1441".Giudizio severo per l'Iraq è giunto dal ministro degli Esteri britannico Jack Straw, per il quale il rapporto "non poteva essere più pesante": "L'iraq ha mancato nel fornire pieni e completi chiarimenti".

"Nessuno dei colleghi intervenuti prima di me - ha notato Straw - ha suggerito che l'Iraq assolve pienamente agli obblighi derivanti dalle risoluzioni che abbiamo adottato".

Si associa la Spagna.

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