23 MAR 2001

Par Condicio: Zuffa tra i Poli per nascondere la spartizione (Le reazioni, i commenti e le amnesie)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 45 min 58 sec
Player
Passa la proposta dell'Ulivo.

Berlusconi accusa "Dispotismo della maggioranza", ma incappa in alcune amnesie.

I Radicali denunciano: "Soluzione che avvantaggia entrambi i Poli maggiori".

Registrazione audio di "Par Condicio: Zuffa tra i Poli per nascondere la spartizione (Le reazioni, i commenti e le amnesie)", registrato venerdì 23 marzo 2001 alle 00:00.

La registrazione audio ha una durata di 45 minuti.
  • Intervista a Baldini

    Intervistato da Alessio Falconio, il senatore Baldini ha rivelato quale fosse stato il tentativo di mediazione avanzato dal centrodestra: in sostanza si sarebbe dovuto attribuire all'Ufficio di Presidenza della Commissione di Vigilanza il potere di cambiare in qualsiasi momento lo status di tali trasmissioni per sottoporle ad analoga regolamentazione di quella prevista per le tribune politiche. Il rifiuto del centrosinsitra di accettare questo compromesso è stato giudicato dall'esponente del centrodestra come una "posizione inaccettabile, antidemocratica" e l'approvazione a maggioranza, come frutto di "un disegno evidente che punta ad utilizzare le trasmissioni di approfondimento come strumento di lotta politica, come clava contro il leader dell'opposizione". Chiamato a rispondere delle denunce dei radicali sulla cancellazione degli spazi televisivi, l'esponente del centrodestra ha respinto qualsiasi addebbito e responsabilità addossando la responsabilità alla Rai: "che non svolge un effettivo servizio pubblico ed è asservita ad una parte politica in modo esclusivo e quindi non risponde alle minime esigenze di informazione e soprattutto di tutela di tutti i soggetti politici nessuno escluso".<br> <br>
    0:00 Durata: 5 min 26 sec
  • Roma, 23 marzo 2001 - La commissione di Vigilanza ha approvato con i soli voti del centrosinistra il regolamento attuativo della legge sulla cosiddetta 'par condicio': dunque restano in piedi e fuori dalla regolamentazione della legge 28/2000 le trasmissioni di approfondimento come 'Porta a Porta' ed il 'Raggio Verde', mentre nelle tribune, diritto di accesso ad ogni simbolo presentato nel proporzionale e nel maggioritario. In tal modo, i due raggruppamenti avranno oltre allo spazio di coalizione, anche tanti spazi per quante sono le liste che compongono la coalizione.<br> Per la mancata sospensione o regolamentazione delle trasmissioni di approfondimento il Polo ha reagito duramente, e nel corso di una conferenza stampa a Torino, Berlusconi ha definito "antidemocratici e contraffattori" gli esponenti del centrosinsitra, parlando di "dispostismo della maggioranza". Di analogo tenore le dichiarazioni del relatore Baldini ai microfoni di Radio Radicale. Agli esponenti del centrodestra, ma anche ai fautori del provvedimento ha rivolto durissime accuse Daniele Capezzone, responsabile dell'informazione dei radicali che ha definito "sceneggiata patetica" la reazione della Casa delle Libertà: poichè "Per ciò che riguarda le tribune, è passata una soluzione palesemente volta ad avvantaggiare i due Poli maggiori", ed al contempo ha denunciato come sul versante delle trasmissioni di approfondimento il regolamento approvato "lascerà «licenza di uccidere» ai tenutari dei maggiori salotti televisivi".<br> Su quest'ultimo punto, ai microfoni di Radio Radicale, il senatore Falomi ha negato l'assenza di regolamentazione, richiamando il ruolo dell'Authority che vigila sulla corretta applicazione della legge per quanto concerne gli spazi non strettamente subordinati alla legge sulla 'par condicio'.<br>Da segnalare inoltre, sempre nel corso della conferenza stampa a Torino, l'amnesia di Berlusconi che citando il precedente delle elezioni regionali del 2000 ha malamente ricordato che la Rai avrebbe sospeso le trasmissioni di approfondimento, cosa che non accadde affatto, mentre al contrario, andarono in onda scontri tra i leader dei due poli maggiori con l'esclusione delle altre due coalizioni presenti: il partito umanista ed i radicali della lista Bonino che nonostante un ricorso a quella stessa Autorithy che Falomi chiama a garanzia di correttezza dell'informazione, non riuscirono a far rispettare la legge e fu esclusa da quei confronti.<br> <br>
    0:00 Durata: 15 min 50 sec
  • Intervista a Falomi

    Ai microfoni di radio radicale, Antonello Falomi, senatore dei DS ed autore degli emendamenti che hanno caratterizzato la natura del provvedimento adottato dalla Commissione ha spiegato i motivi che hanno indotto il centrosinistra a non regolamentare le trasmissioni di approfondimento politico nè ad accettare la controproposta del Polo: "Non ci sembrava corretto - ha affermato Falomi - poichè esistono delle regole a cui le trasmissioni di approfondimento devono rispondere e la stessa legge assegna all'Autorità sulle telecomunicazioni il compito di intervenire".<br> Rispondendo alle domande di Alessio Falconio, Falomi ha ammesso che la regolamentazione adottata in questa circostanza differisce nell'individuazione dei criteri per l'accesso alle tribune politiche rispetto a quella delle scorse regionali, cui i radicali si richiamavano: "Il sistema elettorale delle regionali - ha argomentatio - è diverso dal sistema elettorale nazionale e quindi non si poteva adottare la stessa regola per individuare i soggetti titolati a partecipare", e rispetto alla proposta dei radicali ha commentato rilevando come essa prevedesse "un ingiusto vantaggio per le liste che si presentano con lo stesso simbolo nel maggioritario e nel proporzionale".<br> <br>
    0:05 Durata: 6 min 14 sec
  • L'attacco di Berlusconi (e le amnesie)

    "Prima hanno fatto la par condicio per evitare che Berlusconi andasse in televisione, adesso si sono accorti che nonostante la par condicio c'è questo distacco nei sondaggi, ed allora aggirano la loro stessa par condicio, prendendo delle trasmissioni e portandole fuori dalla par condicio". Nel corso della conferenza stampa convocata a Torino per presentare la candidatura di Roberto Rosso a sindaco del capoluogo piemontese, il leader del centrodestra ha attaccato duramente gli esponenti dell'Ulivo: "Si sono tolti la maschera e si sono rivelati nel loro vero volto, di antidemocratici e contraffattori" ha proseguito il leader del Polo che in precedenza aveva ironizzato sarcasticamente su Michele Santoro, ovvero uno dei conduttori delle trasmissioni che il Polo avrebbe voluto sospendere in periodo elettorale: "Santoro, un nome una garanzia, una garanzia di par condicio". <br>Oltre a dimenticare il periodo in Mediaset del giornalista attualmente tornato in Rai, Berlusconi ha avuto un'altra strana amnesia ricordando erroneamente che per le regionali le trasmissioni di approfondimento politico "non andarono in onda", mentre al contrario videro il leader del Polo protagonista di almeno due faccia a faccia rispettivamente con Castagnetti e Parisi, in spazi monopolizzati dai due poli maggiori, nonostante le denuncie e le azioni dei radicali che in nome della legge sulla par condicio chiedevano di potervi partecipare.<br>Nel corso della conferenza stampa il leader del centrodestra ha inoltre colto l'occasione dell'approvazione del regolamento per ribadire due concetti che gli sono molto cari: da un lato l'idea per la quale "e' vero che in democrazia si prendono a maggioranza, ma non per quanto riguarda le regole che si devono assumere con la partecipazione più ampia possibile", aggiungendo che "il tasso di democrazia di un sistema è dato da come la maggioranza tutela gli interessi dell'opposizione" constatando che se invece una maggioranza tutela se stessa ai danni dell'opposizione essa "esercita la forza della maggioranza che è l'opposto della democrazia, diventa quello che la scuola chiama il totalitarismo, il dispotismo della maggioranza", giudicando l'approvazione del regolamento proprio come un episodio "di dispotismo della maggioranza".<br> Altra idea molto cara a Berlusconi, e ribadita nel corso della conferenza stampa è stata quella che rifiuta l'equal time nelle campagne elettorali: il leader della Casa delle Libertà, ha infatti criticato la legge che assegna lo stesso spazio "ad ogni forza politica anche quella di formazione più recente", sicchè alle inc campagna elettorale viene dato lo stesso spazio "a Forza Italia che ha il 35% nei sondaggi" come a D'Antoni che si presenta per la prima volta alle elezioni. Giudicando questa condizione come "un meccanismo distorcente dentro i meccanismi di formazione del consenso" Berlusconi ha quindi espresso la propria considerazione per la quale "il risultato delle elezioni sarà un risultato distorto, rispetto ad un meccanismo corretto di comunicazione".<br> Anche in questo caso, una sorta di amnesia ha colpito il leader del centrodestra dimentico del fatto che questa regolamentazione avrebbe impedito a Forza Italia di partecipare ai dibattiti televisivi nel 1994, allorquando la formazione guidata proprio da Silvio Berlusconi si presentò per la prima volta agli elettori.<br> <br>
    0:07 Durata: 14 min 18 sec
  • Capezzone (radicali): "Hanno sparato"

    "Non hanno votato. Hanno sparato". Questo il giudizio di Daniele Capezzone ai microfoni di radio radicale: "La Commissione parlamentare di vigilanza - ha proseguito - ha sparato il suo regolamento contro la campagna elettorale, contro i diritti fondamentali dei cittadini, contro lo spirito e la lettera della legge cui doveva dare attuazione" ed ha aggiunto: "Lo hanno fatto sicari di cui gli italiani non conosceranno mai né il volto né il nome né l’opera. E lo hanno fatto contando proprio su questo". <br> Le accuse sono rivolte anzitutto alle regole sulle trasmissioni di approfondimento, nelle quali "si lascerà «licenza di uccidere» ai tenutari dei maggiori salotti televisivi" lasciando inalterata quella che viene definita "la «legge di Vespa»: «invito chi voglio io, quando voglio io, quante volte voglio io». Per quanto riguarda le tribune, l'esponente dei Radicali ha osservato come sia stata approvata una regolamentazione "palesemente volta ad avvantaggiare i due Poli maggiori", che otterranno il diritto alla parola sia come singoli partiti, sia come aggregazioni, realizzando dunque "un evidente svantaggio per chi, come la Lista Bonino, raccoglie le firme con il medesimo simbolo sia nella parte maggioritaria che in quella proporzionale". Questo provvedimento ha successivamente notato Capezzone, si configura come "un cambio di regole del gioco a partita iniziata", con un effetto "dannoso ed incostituzionale, perché estraneo alle competenze della Commissione, che sceglie così di intervenire nel merito della legge elettorale".<br> Le accuse violentissime del Polo nei confronti del centrosinsitra sono definite dal responsabile dell'informazione dei radicali una "patetica sceneggiata: innanzitutto perché le loro soluzioni erano altrettanto gravi; in secondo luogo, perché il testo Falomi, eliminando in radice la stessa possibilità di un’alternativa ai due Poli maggiori, è costruita anche a loro uso e consumo".<br> <br>
    0:11 Durata: 4 min 10 sec