26 LUG 2001

Intervista al Ministro Lucio Stanca: Ecco la mia strategia per l'innovazione tecnlogica

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 33 min 4 sec
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Roma, 26 luglio 2001 - Rifiuta la contrapposizione tra nuova e vecchia economia, cui preferisce l'idea di un processo di trasformazione di tutta l'economia che entra nell'era digitale; è convinto che - a differenza del passato - l'ammodernamento della pubblica amministrazione debba essere fondata su una strategia di investimento coordinato e non di spesa per interventi isolati; crede che le potenzialità delle nuove tecnologie possano aiutare la crescita dei paesi in via di sviluppo, ma anche trasformare in meglio le democrazie; critica i tentativi di imbrigliare lo sviluppo di Internet in Italia con eccessi legislativi e difende le potenzialità di sviluppo democratico della rete; ritiene che nel campo dell'information technlology e più in generale delle telecomunicazioni, la strada sia quella di garantire maggiore concorrenza e libertà nei mercati; riconferma le perplessità sull'introduzione del voto elettronico per gli effetti 'psicologici' sull'elettore.

Questo in sintesi il pensiero di Lucio Stanca, il ministro dell'innovazione del Governo Berlusconi, da quanto emerge nell'intervista rilasciata a Roberto Iezzi.

Una strategia coordinata per la nuova P.A.

Prima missione per il neonato ministero è quello di modernizzare la Pubblica Amministrazione, obiettivo per raggiungere il quale serve un grande sforzo che però "non è solo tecnologico, ma riguarda anche la normativa, gli aspetti organizzativi, il miglioramento delle risorse umane".

Dunque per fare questo se da un lato le nuove tecnologie costituiscono "un'occasione ed un mezzo" ciò che però è necessario è attivare una strategia di interventi coordinari tra i vari aspetti che concernono la riforma della Pubblica Amministrazione.

In tal senso, Stanca rivolge una critica ai suoi predecessori che è quella di "aver avuto un approccio scoordinato e schizofrenico, prima solo l'aspetto normativo, poi l'investimento sulla formazione, poi solo sull'aspetto tecnologico", ma per il ministro questo tipo di interventi "scoordinati ed isolati non servono".

Inoltre, il ministro richiama ad un nuovo approccio alla strategia per la modernizzazione della P.A:: non più la spesa, bensì l'investimento, al termine del quale si potranno analizzare i risultati e gli esiti in termini di servizi e di costi.

Non bloccare le potenzialità di Internet Chiamato a rispondere sui vari tentativi di regolamentare la rete, quelli già andati in porto come la legge sull'editoria online e quelli solo presentati che intendono mettere sotto stretto controllo i contenuti della rete, il ministro invita alla prudenza e critica gli "eccessi normativi" i quali rischiano di "bloccare lo sviluppo della rete".

Lucio Stanca, al contrario, è convinto che le nuove tecnologie possano costituire un importante strumento di crescita.

A partire dai paesi in via di sviluppo, per i quali ricorda l'adozione del Global Action Plan presentato al G8 e passato molto in seconodo piano per i fatti di cronaca verificatisi a Genova.

Il piano d'azione si fonda - ricorda il ministro - proprio sul contributo delle nuove tecnologie allo crescita non solo economiaca, ma anche sociale e culturale dei paesi in via di sviluppo" e ricordando come questo progetto derivi da oltre un anno di lavoro comune non solo dei paesi del G8, ma anche di sette paesi in rappresentanza delle nazioni povere del mondo, dell'Onu, dell'Ocse della commissione europea, e della Banca Mondiale annuncia che come primo passo nell'attuazione del piano nelle prossime settimane sarà costituito "un gruppo di esperti qualificati totalmente a disposizione dei paesi in via di sviluppo.

Perplessità sul voto elettronico Se il ministro si dice convinto che la tecnologia possa aiutare la crescita della concreta realizzazione politica della democrazia, riconferma però (pur auspicando delle sperimanetazioni) le proprie perplessità sul voto elettronico che non derivano da aspetti tecnlogici o normativi, ma da fattori 'psicologici'.

"Il problema non è tecnologico - afferma il ministro - ma è connesso alla sicurezza che il cittadino vuole avere che il suo voto sia libero e segreto.

Dunque, se la tecnologia consentire di esercitare il voto, ci potrebbero essere degli aspetti tecnologici, su cui il cittadino non si sente fiducioso".

Serve mercato e concorrenza Sia per quanto riguarda i costi di accesso a Internet, giudicato "uno dei fattori fondamnentali per inibire o favorire lo sviluppo della rete", sia più in generale per quanto il settore delle telecomunicazioni, il ministro avoca al ruolo del Governo il compito "di creare le condizioni per un mercato ancora più competitivo per abbassare i costi".

"La liberalizzazione - afferma Stanca - è un'esigenza fondamentale e se vogliamo rendere il paese pià competitivo e moderno serve piena concorrenza".

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  • G8: Tecnologie per la crescita dei paesi in via di sviluppo

    <br>Indice degli argomenti
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  • L'innovazione nella P.A.

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  • L'importanza del project-financing

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  • Il gap dell'Italia con gli altri paesi europei

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  • La strategia dell'investimento e non della spesa

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  • Il ruolo trasversale del ministero dell'Innovazione

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  • Internet: Serve piena concorrenza nelle Tlc per abbattere i costi di connessione

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  • La legge sull'editoria online: Evitare l'eccessiva normativa

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  • Il voto elettronico non è un problema tecnologico, ma di psicologia dell'elettore

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