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Roma, 29 settembre 2001 - Nuovo appuntamento di riflessione e proposta per Radicali Italiani sulla cosiddetta "e-democracy", vale a dire sulle possibilità che le moderne tecnologie, la cosiddetta rivoluzione tecnologica possono offrire alla democrazia, ai diritti individuali, alle libertà civili.
Anche se gli sviluppi tecnologici sono recenti, si tratta di una battaglia antica per i radicali, pionieri nell'utilizzo delle moderne tecnologie informatiche e telematiche al servizio della politica e della democrazia.
Fondatori nella seconda metà degli anni '80 di quello che in Italia è stato il … primo sistema di comunicazione telematico internazionale ed multilingue (la BBS di Agorà Telematica), i radicali hanno successivamente continuato ad intraprendere iniziative politiche ed editoriali concernenti le moderne tecnologie fino alla recente esperienza delle elezioni online per l'elezione di un quarto dei componenti del proprio comitato nazionale.
Anche in questo caso, l'occasione per tornare a discutere, insieme ad esperti del settore, dei possibili utilizzi delle nuove tecnologie al servizio della democrazia, è determinata da una iniziativa politica: la raccolta firme su due proposte di legge di inziativa popolare (parte di un pacchetto che ne comprende un totale di 25) concernenti l'introduzione del voto elettronico e la messa in rete delle istituzioni con la trasmissione audiovideo e pubblicazione online degli atti e delle attività di tutti gli organi istituzionali e giurisdizionali, ad ogni livello, da quello Comunale a quello Nazionale.
Il dibattito, dunque, ha anzitutto fatto un punto della situazione sullo stato di reale e concreto utilizzo da parte delle istituzioni e delle pubbliche amministrazioni delle opportunità offerte dalle moderne tecnologie.
Soprattutto, però, una riflessione più ambiziosa è stata al corso della discussione: potranno le moderne tecnologie aiutare la 'democrazia reale' a difendersi dalle incombenti minaccie sia interne che esterne che sembrano sempre più metterla a rischio? Tra visioni più o meno ottimistiche sulle possibilità presenti e future, una consapevolezza ha animato pressocchè tutti gli interventi: Internet non è di per sè uno strumento di libertà, ma la sua valenza liberatrice od oppressiva dipende dal suo utilizzo.
Ed è proprio nella lotta politica, nello scontro tra ipotesi contrapposte che si deciderà e si sta già decidendo la reale natura, l'impatto che le nuove tecnologie possono avere sull'umanità: potrà diventare un mezzo per accrescere il potere di oppressione e controllo dei cittadini, come già avviene in Cina, oppure potrà costituire uno strumento per recuperare diritti, libertà che sono negate o riconosciute solo sulla carta, ma sostanzialemte svuotate.
Anche se gli sviluppi tecnologici sono recenti, si tratta di una battaglia antica per i radicali, pionieri nell'utilizzo delle moderne tecnologie informatiche e telematiche al servizio della politica e della democrazia.
Fondatori nella seconda metà degli anni '80 di quello che in Italia è stato il … primo sistema di comunicazione telematico internazionale ed multilingue (la BBS di Agorà Telematica), i radicali hanno successivamente continuato ad intraprendere iniziative politiche ed editoriali concernenti le moderne tecnologie fino alla recente esperienza delle elezioni online per l'elezione di un quarto dei componenti del proprio comitato nazionale.
Anche in questo caso, l'occasione per tornare a discutere, insieme ad esperti del settore, dei possibili utilizzi delle nuove tecnologie al servizio della democrazia, è determinata da una iniziativa politica: la raccolta firme su due proposte di legge di inziativa popolare (parte di un pacchetto che ne comprende un totale di 25) concernenti l'introduzione del voto elettronico e la messa in rete delle istituzioni con la trasmissione audiovideo e pubblicazione online degli atti e delle attività di tutti gli organi istituzionali e giurisdizionali, ad ogni livello, da quello Comunale a quello Nazionale.
Il dibattito, dunque, ha anzitutto fatto un punto della situazione sullo stato di reale e concreto utilizzo da parte delle istituzioni e delle pubbliche amministrazioni delle opportunità offerte dalle moderne tecnologie.
Soprattutto, però, una riflessione più ambiziosa è stata al corso della discussione: potranno le moderne tecnologie aiutare la 'democrazia reale' a difendersi dalle incombenti minaccie sia interne che esterne che sembrano sempre più metterla a rischio? Tra visioni più o meno ottimistiche sulle possibilità presenti e future, una consapevolezza ha animato pressocchè tutti gli interventi: Internet non è di per sè uno strumento di libertà, ma la sua valenza liberatrice od oppressiva dipende dal suo utilizzo.
Ed è proprio nella lotta politica, nello scontro tra ipotesi contrapposte che si deciderà e si sta già decidendo la reale natura, l'impatto che le nuove tecnologie possono avere sull'umanità: potrà diventare un mezzo per accrescere il potere di oppressione e controllo dei cittadini, come già avviene in Cina, oppure potrà costituire uno strumento per recuperare diritti, libertà che sono negate o riconosciute solo sulla carta, ma sostanzialemte svuotate.
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