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I radicali celebrano ad un tavolo di raccolta firme sulle 25 proposte di legge di iniziativa popolare la prima giornata mondiale di Satyagraha Roma, 1 dicembre 2001 - Emma Bonino, Daniele Capezzone, Rita Bernardini e Sergio Stanzani tengono una conferenza stampa a Roma, così come in altre città da Islamabad ad Istambul, da Madrid ad Accra, altri dei seimila partecipanti, tengono analoghe manifestazioni in occasione della prima giornata mondiale di digiuno e nonviolenza per l'ingresso delle donne afgane nel futuro governo provvisorio di Kabul.
Bonino: E' un grande inizio, ma è solo un inizio … E' una cosa "cosa semplice, ragionevole e prorpio per questa difficilissima" afferma Emma Bonino che da un lato raccoglie a sè i risultati straordinari dell'iniziativa, ma dall'altro tende a precusisare che non è ancora tempo di "cantar vittoria"."Siamo all'inizio di un processo contraddittorio, fragilissimo come le notizie che arrivano da Bonn ci confermano" - afferma la leader radicale - che però sprona tutti i parecipanti ad insistere "dipenderà dalla nostra determinazione se riusciremo a farcela".
Emma Bonino ragiona già sui prossimi passi: "Alla chiusura della Conferenza di Bonn dovremo riflettere per decidere le nuove scadenze e le nuove tappe".
Per il momento, però, la leader radicale elenca i risultati finora ottenuti: la presa di posizione di Annan, che in un discorso alle Nazioni Unite ha fatto sostanzialmente proprie le richieste del Satyagraha radicale, la presenza di tre donne a Bonn, l'apertura alle donne della delegazione dell'ex Re Zhair Sha e le dichiarazioni dello stesso Rabbani, presidente dell'Alleanza del Nord che ha assicurato il suo sostegno al ripristino del diritto di voto e dell'eleggibilità per le donne.
"Tutto questo - afferma - è un inizio, un granello, ma anche un patrimonio da consolidare".
Capezzone: Lottiamo anche contro i talebani nostrani Il primo dicembre è anche giornata mondiale contro l'Aids e Daniele Capezzone coglie l'occasione per citare il cartello indossato più volte da Pannella in occasioni di manifestazioni anticlericali.
'No Vatican, No Taleban' afferma il segretario di Radicali Italiani, ricordando che proprio la curia romana continua a contrastare la diffusione dei metodi contraccettivi in tutto il mondo.
Capezzone sottolinea il fatto che i radicali hanno scelto di celebrare il 1 dicembre di Satyagraha ad un tavolo di raccolta firme sulle 25 proposte di legge di iniziativa popolare.
E ne spiega le ragioni di continuità di lotta contro i fondamentalismi a Kabul come a Roma: "Siamo contro i talebani nostrani che intendono impedire una speranza di guarigione per milioni di persone" afferma Capezzone, ricordando le recenti polemiche vaticane contro gli esperimenti di clonazione terapeutica.
Anche le donne italiane - prosegue il segretario - sono vittime di una cultura talebana", ricordando che nel nostro paese non è possibile valersi dell'aborto farmacologico, che costringe al cruento intervento chirurgico.
Proprio su queste libertà civili, dalle unioni di fatto, all'eutanasia, dalla clonazione terapeutica alla legalizzazione delle droghe (temi su cui dopo cinque anni di centrosinistra "si è raccolto un pugno di mosche") sono oggetto dell'azione legislativa popolare che i radicali stanno promuovendo.
Stanzani, Non c'è pace senza democrazia E' Sergio Stanzani a ricordare nuovamente che l'azione dei radicali per le donne afgane è solo un segmento della più generale battaglia per i diritti umani, per la democrazia e lo stato di diritto: "Il vero pericolo della guerra - afferma il presidente di Non c'è Pace Senza giustizia - è quello di distruggere la libertà, la democrazia e lo stato di diritto".
Questi timori sono alimentati dalle testimonianze inquietanti che giungono dall'Afghanistan, con il massacro dei prigionieri talebani nella fortezza di Qala-i-Jangi, così come il ritrovamento delle prime fosse comuni.
Ma Stanzani teme anche per quanto accade negli Usa dove si stanno emergendo "manifestazioni di limitazioni di libertà personali e di offesa allo stato di diritto".
"Ma la pace - conclude Stanzani - si salvaguarda con la libertà, stato di diritto, la democrazia".
E questo è il più generale obiettivo dell'azione radicale.
Bonino: E' un grande inizio, ma è solo un inizio … E' una cosa "cosa semplice, ragionevole e prorpio per questa difficilissima" afferma Emma Bonino che da un lato raccoglie a sè i risultati straordinari dell'iniziativa, ma dall'altro tende a precusisare che non è ancora tempo di "cantar vittoria"."Siamo all'inizio di un processo contraddittorio, fragilissimo come le notizie che arrivano da Bonn ci confermano" - afferma la leader radicale - che però sprona tutti i parecipanti ad insistere "dipenderà dalla nostra determinazione se riusciremo a farcela".
Emma Bonino ragiona già sui prossimi passi: "Alla chiusura della Conferenza di Bonn dovremo riflettere per decidere le nuove scadenze e le nuove tappe".
Per il momento, però, la leader radicale elenca i risultati finora ottenuti: la presa di posizione di Annan, che in un discorso alle Nazioni Unite ha fatto sostanzialmente proprie le richieste del Satyagraha radicale, la presenza di tre donne a Bonn, l'apertura alle donne della delegazione dell'ex Re Zhair Sha e le dichiarazioni dello stesso Rabbani, presidente dell'Alleanza del Nord che ha assicurato il suo sostegno al ripristino del diritto di voto e dell'eleggibilità per le donne.
"Tutto questo - afferma - è un inizio, un granello, ma anche un patrimonio da consolidare".
Capezzone: Lottiamo anche contro i talebani nostrani Il primo dicembre è anche giornata mondiale contro l'Aids e Daniele Capezzone coglie l'occasione per citare il cartello indossato più volte da Pannella in occasioni di manifestazioni anticlericali.
'No Vatican, No Taleban' afferma il segretario di Radicali Italiani, ricordando che proprio la curia romana continua a contrastare la diffusione dei metodi contraccettivi in tutto il mondo.
Capezzone sottolinea il fatto che i radicali hanno scelto di celebrare il 1 dicembre di Satyagraha ad un tavolo di raccolta firme sulle 25 proposte di legge di iniziativa popolare.
E ne spiega le ragioni di continuità di lotta contro i fondamentalismi a Kabul come a Roma: "Siamo contro i talebani nostrani che intendono impedire una speranza di guarigione per milioni di persone" afferma Capezzone, ricordando le recenti polemiche vaticane contro gli esperimenti di clonazione terapeutica.
Anche le donne italiane - prosegue il segretario - sono vittime di una cultura talebana", ricordando che nel nostro paese non è possibile valersi dell'aborto farmacologico, che costringe al cruento intervento chirurgico.
Proprio su queste libertà civili, dalle unioni di fatto, all'eutanasia, dalla clonazione terapeutica alla legalizzazione delle droghe (temi su cui dopo cinque anni di centrosinistra "si è raccolto un pugno di mosche") sono oggetto dell'azione legislativa popolare che i radicali stanno promuovendo.
Stanzani, Non c'è pace senza democrazia E' Sergio Stanzani a ricordare nuovamente che l'azione dei radicali per le donne afgane è solo un segmento della più generale battaglia per i diritti umani, per la democrazia e lo stato di diritto: "Il vero pericolo della guerra - afferma il presidente di Non c'è Pace Senza giustizia - è quello di distruggere la libertà, la democrazia e lo stato di diritto".
Questi timori sono alimentati dalle testimonianze inquietanti che giungono dall'Afghanistan, con il massacro dei prigionieri talebani nella fortezza di Qala-i-Jangi, così come il ritrovamento delle prime fosse comuni.
Ma Stanzani teme anche per quanto accade negli Usa dove si stanno emergendo "manifestazioni di limitazioni di libertà personali e di offesa allo stato di diritto".
"Ma la pace - conclude Stanzani - si salvaguarda con la libertà, stato di diritto, la democrazia".
E questo è il più generale obiettivo dell'azione radicale.
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