05 GEN 2002

Governo: Ruggiero se ne va

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Registrazione di "Governo: Ruggiero se ne va", registrato sabato 5 gennaio 2002 alle 00:00.
  • Il comunicato di Palazzo Chigi

    Prima defezione nella compagine governativa guidata da Berlusconi: il ministro degli esteri dopo numerose polemiche lascia l'incarico con una risoluzione consensuale del rapporto con il premier.<p>Roma, 5 gennaio 2001 - Renato Ruggiero non è più ministro degli esteri del Governo Berlusconi.<br>L'annuncio è stato affidato ad un comunicato di Palazzo Chigi, nel quale si afferma che "di comune accordo e nell'interesse del Paese", Berlusconi e Ruggiero "hanno convenuto sull'opportunita' di interrompere la collaborazione di governo che ambedue hanno giudicato importante, proficua e sin qui positiva".<p>Un divorzio consensuale per un rapporto tormentato<p>Nel pomeriggio - secondo quanto si apprende - Berlusconi aveva assunto l'iniziativa contattando telefonicamente il proprio ministro per comunicargli di ritenere impossibile la prosecuzione del rapporto di collaborazione, affermazione sulla quale Ruggiero avrebbe immediatamente concordato.<p> Si è dunque concluso con reciproci attestati di stima un rapporto, quello tra Ruggiero e il governo Berlusconi, che ha vissuto sin dall'inizio momenti di forte tensione.<p>Infatti, sin dall'immediato post-voto, quando venne fuori il nome di Ruggiero per la Farnesina, si registrarono prese di posizione contrarie e molto vigorose come quella di Umberto Bossi che lo definì "uomo dei poteri forti".<p>Successivamente, Ruggiero fu criticato per le sue posizioni di 'dialogo' con i movimenti antiglobbal in vista del vertice di Genova e per la sua volontà di confermare il vertice Fao a Roma, che invece Berlusconi era intenzionato a spostare altrove.<p>Altro momento polemico intenso fu quello che vide la contrapposizione con il ministro della Difesa, Antonio Martino, sulla questione dell'Airbus AM400, che fece registrare molti scambi di battute tra le due alte cariche governative.<p>Da Bossi a ... Bossi <p>Infine la polemica sull'Europa degli scorsi giorni, con le dichiarazioni di Ruggiero dello scorso 3 gennaio, nelle quali il ministro dichiarava la propria delusione per lo scarso entusiasmo mostrato dal governo nei confronti dell'introduzione dell'Euro e soprattutto con le critiche nei confronti delle posizioni Euroscettiche.<p>Anche in questo caso lo scontro avveniva con il leader della Lega, Umberto Bossi e con il ministro berlusconiano a lui più vicino, Giulio Tremonti.<p>Infatti, l'indomani, proprio il ministro per le riforme dalle stesse pagine del Corriere della Sera chiedeva a Berlusconi di assumere delle decisioni definitive chiedendo - nei fatti - la testa del ministro degli esteri.<p>Al botta e risposta dalla pagine del Corsera si susseguivano numerose polemiche, culminate con la decisione odierna.<p>Le reazioni del centrosinistra<p>Non si sono fatte attendere le reazioni del centrosinistra con Rutelli che definisce "una crisi disastrosa" le dimissioni del ministro degli esteri, parlando di "danno gravissimo per l'Italia e per la sua autorevolezza internazionale".<p>Di analogo tenore sono state le dichiarazioni del segretario dei Ds, Piero Fassino che parla di "un durissimo colpo al prestigio ed alla credibilità dell'Italia".<p>Entrambi gli esponenti sottolineano come con le dimissioni di Ruggiero, nel governo sia risultata vincente la linea anti-Europeista di Bossi.<p>Il centrodestra assicura continuità<p>Gli esponenti della maggioranza, respingono le accuse di anti-europeismo, assicurano che ci sarà totale continuità in politica estera, garantita dal premier Silvio Berlusconi, da cui - ricorda Schifani - il ministro Ruggiero ha ricevuto un incarico tecnico.<p>Intanto, però, Berlusconi, perde uno dei ministri più autorevoli dopo solo otto mesi di governo...