01 MAR 2002

Anm: XXVI Congresso, II giornata, sessione pomeridiana (con Castelli e Fassino)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 3 ore 46 min

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Visita del ministro di giustizia e del segretario Ds all'assise dell'Anm: ancora polemiche Salerno, 1 marzo 2002 - La sessione pomeridiana dei lavori del ventiseiesimo congresso dell'Associazione Nazionale Magistrati è stata contrassegnata dalla visita del ministro della giustizia, Roberto Castelli.Dopo le dure polemiche degli ultimi giorni tra esecutivo e rappresentanze dei magistrati, un clima teso si è registrato anche nel corso della visita al congresso e dell'intervento del responsabile di via Arenula.Castelli: Le riforme non minano l'indipendenzaCastelli, nel corso del suo intervento ha respinto qualsiasi accusa di aver aggredito i magistrati rivendicando al contrario di aver sempre ascoltato e recepito le osservazioni.

"Loro sanno che la mia porta, al ministero, e' sempre aperta" ha detto dal palco del congresso.Il ministro ha dedicato il proprio intervento alle riforme che il governo intende attuare in materia di giustizia, assicurando che i provvedimenti che il governo intende adottare ''non potranno ledere in alcun modo l'autonomia e l'indipendenza della magistratura''.Il ministro ha assicurato poi che "i progetti di legge del Governo non sono blindati e che le riforme non sono contro qualcuno ne' a favore di questa o quella categoria, ma nell'interesse esclusivo della popolazione italiana".Evitare pregiudiziSulle tensioni con il governo Castelli ha evidenziato che "una parte della magistratura "e' arroccata su certe posizioni e si mostra refrattaria a qualsiasi progetto di cambiamento".

L'auspicio - ha aggiunto - e' che "per un attimo si faccia piazza pulita di ogni pregiudizio e di ogni sospetto, dicendo chiaro a tutti che l'indipendenza della magistratura deve essere salvaguardata"."Tra voi magistrati - ha proseguito Castelli rivolto alla platea - c'e' una parte che appoggia il cambiamento, mentre un'altra sembra afflitta da una sindrome di persecuzione non giustificata e il cui atteggiamento negativo trova riferimento nello slogan 'resistere, resistere, resistere'".

Il debito pubblico giudiziario e gli stipendi Castelli ha anche fatto esplicito riferimento ai mali della giustizia, a partire dai processi pendenti che ha definito "debito pubblico giudiziario perchè ha determinato un record di condanne da parte della Corte di Strasburgo ed ha generato nei cittadini sfiducia a insoddisfazione nella giustizia".

Anche sul fronte sindacale, il ministro ha frenato sulla richiesta dei magistrati ordinari di ottenere una parificazione con quelli contabili e amministrativi: annunciando che per adottare questa equiparazione sono necessari 750 miliardi di lire l'anno, il ministro ha sottolineato che si tratta di "una cifra non indifferente".Spataro e la sedia vuotaLa reazione della platea non è stata affatto compiaciuta rispetto all'intervento del ministro.

In particolare, Armando Spataro, che ha preso la parola subito dopo Castelli che intanto aveva già abbandonato l'assise subito dopo essere sceso dal palco, ha polemicamente annunciato di voler parlare alla sedia vuota.Spataro però ha attaccato anche nel merito, soprattutto facendo riferimento all'annuncio di Castelli che il prossimo Consiglio dei Ministri provvederà ad approvare la riforma dell'ordinamento giudiziario.

Il consigliere del Csm è insorto sottolineando che ''Noi vogliamo un dialogo reale con il ministro della Giustizia, che il Governo procede alle riforme "senza avere richiesto il parere previsto per legge dal Csm"."Il Guardasigilli manca di rispetto nei confronti del Consiglio superiore della magistratura - ha aggiunto - e' la prima volta che un ministro non si presenta a illustrare i suoi programmi di riforma nel settore della giustizia.

Chiedo formalmente che venga a riferire, anziche' delegare i suoi sottosegretari''.Fassino: Rischio giustizia non più uguale per tutti L'occasione è stata propizia anche per uno dei predecessori di Castelli, il segretario dei Ds, Piero Fassino, ministro della giustizia del governo D'Alema.Oltre a rilanciare le proposte di riforma che da ministro aveva preannunciato in varie occasioni, il segretario dei Ds ha voluto però sottolineare come il Governo stia portando l'Italia fuori dall'Europa sui temi della giustizia.

Il segretario dei Ds ha quindi criticato le proposte di riforma del governo di centrodestra, da quella concernente il Csm a quella del diritto societario, dal diritto fallimentare, alle ultime norme su famiglia e minori.

"Se dovessero essere varate le cose proposte qui al congresso da Castelli - ha avvertito Fassino -, la giustizia italiana non sarebbe piu' uguale per tutti i cittadini".

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