19 MAR 2002

Uccisione Marco Biagi: Dichiarazioni di Angeletti, Pezzotta e D'Amato a 'Porta a Porta'

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 15 min 41 sec

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D'Amato parla di morte annunciata nel clima di odio.

Angeletti: "Nessun conflitto sociale può minre democrazia".

Pezzotta: "Molte cose cambieranno" 19 marzo 2002 - La notizia dell'uccisione del professor Marco Biagi, economista dell'Università di Modena e consulente del ministero del lavoro è stata diffusa agli organi di informazione dagli studi di via Teulada dove si stava registrando una puntata di 'Porta a Porta' dedicata alle riforme del mercato del lavoro.

Infatti, tra gli ospiti vi era proprio il ministro Roberto Maroni che ha ricevuto la tragica notizia e l'ha comunicata alle altre
persone presenti.

La puntata registrata non è mai andata in onda, sostituita da una edizione speciale in diretta, nel corso della quale i segretari di Cisl e Uil, Angeletti e Pezzotta e il presidente di Confindustria Antonio D'Amato hanno commentato a caldo il cruento episodio.

Nell'unanime condanna dell'omicidio e nel ricordo dell'economista assassinato, i rappresentanti delle parti sociali hanno sottolineato la necessità di difendere le istituzioni democratiche minacciate dal terrorismo.

Angeletti: Nessun conflitto sociale può minare libertà "E' stata ammazzata una persona per le idee che aveva" ha detto Angeletti che quindi ha aggiunto: "E' come se avessero sparato a tutti gli uomini liberi del paese".

Il leader della Uil ha quindi affermato: "I conflitti sociali, i diversi interessi sono del tutto secondari rispetto alla libertà di ognuno di noi.

Prima di essere lavoratori, imprenditori siamo uomini liberi che hanno ereditato un paese democratico, in cui le decisioni vengono prese attraverso il voto, e quando questo viene messo in discussione la libertà è in pericolo".

"Non ci sono conflitti sociali che possono mettere in discussione la democrazia e la libertà - ha concluso Angeletti, riaffermando che questi valori "vengono prima di ogni altra cosa".

D'Amato: Una morte annunciata nel clima di odio "Quella di Biagi è una morte annunciata".

Questo il duro commento del leader degli industriali Antonio D'Amato che ha puntato il dito contro "il clima di odio, la campagna di denigrazione che ha avuto un'escalation molto forte nel corse delle ultime settimane".

D'Amato ha osservato come in questo contesto si sia creata una una situazione, "come purtroppo ogni volta nella pagine della storia del nostro paese accade, nella quale ogni volta che ci sono momenti importanti di riforme scattano immediatamente le reazioni terroristiche".In conclusione il presidente degli industriali ha criticato l'atteggiamento di chi rifiuta il confronto tra le idee: "Sono convinto - ha detto - che seminare l'odio al posto del confronto tra le idee generei situazioni di questo tipo.

La risposta al terrorismo è la democrazia, il confonto vero tra le idee".

Pezzotta: "Un danno al movimento dei lavoratori" Dal suo cantoSavino Pezzotta ha giudicato l'omicidio di Biagi come "un danno al movimento dei lavoratori, poichè - ha spiegato - introduce la violenza che è estranea al movimento sindacale".

"Da domani molte cose cambieranno - ha aggiunto il segretario della Cisl - annunciando che il sidacato valuterà "con molta attenzione il tipo di mobilitazione e come riprendere il dialogo per ricondurre la dialettica sociale in un canale di normalità".

Anche Pezzotta ha invitato i lavoratori ad essere "molto attenti e vigilanti nei confronti del terrorismo", ma anche a prestare attenzione "nell'uso dei termini e delle espressioni", in modo che "non vada alimentato un clima di tensione".

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