13 APR 2002

Confindustria: «Italia più moderna per una Europa più forte» (Le conclusioni di Berlusconi e D'Amato)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 17 min

Questa registrazione non è ancora stata digitalizzata.
Per le risposte alle domande frequenti puoi leggere le FAQ.

Registrazione di "Confindustria: «Italia più moderna per una Europa più forte» (Le conclusioni di Berlusconi e D'Amato)", registrato sabato 13 aprile 2002 alle 00:00.

Tra gli argomenti discussi: Economia.

La registrazione ha una durata di 1 ora e 17 minuti.
  • L'intervento di Berlusconi

    <strong>Il premier "Ho mantenuto gli impegni". E il presidente degli industriali "ma le cose da fare sono ancora tante".</strong> <p>Parma, 13 aprile 2002 - Un anno dopo si trovano di nuovo a confronto gli imprenditori di Confindustria e Silvio Berlusconi. Intanto, però, il leader di Forza Italia è divenuto presidente del Consiglio e guida il paese e in questa circostanza non è facile per il premier esaltare la platea degli industriali. <p> Sicchè, anche ricordando le parole pronunciate in campagna elettorale dallo stesso Berlusconi che ebbe a definire le richieste degli imprenditori come "il proprio programma di governo", l'appuntamento di Parma diventa un momento di bilancio dell'azione dell'esecutivo e della maggioranza. <p>Il premier ha però preferito esordire parlando piuttosto nella sua veste di ministro degli esteri ad interim, felicitandosi per l'accordo Russia-Nato e riproponendo i due progetti italiani dei quali il premier va fiero: il piano Marshall per la palestina ed il progetto di e-government per i paesi in via di sviluppo.<p>Il prossimo traguardo del ministro degli esteri è quello di portare la Russia nell'Ue per trasformarla in una potenza militare e politica che possa garantire le sorti del mondo insieme agli Usa. <p><strong>Difficoltà delle riforme</strong> <p>Quanto alla scena italiana, il premier ha citato Machiavelli per soffermarsi sulla difficoltà nell'introdurre le riforme nel sistema italiano, poi si è riferito all'esperienza inglese di Margaret Thatcher ed a quella americana di Ronald Reagan, entrambe contrassegnate dalla dura opposizione delle forze conservatrici. Stessa situazione - ha spiegato il premier - vive l'Italia dove una minoranza ben organizzata contrasta il programma riformatore del governo, ed è quindi necessario una nuova scelta di campo. <p><strong>Una nuova scelta di campo</strong> <p>"Non si può essere spettatori nel confronto tra conservatori e riformatori", ha detto Berlusconi alla platea degli industriali. Quindi Berlusconi ha rilanciato e difeso l'azione del governo per le riforme economiche e sociali che vanno nell'interesse generale. "Non ci faremo impantanare nel tirare a campare, non saremo mai un governo a responsabilità limitata" ha assicurato Berlusconi, a partire dall'articolo 18, riforma limitata e sperimentale sulla quale il governo andrà avanti. <p><strong>Dialogo sociale dopo lo sciopero generale</strong> <p>"Martedi con lo sciopero generale si fermerà una parte del paese, ma non si fermerà la nostra determinaziona a modernizzare il paese" ha detto Berlusconi, che pur rispettando la legittimità del ricorso allo sciopero, allo stesso tempo lo ha giudicato "incomprensibile, giacchè non si capisce quali siano gli interessi colpiti", e dunque "il sospetto che si tratti di uno sciopero politico è più che giustificato e gli italiani lo hanno capito bene".<p> "Aspettiamo lo sciopero, passato il quale riapriremo il tavolo di dialogo con i sindacati" ha detto poi Berlusconi, apprezzando la disponibilità di Confindustria a discutere di riforma degli ammortizzatori sociali ed invitando da un lato il sindacato "a tornare al tavolo del negoziato", ed incitando gli imprenditori ad "avere fiducia", ad innovare ed a investire, a dimostrare con i fatti "che non è la voglia di licenziare, ma quella di assumere che vi spinge a chiedere la riforma dell'articolo 18". <p><strong>Le risposte alle richeiste degli imprenditori</strong> <p>"Il governo non ha perso tempo, ha subito messo mano alle riforme strutturali ed ora intende accelerare in questa direzione" ha detto Berlusconi, che ha prefiurato anche i prossimi obiettivi a partire dalla riduzione delle tasse: "Avremo voluto farlo da subito - ha detto il premier - ma l'extra deficit ce lo ha impedito, ma il governo si impegna a farlo dall'anno prossimo". <p><strong>Ma per D'Amato non basta</strong> <p>Al primo ministro che ha rivendicato l'azione del proprio governo, D'Amato ha replicato chiedendo più determinazione "Di passi avanti ce sono stati pochi, delle riforme sono state si' messe in cantiere, ma il loro passo e' incerto" ha detto il presidente di Confindustria. <p>"Non serve solo tracciare la rotta - ha aggiunto D'Amato - occorre anche il coraggio di farle le riforme" e pur riconoscendo che non è possibile cambiare il volto del paese in pochi mesi ha però esortato il governo a percorrere la strada delle riforme "non con i tempi della politica italiana ma con quelli che ci impongono i mercati".
    0:00 Durata: 56 min 28 sec
  • L'intervento di Antonio D'Amato

    0:56 Durata: 20 min 52 sec