16 APR 2002

Legalità Costituzionale: Marco Pannella a Radio Radicale alla 26a ora di sciopero della sete

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Il leader radicale non desiste dalla drammatica iniziativa nonviolenta e si rivolge ai massimi vertici istituzionali: "Se non ora, quando? Se non così, come?".

Pessimismo in vista del voto di domani alle 18 Roma, 16 aprile 2002 - Marco Pannella è entrato nel secondo giorno di sciopero della sete per chiedere l'interruzione di quella che ha definito la "flagranza del reato" da parte delle istituzioni che da oltre quindici mesi non riescono ad assicurare il plenum alla Corte Costituzionale e da undici mesi quello della Camera dei Deputati."Laddove chi è chiamato a dettare le leggi, è il
primo a non rispettarle, vi è una certezza, che la convivenza civile terminerà", aveva dichiarato nei giorni scorsi Pannella per motivare la propria decisione di intraprendere lo sciopero della sete, per chiedere il superamento delle due situazioni di illegalità costituzionale.Consapevole del rischio della vita Nonostante i medici abbiano sin da stamane dato l'allarme sull'imminente rischio di vita che il leader radicale corre con la propria iniziativa nonviolenta, Pannella non desiste e continua ad incalzare i vertici istituzionali ed anzi a Radio Radicale ha affermato di essere pienamente cosciente di quanto il professor Santini ha dichiarato in mattinata a Radio Radicale (vai al servizio correlato).

I primi segnali "straordinari" Nel suo intervento a Radio Radicale, Pannella ha accolto con soddisfazione i segnali "straordinari" che sono giunti nella giornata odierna, a partire dall'adesione al Satyagraha radicale di 61 detenuti, tra cui africani e rumeni, che dal carcere di San Vittore hanno intrapreso uno sciopero della fame a sostegno del leader radicale.

Anche le affermazioni contenute in un articolo dell'ex presidente della Consulta Casavola, apparso su Il Mattino di Napoli di Sabato scorso, sono state considerate tra i fatti positivi della giornata.

Nel suo intervento sulla questione della mancata elezione dei giudici costituzionali, Casavola aveva scritto: "Viene da chiedersi se c’è un altro Stato al mondo che conservi per tanto tempo vuoti due seggi nel suo più alto tribunale", e più avanti "Ancora una volta, è dovuto scendere in campo Marco Pannella con uno sciopero della sete, ha dovuto scrivere ai Presidenti delle Camere il Capo dello Stato per richiamare il Parlamento al suo dovere".

Anche il ringraziamento giunto dell'attuale presidente della Consulta, Cesare Ruperto, è stato apprezzato da Marco Pannella, come uno dei dati positivi della giornata.

Notizie negative sul fronte della legalità Nel suo bilancio all'inizio del secondo giorno di sciopero della sete, Pannella ha dovuto constatare che però "sul fronte della legalità" sia per il plenum della Camera che per quello della Consulta, le notizie del giorno sono totalmente negatite, a partire dai presidenti delle Camere che si sono "rimangiati completamente il loro pubblico impegno" a convocare la seduta fiume, come invece spontaneamente annunciato nei giorni scorsi.

Il voltafaccia di Pera e Casini Su questo, in giornata Pannella aveva diramato un comunicato nel quale ricordava testualmente le affermazioni contenute nei comunicati emanati nei giorni precedenti da Pera e Casini, nei quale i presidenti delle Camere parlavano di convocazione del Parlamento in seduta "per procedere senza interruzione ai successivi scrutini" (25 marzo) e di "votazioni che avranno luogo continuativamente" (11 aprile).

Di fronte al "“pieno” di assicurazioni e promesse, smentite però da uno sconcertante e avvilente, oltreché preoccupante, “vuoto” di comportamenti concreti", il leader radicale chiamava in causa direttamente "i garanti della Costituzione, e segnatamente il presidente della Repubblica, i Presidenti del Senato e della Camera, e i parlamentari tutti.

A loro davvero, e senza ombra di provocazione ma con profonda convinzione, chiediamo - concludeva Pannella - : se non ora, quando? Se non così, come?".

Fermare il massacro di civiltà e convivenza civile Il leader radicale dunque, continua a non recedere dalla propria iniziativa nonviolenta e nell'intervento telefonico a Radio Radicale ha nuovamente ribadito che di fronte al "proseguimento cinico della flagranza del reato" è necessario intervenire: "Dobbiamo dar forza alla esigenza che coloro che occupano quei palazzi rispettino innanzitutto se stessi, altimenti assicurano una fonziune criminogena tale che l'infamia delle BR non può essere nemmeno paragonata questo massacro di civiltà".

Altra votazione domani alle 18 Le notizie che giungono dai palazzi romani, sull'ipotesi che i partiti riescano a concludere positivamente il lavorio in corso per superare la situazione di stallo, non sono affatto confortanti.

L'ottimismo che nel pomeriggio aveva fatto capolino è tramontato in serata quando dal fronte di centrosinistra, si è confermato che in caso di insistenza della destra sulla candidatura di Mancuso anche nella seduta prevista per domani, non sarebbe stato assicurata l'elezione dei due giudici costituzionali vacanti.

Dopo il voto di domani, il Parlamento dovrebbe procedere - il condizionale è d'obbligo - a due ulteriori votazioni nella giornata di giovedi, quando Pannella sarà giunto al terzo giorno di sciopero della sete, rendendo sempre più grave il rischio di vita che i medici hanno lanciato sin dall'inizio.

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