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La Margherita contro le politiche del governo sul mezzogiorno e chiede lo stralcio dell'articolo 18 Roma, 2 maggio 2002 - "Prendi i voti e scappa".
E' lo stesso Francesco Rutelli a suggerire il titolo della conferenza stampa con la quale la Margherita ha presentato un documento con il quale ha espresso fortissime critiche all'azione del governo per le politiche per il mezzogiorno.
"Il governo - ha detto Rutelli - ha preso i voti ed è scappato perché quei voti non si sono tradotti nelle politiche annunciate, ma semmai in politiche contro il Mezzogiorno".
La Margherita ha presentato un documento … che Rutelli ha definito libro "bianco-nero sul mezzoggiorno", poichè - ha spiegato - può essere diviso in due parti, da un lato le proposte dell'Ulivo, che costituiscono la parte bianca del libro, mentre le critiche alla politica del governo costituisce la parte "nera" del documento.
Mezzogiorno messo in crisi dal Governo Per Letta, la finanziaria ha comportato "una riduzione del 20% degli investimenti generali nel Mezzogiorno e del 40% di quelli destinati alle imprese" ed in particolare per le infrastrutture, “su quattordici opere prioritarie indicate dal ministro Lunardi, solo una si colloca al di sotto di Firenze, il ponte sullo Stretto” ha accusato Enrico Letta.
Criche anche al federalismo targato Bossi, che non ha prodotto effetti positivi al Nord, ma che al Sud produce confusiione "meno risorse e un ritorno del clientelismo come unica risposta alla domanda di sviluppo".
Togliere l'articolo 18 Altro argomento cruciale è stato quello riferito alle politiche del lavoro rispetto alle quali Rutelli ha anzitutto ribadito che la Margherita chiede che si dtolga l'articolo 18 dal tavolo di discussione, per affrontare quelli che ha definito i "veri argomenti" come "flessibilità più giusta con tutele, ammortizzatori sociali, politiche delle pensioni per i lavoratori precari", anche Treu si è a lungo sofferamto sulla questione flessibilità.
Citando i rapporti UE, Treu ha affermato che "i nuovi strumenti di flessibilità sono sempre legati alla concertazione, così come politiche differenziate nelle varie regioni sono sempre finalizzate allo sviluppo e non certo a punire i poveracci”.
Dunque, la flessibilità va legata “alla produttività e dimenticando le cosiddette gabbie salariali che appartengono ormai alla preistoria”.
Lavoro e mezzogiorno: serve concertazione Quanto alle politiche per il Mezzogiorno, Letta ha affermato che "la flessibilità al Sud, anche di tipo salariale non è un tabù.
Ma va affrontata con una attenzione alla concertazione assai maggiore di quella mostrata dal governo.
Tanto che il corto circuito c’è stato proprio quando la maggioranza ha deciso di mettere in soffitta la concertazione”.
Le proposte Quanto allo specifico delle proposte la Margherita chiede di assegnare il 50% dei fondi per le infrastrutture al Sud; la cancellazione della legge sul sommerso; la promozione di 10 rilocalizzazioni produttive e, soprattutto, anticipare di un anno al sud gli interventi di riduzione fiscale.
E' lo stesso Francesco Rutelli a suggerire il titolo della conferenza stampa con la quale la Margherita ha presentato un documento con il quale ha espresso fortissime critiche all'azione del governo per le politiche per il mezzogiorno.
"Il governo - ha detto Rutelli - ha preso i voti ed è scappato perché quei voti non si sono tradotti nelle politiche annunciate, ma semmai in politiche contro il Mezzogiorno".
La Margherita ha presentato un documento … che Rutelli ha definito libro "bianco-nero sul mezzoggiorno", poichè - ha spiegato - può essere diviso in due parti, da un lato le proposte dell'Ulivo, che costituiscono la parte bianca del libro, mentre le critiche alla politica del governo costituisce la parte "nera" del documento.
Mezzogiorno messo in crisi dal Governo Per Letta, la finanziaria ha comportato "una riduzione del 20% degli investimenti generali nel Mezzogiorno e del 40% di quelli destinati alle imprese" ed in particolare per le infrastrutture, “su quattordici opere prioritarie indicate dal ministro Lunardi, solo una si colloca al di sotto di Firenze, il ponte sullo Stretto” ha accusato Enrico Letta.
Criche anche al federalismo targato Bossi, che non ha prodotto effetti positivi al Nord, ma che al Sud produce confusiione "meno risorse e un ritorno del clientelismo come unica risposta alla domanda di sviluppo".
Togliere l'articolo 18 Altro argomento cruciale è stato quello riferito alle politiche del lavoro rispetto alle quali Rutelli ha anzitutto ribadito che la Margherita chiede che si dtolga l'articolo 18 dal tavolo di discussione, per affrontare quelli che ha definito i "veri argomenti" come "flessibilità più giusta con tutele, ammortizzatori sociali, politiche delle pensioni per i lavoratori precari", anche Treu si è a lungo sofferamto sulla questione flessibilità.
Citando i rapporti UE, Treu ha affermato che "i nuovi strumenti di flessibilità sono sempre legati alla concertazione, così come politiche differenziate nelle varie regioni sono sempre finalizzate allo sviluppo e non certo a punire i poveracci”.
Dunque, la flessibilità va legata “alla produttività e dimenticando le cosiddette gabbie salariali che appartengono ormai alla preistoria”.
Lavoro e mezzogiorno: serve concertazione Quanto alle politiche per il Mezzogiorno, Letta ha affermato che "la flessibilità al Sud, anche di tipo salariale non è un tabù.
Ma va affrontata con una attenzione alla concertazione assai maggiore di quella mostrata dal governo.
Tanto che il corto circuito c’è stato proprio quando la maggioranza ha deciso di mettere in soffitta la concertazione”.
Le proposte Quanto allo specifico delle proposte la Margherita chiede di assegnare il 50% dei fondi per le infrastrutture al Sud; la cancellazione della legge sul sommerso; la promozione di 10 rilocalizzazioni produttive e, soprattutto, anticipare di un anno al sud gli interventi di riduzione fiscale.
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