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D'Agostino assicura: Prenderemo sempre posizione, ma niente pressioni sul Parlamento.
Massima tutela delle opinioni dissenzienti Roma, 25 luglio 2002 - Prima uscita pubblica per il nuovo comitato nazionale di bioetica varato di recente dal governo Berlusconi.
L'appuntamento con la stampa è l'occasione per illustrare compiti, organizzazione ed obiettivi del lavoro dell'organismo consultivo che - come spiega il presidente D'Agostino - è chiamato "studiare la realtà dei problemi bioetici al massimo livello possibile", a "fornire elementi conoscitivi per dare concretezza ai dibattiti in corso" e … "informare l'opinione pubblica col massimo di rigore e di competenza".
Il comitato deve prendere posizione Nel presentare i compiti del Comitato, D'Agostino si sofferma su una questione: il Comitato non ha solo una funzione descrittiva, ma è chiamato a "prendere posizione su casi bioeticamente controversi".
"Abbiamo il dovere di assumerci la responsabilità - sottolinea D'Agostino - distinguere tra opzioni bioetiche piene di valore e quelle che dal nostro punto di vista sono fragili, poco fondate o aberranti".
"Quando le sue discussioni sono arrivate a maturazione - aggiunge - il Comitato deve prendere posizione, argomentando i motivi delle sue decisioni", anche se - precisa - esse non avranno "nessun valore dogmatico: non rivendichiamo l'infallibilità, nè pretendiamo di avere autorevolezza maggiore di qualsiasi altro studioso".
Pubblicità e 'dissenting opinion' D'Agostino assicura che le decisioni del Comitato dovranno essere "socratiche", ampiamente argomentate, per consentire il diritto di critica.Il presidente richiama anche il regolamento del Comitato nel quale è data massima tutela alle opinioni dissenzienti, che saranno massimamente tutelate, ed avranno pari pubblicità e rilevanza negli atti prodotti dall'organismo, di quelle adottate dalla maggioranza.
Nessuna pressione o interferenza sul Parlamento Nel corso della conferenza stampa su sollecitazione delle domande dei giornalisti è subito emersa la questione del 'peso politico' del comitato e del suo rapporto con le decisioni legislative.
Su questo D'Agostino è stato chiaro: il Comitato è un organo consultivo di nomina governativa e come tale non deve fare pressioni sul Parlamento, a partire dalle questioni attualmente in discussione come quella sulla fecondazione assistita e sulla tutela degli embrioni.
"Il Comitato - sottolinea D'Agostino - vuole offrire autentiche consulenze etiche alle istituzioni: non possiamo e non dobbiamo pretendere il potere decisionale, che spetta al Parlamento".
"Noi - aggiunge - siamo qui per dare orientamenti meta-politici, cioè etici, i quali per diventare operativi dovranno passare attraverso la mediazione parlamentare.
Ciò che invece il Comitato potrà sicuramente fare è esprimere giudizi a posteriori sulla "valenza etica dei provvedimenti" Gli obiettivi Quanto agli obiettivi, D'Agostino ha affermato di voler riprendere dai punti già istruiti dal precendente comitato: la bioetica nella sanità e nelle scuole, e quello del trattamento dei pazienti in coma persistente.
A questi temi, il Comitato intende continuare l'approfondimento su alcune tematiche di forte impatto sull'opinione pubblica: depressione delle donne dopo il parto, le medicine non convenzionali, la bioetica multiculturale, l'applicazione del principio di precauzione.
I limiti etici della scienza Insieme alle questioni più note all'opinione pubblica, il comitato si occuperà anche di quelle che sono "le frontiere più estreme della genetica molecolare" poichè - spiega D'Agostino - "il comitato deve sapere anticipare le tematiche che saranno recepite successivamente dall'opinione pubblica".
"A tutti - aggiunge - verrebbe spontaneo dire che la ricerca deve avere limite, ma la bioetica è nata proprio per fare in modo che la ricerca prenda coscienza dei necessari limiti che le devono essere imposti".
Massima tutela delle opinioni dissenzienti Roma, 25 luglio 2002 - Prima uscita pubblica per il nuovo comitato nazionale di bioetica varato di recente dal governo Berlusconi.
L'appuntamento con la stampa è l'occasione per illustrare compiti, organizzazione ed obiettivi del lavoro dell'organismo consultivo che - come spiega il presidente D'Agostino - è chiamato "studiare la realtà dei problemi bioetici al massimo livello possibile", a "fornire elementi conoscitivi per dare concretezza ai dibattiti in corso" e … "informare l'opinione pubblica col massimo di rigore e di competenza".
Il comitato deve prendere posizione Nel presentare i compiti del Comitato, D'Agostino si sofferma su una questione: il Comitato non ha solo una funzione descrittiva, ma è chiamato a "prendere posizione su casi bioeticamente controversi".
"Abbiamo il dovere di assumerci la responsabilità - sottolinea D'Agostino - distinguere tra opzioni bioetiche piene di valore e quelle che dal nostro punto di vista sono fragili, poco fondate o aberranti".
"Quando le sue discussioni sono arrivate a maturazione - aggiunge - il Comitato deve prendere posizione, argomentando i motivi delle sue decisioni", anche se - precisa - esse non avranno "nessun valore dogmatico: non rivendichiamo l'infallibilità, nè pretendiamo di avere autorevolezza maggiore di qualsiasi altro studioso".
Pubblicità e 'dissenting opinion' D'Agostino assicura che le decisioni del Comitato dovranno essere "socratiche", ampiamente argomentate, per consentire il diritto di critica.Il presidente richiama anche il regolamento del Comitato nel quale è data massima tutela alle opinioni dissenzienti, che saranno massimamente tutelate, ed avranno pari pubblicità e rilevanza negli atti prodotti dall'organismo, di quelle adottate dalla maggioranza.
Nessuna pressione o interferenza sul Parlamento Nel corso della conferenza stampa su sollecitazione delle domande dei giornalisti è subito emersa la questione del 'peso politico' del comitato e del suo rapporto con le decisioni legislative.
Su questo D'Agostino è stato chiaro: il Comitato è un organo consultivo di nomina governativa e come tale non deve fare pressioni sul Parlamento, a partire dalle questioni attualmente in discussione come quella sulla fecondazione assistita e sulla tutela degli embrioni.
"Il Comitato - sottolinea D'Agostino - vuole offrire autentiche consulenze etiche alle istituzioni: non possiamo e non dobbiamo pretendere il potere decisionale, che spetta al Parlamento".
"Noi - aggiunge - siamo qui per dare orientamenti meta-politici, cioè etici, i quali per diventare operativi dovranno passare attraverso la mediazione parlamentare.
Ciò che invece il Comitato potrà sicuramente fare è esprimere giudizi a posteriori sulla "valenza etica dei provvedimenti" Gli obiettivi Quanto agli obiettivi, D'Agostino ha affermato di voler riprendere dai punti già istruiti dal precendente comitato: la bioetica nella sanità e nelle scuole, e quello del trattamento dei pazienti in coma persistente.
A questi temi, il Comitato intende continuare l'approfondimento su alcune tematiche di forte impatto sull'opinione pubblica: depressione delle donne dopo il parto, le medicine non convenzionali, la bioetica multiculturale, l'applicazione del principio di precauzione.
I limiti etici della scienza Insieme alle questioni più note all'opinione pubblica, il comitato si occuperà anche di quelle che sono "le frontiere più estreme della genetica molecolare" poichè - spiega D'Agostino - "il comitato deve sapere anticipare le tematiche che saranno recepite successivamente dall'opinione pubblica".
"A tutti - aggiunge - verrebbe spontaneo dire che la ricerca deve avere limite, ma la bioetica è nata proprio per fare in modo che la ricerca prenda coscienza dei necessari limiti che le devono essere imposti".
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